Dita delle mani con geloni evidenti.

La guida per capire e affrontare l’eritema pernio

I geloni, detti anche “eritema pernio” o “perniosi”, sono disturbi circolatori che si manifestano nei soggetti predisposti all’arrivo dei primi freddi. Sono molto comuni nelle regioni con inverni umidi e ventosi, le cui temperature scendono sotto i 15°C pur mantenendosi sopra allo zero; invece, nelle zone con inverni rigidi e secchi, i geloni sono meno comuni sia perché il tasso di umidità è basso, sia perché le persone si proteggono di più dal freddo.1

Classificazione e sintomi dei geloni

In base alla severità dei sintomi, si possono distinguere quattro stadi progressivi di perniosi.

1° stadio

Il disturbo interessa la superficie cutanea delle zone più esposte al freddo, ovvero le dita delle mani e dei piedi, la punta del naso e i lobi delle orecchie. La cute appare gonfia, traslucida, di colore rosso-violaceo e tende a sbiancarsi alla pressione; inoltre sono presenti prurito, bruciore e dolore.

Perniosi: le dita sono gonfie, traslucide e rosso-violacee.
Geloni al primo stadio: le dita sono gonfie, traslucide e di colore rosso-violaceo. Ph. Journal of Medical Case Reports.2

2° stadio

La pelle si cosparge di flittene, cioè bolle ripiene di liquido sieroso, localizzate sotto l’epidermide.

Dita delle mani con geloni evidenti.
Geloni al secondo stadio: la pelle si cosparge di bolle ripiene di liquido sieroso (flittene). Ph. Wikimedia Commons.

3° stadio

Si formano le ulcere, che possono infettarsi perché consentono la penetrazione dei microrganismi.

Geloni al terzo stadio: compaiono le ulcere.
Geloni al terzo stadio: compaiono ulcere e infezioni. Ph. Medical Journal Armed Forces India.1

4° stadio

Non si avverte più bruciore o prurito, né dolore, in quanto la lesione è talmente profonda da distruggere le fibre sensoriali. In questo stadio, purtroppo, vengono danneggiati anche muscoli e tendini.

Geloni al quarto stadio: le dita sono congelate, le lesioni sono profonde. Credits: Wikipedia
Geloni al quarto stadio: le lesioni sono molto profonde e interessano muscoli e tendini. Ph. Wikipedia.

Cause dei geloni e fattori di rischio

Secondo l’ipotesi più accreditata, i geloni si sviluppano perché il freddo, bloccando la microcircolazione cutanea, scatena l’infiammazione responsabile dei segni e sintomi visti poc’anzi;3 ciò non accade sempre, ma solo nei soggetti a rischio a causa di:

  • anomalie genetiche dei vasi sanguigni;
  • genere, infatti la perniosi si manifesta in 1,5 donne su 1000 contro 0,9 uomini su 1000;
  • malnutrizione, giacché le persone sottopeso e malnutrite sono più sescettibili;
  • patologie vascolari, come l’insufficienza venosa cronica, l’acrocianosi e il fenomeno di Raynaud;
  • diabete, poiché tra le sue complicanze si annoverano i disturbi vascolari;
  • fumo, in quanto la nicotina e i prodotti della combustione danneggiano i vasi sanguigni;
  • sedentarietà, indumenti stretti o poco isolanti, che rallentano la circolazione.

I trattamenti per sfiammare i geloni

Ad oggi non esiste una cura definitva per la perniosi, ma solo trattamenti che l’alleviano. Vediamoli in dettaglio!

Le sane abitudini contro l’eritema pernio

Correggere lo stile di vita è il primo passo per contrastare il disturbo, dunque:

1) Evitate gli sbalzi di temperatura

Possono peggiorare il disturbo, se non addirittura scatenarlo nelle persone più sensibili, e ciò può avvenire passando dal caldo al freddo e viceversa. Si possono evitare:

  • indossando indumenti comodi e isolanti, come quelli in tessuto tecnico. Usate cappelli, sciarpe e guanti, e scegliete con attenzione le calze e le scarpe, che possono rallentare la circolazione se troppo strette;
  • applicando prodotti protettivi. Creme e unguenti isolano la pelle dagli agenti ambientali, la idratano e l’ammorbidiscono. Potete anche miscelarli con qualche goccia di olio essenziale, come quello di rosmarino, per riattivare la circolazione;
  • regolando la temperatura degli interni. Lavatevi con acqua tiepida e asciugatevi con molto cura, affinché la pelle non rimanga umida. Non tenete il riscaldamento troppo alto e accendete il deumidificatore in caso di umidità; se avete i termosifoni, il camino o la stufa, non avvicinatevi troppo alla fonte di calore.

2) Fate esercizio fisico

Riattivate la circolazione sanguigna con l’attività fisica come la corsa, il nuoto o la bicicletta: ne bastano 30 minuti 4 volte alla settimana.

3) Smettete di fumare

Il fumo danneggia il microcircolo, perciò vi consigliamo di leggere la guida per smettere di fumare.

4) Mangiate bene

Gli alimenti da prediligere sono quelli ricchi di vitamine, polifenoli e grassi polinsaturi, che proteggono la pelle e i vasi sanguigni. Di seguito riportiamo le fonti più importanti (valori nutrizionali USDA4).

Alimenti ricchi di vitamina C

La vitamina C abbonda nei vegetali freschi. Assumerla in quantità sufficienti è necessario per il mantenimento di pelle e vasi sanguigni normali, sia perché li protegge dai radicali liberi, sia perché li rinforza stimolando la produzione di collagene.

L’assunzione raccomandata è di 85-105 mg al dì, che potete soddisfare consumando questi alimenti:

N.B. I valori si riferiscono a 100 g di prodotto.

Alimenti ricchi di vitamina E

La vitamina E abbonda nella frutta secca e negli oli vegetali. Nella sua forma attiva di α-tocoferolo s’inserisce nelle membrane cellulari e le protegge dai radicali liberi, placando indirettamente l’infiammazione dei tessuti.

L’assunzione adeguata è di 12-13 mg al dì, che potete soddisfare consumando:

  • olio di nocciole (47,2 mg);
  • olio di semi di girasole (41,08 mg);
  • olio di mais (34,5 mg);
  • mandorle secche (23,8 mg);
  • semi di girasole (22,89 mg);
  • nocciole secche (15,28 mg).

N.B. I valori si riferiscono a 100 g di prodotto.

Alimenti ricchi di PUFA

I PUFA, cioè omega-3 e omega-6, sono grassi buoni contenuti nel pesce azzurro, nella frutta secca e negli oli. Questi principi nutritivi sono importanti perché riparano le membrane cellulari e alleviano l’infiammazione, proteggendo la cute e i vasi sanguigni. Una dieta equilibrata dovrebbe assicurare 250 mg al dì di EPA e DHA e un rapporto omega-6/omega-3 di 3:1.

Ecco le principali fonti di omega-6:

  • mais: 1.630 mg di LA e 40 mg di ALA;
  • mandorle: 9.860 mg di LA e 260 mg di ALA;
  • noci brasiliane: 24.900 mg di LA;
  • arachidi: 13.900 mg di LA e 530 mg di ALA;
  • noci: 34.100 mg di LA e 6.800 mg di ALA.

Ed ecco le principali fonti di omega-3:

  • aringa: 150 mg di LA, 61,66 mg di ALA e 1.700 mg di EPA+DHA;
  • salmone: 440 mg di LA, 550 mg di ALA e 1.200 mg di EPA+DHA;
  • trota: 74 mg di LA e 500 mg di EPA+DHA;
  • tonno: 260 mg di LA, 270 mg di ALA e 400 mg di EPA+DHA;
  • merluzzo: 4 mg di LA, 2 mg di ALA e 300 mg di EPA+DHA.
Alimenti ricchi di polifenoli

I polifenoli sono sostanze antiossidanti e antinfiammatorie che proteggono i vasi sanguigni dai radicali liberi, migliorando la circolazione. Tra i vari polifenoli meritano un occhio di riguardo le antocianine, per i loro benefici sul microcircolo cutaneo.

Le ritroviamo negli alimenti blu, viola e rossi, quali:

  • uva nera (888 mg);
  • melanzane (750 mg);
  • lamponi (365-589 mg);
  • mirtilli (558 mg);
  • ribes (80-420 mg);
  • more (317 mg);
  • arance rosse (200 mg);
  • ciliegie (122 mg).

N.B. I valori si riferiscono a 100 g di prodotto.

Se i geloni dovessero ripresentarsi nonostante le sane abitudini, sarà necessario ricorrere ai trattamenti veri e propri.

Cure naturali per i geloni

In questa categoria rientrano le cure termali e gli oli essenziali, utili nel trattamento delle forme lievi.

Balneoterapia

La balneoterapia è la cura termale per antonomasia, i cui benefici sono dovuti alla sinergia tra:

  • il calore, che dilata le arteriole contratte dal freddo;
  • l’elevata concentrazione salina, che lenisce e sgonfia le estremità infiammate;
  • l’effetto idrostatico, sfruttato nella ginnastica acquatica per riattivare la circolazione. Nel trattamento dei geloni si usano quattro vasche (due per le braccia e due per le gambe) regolate a 20-40°C.

Bagni, pediluvi e maniluvi col sale grosso

Il sale grosso è un rimedio tradizionale per i geloni alle mani o ai piedi, che si usa sotto forma di bagni, pediluvi o maniluvi: mentre il tepore dell’acqua riattiva la circolazione, il sale sgonfia le aree infiammate, donando sollievo.

Per preparare il bagno, si aggiungono due tazze di sale all’acqua della vasca, mentre per pediluvi e maniluvi la proporzione è di una tazza per un catino d’acqua; una volta pronto, si sta immersi per 15 minuti. Potete effettuarli una o due volte al dì, anche tutti i giorni, se necessario.

Olio essenziale di rosmarino

L’olio essenziale di rosmarino è rubefacente, dunque richiama il sangue in superficie quando applicato sulla pelle, grazie alla canfora. Diluite 10 mL di essenza in 90 mL di olio di mandorle dolci e messaggiate la zona fino a 3 volte al dì; non applicatelo puro, perché è irritante.

Controindicazioni

L’olio essenziale di rosmarino è utile nella cura dei geloni di mani e piedi, ma è controindicato:

  • nei bambini sotto minori di 3 anni, negli anziani e nei pazienti asmatici, perché può provocare crisi respiratorie a causa della canfora;
  • nei pazienti epilettici, in quanto può causare le convulsioni;
  • mentre in gravidanza, durante l’allattamento e nei bambini sopra ai 3 anni, l’essenza può essere usata solo sotto controllo medico.

Farmaci per i geloni

Chiudiamo in bellezza con i farmaci, utili nel trattamento delle forme moderate-severe di perniosi.

1) Corticosteroidi e antibiotici per uso topico

Per ridurre l’infiammazione e prevenire le infezioni si possono usare le pomate con cortisone e antibiotico; tra le associazioni più comuni vi è quella tra betametasone e gentamicina, disponibile su prescrizione medica.

2) Vasodilatatori per uso orale

I farmaci sopraccitati si possono associare alla nifedipina, somministrata al dosaggio di 30-60 mg al dì, che ripristina la microcircolazione dilatando le arteriole; tuttavia l’efficacia nel trattamento dei geloni è ancora dibattuta.4

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, potrebbe interessarvi anche quello sull’insufficienza venosa cronica: cause, sintomi e rimedi.

Riferimenti bibliografici
  1. Singh GK, Datta A, Grewal RS, Suresh MS, Vaishampayan SS. Pattern of chilblains in a high altitude region of Ladakh, India. Med J Armed Forces India. 2015 Jul;71(3):265-9. doi: 10.1016/j.mjafi.2013.01.011. Epub 2013 May 10. PMID: 26286795; PMCID: PMC4534529;
  2. Gordon R, Arikian AM, Pakula AS. Chilblains in Southern California: two case reports and a review of the literature. J Med Case Rep. 2014 Nov 22;8:381. DOI: 10.1186/1752-1947-8-381. PMID: 25416648; PMCID: PMC4275761;
  3. Varun ShahiDavid A. WetterJonathan A. CappelMark D.P. DavisPeter C. Spittell; Vasospasm Is a Consistent Finding in Pernio (Chilblains) and a Possible Clue to Pathogenesis. Dermatology 1 September 2015; 231 (3): 274–279. DOI: 10.1159/000437224;
  4. valori nutrizionali (USDA);
  5. Souwer IH, Bor JH, Smits P, Lagro-Janssen AL. Nifedipine vs Placebo for Treatment of Chronic Chilblains: A Randomized Controlled Trial. Ann Fam Med. 2016 Sep;14(5):453-9. DOI: 10.1370/afm.1966. PMID: 27621162; PMCID: PMC5394377.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Blogger e giornalista, ho collaborato con L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e curatrice editoriale di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it