battaglia Stalingrado copertina

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Nel bel mezzo del nuovo topic, passiamo la parola ai collaboratori di Eco Internazionale. Questa volta abbiamo scelto un pezzo storico di Emanuele Pipitone, che ripercorre le tappe della battaglia di Stalingrado, la quale (complice il rigidissimo inverno russo) segnò l’inizio della fine della campagna tedesca sul fronte orientale, iniziata nel giugno del 1941 con l’operazione Barbarossa. Buona lettura!

Un articolo di Emanuele Pipitone

Negli annali della storia, le battaglie e  le guerre hanno rappresentato, in chiave tragica e dolorosa, l’evoluzione umana. In tremila anni partendo da Qadesh nel 1285 a.C., la prima battaglia documentata della storia, giungendo alle più recenti in Medio Oriente, l’essere umano ha evoluto e messo in pratica strategie di combattimento che spesso, ancora oggi, vengono presi come esempio, a distanza di secoli, dagli eserciti mondiali per sconfiggere un potenziale nemico.

Emulando l’impresa di Napoleone del 1812, la mattina del 22 giugno 1941, Adolf Hitler, a capo di più di tre milioni di soldati dell’asse dà l’inizio all’operazione Barbarossa, l’invasione dell’Unione Sovietica. Nelle prime fasi dell’operazione la strategia militare tedesca si rivela la più decisiva ma, come accadde alle truppe napoleoniche centotrent’anni prima, fu l’attesa del rigido inverno russo, le tattiche di ritirata e della cosiddetta “terra bruciata” a dar man forte alle ormai esauste truppe sovietiche.

L’operazione Barbarossa si concluse nel dicembre successivo, ma il 1942 fu l’anno della svolta.

La battaglia di Mosca, combattuta esclusivamente nella periferia della capitale sovietica, causò alla Wermacht quasi mezzo milione di morti e altrettanti feriti. La chiave di svolta avviene agli inizi della primavera del 1942. Il generale Friedrich von Paulus, a capo della decima Armata di stanza in Unione Sovietica, occupa e conquista la Crimea e parte del Caucaso, ponendo la testa di ponte dell’avanzata al fiume Don e, su ordine di Hitler, divide le armate in due gruppi. Al gruppo A viene dato ordine di dirigersi verso la città di Stalingrado.

Situata sulle rive del fiume Volga, la città di Stalingrado, un simbolo della potenza economica e militare sovietica (li erano presenti le fabbriche che producevano i famosi carri T34) diviene il punto di scontro per uno degli assedi più lunghi e una delle battaglie più sanguinose e violente di tutto il conflitto mondiale. I tedeschi avevano pianificato di attaccare la parte ovest della città i primi di settembre, mentre la 4° armata corazzata avrebbe dato supporto da sud. Nella città, però, venne attuata una tenace resistenza da parte delle truppe agli ordini del generale Andrej Jeremenko e dal commissario politico Nikita Kruscev; secondo alcune fonti si parla di circa un milione di soldati sovietici a difesa della città.


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