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In questo articolo approfondiremo i benefici della balneoterapia – cioè l’immersione in acque termali per la cura di specifiche patologie – ma anche le sue controindicazioni. Prima, però, un po’ di storia!

Storia della balneoterapia

La balneoterapia (dal latino balneum, bagno) è la cura termale più antica e apprezzata. Pensate che furono i Romani a costruire i primi bagni pubblici, in corrispondenza delle sorgenti termali, per curare e far riposare i soldati.

Successivamente, con la costruzione degli acquedotti, i bagni pubblici si svilupparono in edifici enormi – le terme – che potevano contenere migliaia di persone. Tra queste le terme di Fordongianus (OR), illustrate in foto, o ancora le Terme di Sirmione (BS) di cui abbiamo parlato qui.


Per una trattazione più approfondita dell’argomento, vi rimandiamo all’articolo:
Storia della sala da bagno, dagli Egizi ai giorni nostri“.


La balneoterapia viene tuttora praticata alle terme – sotto forma di docce e bagni in vasca, piscina o grotta – per la cura di svariate patologie. Prima di scoprire quali, tuttavia, è doveroso accennare alle caratteristiche delle acque termali, da cui dipendono proprietà e indicazioni delle stesse.

Classificazione delle acque termali da bagno

Le acque termali da bagno rientrano nella categoria delle acque minerali naturali, ovvero:

Acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute (Art.1, D.L. 105/92).

Stiamo parlando, quindi, di soluzioni saline che derivano dalla dissoluzione delle rocce operata dall’acqua e le cui caratteristiche dipendono dal tipo di roccia, dal tempo di contatto con l’acqua e dalla temperatura. In tabella riportiamo le varie tipologie di acqua termale.

Classificazione delle acque termali
In base alla temperatura
  • Fredde (T < 20 °C)
  • Ipotermali (20°C < T < 30 °C)
  • Termali (30°C < T < 40 °C)
  • Ipertermali (T > 40 °C)
In base al residuo fisso
  • Minimamente mineralizzate (RF < 50 mg/L)
  • Leggermente mineralizzate (50 mg/L < RF < 500 mg/L)
  • Mineralizzate (500 mg/L < RF < 1.500 mg/L)
  • Ricche di sali minerali (RF > 1.500 mg/L)
In base alla composizione salina
  • Sulfuree: ricche di zolfo sotto forma di ioni solfuro (S2-)
  • Solfate: ricche di zolfo sotto forma di ioni solfato (SO42-)
  • Salse: ricche di cloruri (Cl)
  • Carboniche: ricche di bicarbonati (HCO3)
  • Radioattive: ricche di elementi radioattivi, come il Radon

Se siete pigri, invece, vi basti sapere che le acque termali più utilizzate possiedono:

  • temperature comprese tra i 30 e i 40°C;
  • concentrazione salina uguale o superiore a 1 g/L;
  • predominanza di solfuri (acque sulfuree), solfati (acque solfate), cloruri (acque salse), carbonati (acque carboniche) o radon (radioattive).

Queste caratteristiche le rendono adatte per prevenire e curare diverse malattie. Vediamo quali!

Benefici e indicazioni dei bagni termali

La balneoterapia è usata in reumatologia, dermatologia e medicina estetica – da sola o in associazione ad altre cure termali e non – con buoni risultati.

Balneoterapia e reumatismi

Nella cura dei reumatismi – un gruppo di affezioni che possono colpire le ossa, i muscoli e le articolazioni – la balneoterapia viene spesso associata ai fanghi per aumentarne l’efficacia (balneofangoterapia).

Balneofangoterapia per i reumatismi

Ciascuna seduta prevede:

  • l’applicazione del fango a 45-48 °C, che viene lasciato in posa per 20′ e rimosso con acqua tiepida;
  • l’immersione in acqua termale a 35-37 °C per 20′, durante i quali si possono fare esercizi di riabilitazione;
  • il riposo del paziente (coperto per prolungare gli effetti del calore) sul lettino per 15′.

Di solito si fanno cicli da 15 giorni, nei quali vengono eseguite 12 sedute di balneofangoterapia.

I benefici si avvertono fin da subito, possono durare diverse settimane e sono ascrivibili sia all’acqua sia al fango. Secondo l’ipotesi più accreditata, infatti:

  • il calore emanato dai fanghi e dall’acqua termale rilassa i muscoli, riduce la rigidità articolare e stimola il rilascio di endorfine (antidolorifici naturali);
  • l’acqua termale, grazie ai sali disciolti, riduce il gonfiore associato ai reumatismi;
  • l’immersione fa sì che il paziente si muova con dolore e difficoltà minimi, effetti che aumentano con la salinità dell’acqua.

Detto questo, vediamo quali patologie reumatiche possono trarne beneficio!

Cure termali per l’osteoartrosi (OA)

L’osteoartrosi è una malattia che colpisce soprattutto gli anziani e provoca dolore, in quanto le cartilagini si assottigliano e causano lo sfregamento delle ossa. Di positivo, però, c’è che trae particolarmente beneficio dalla balneoterapia (con o senza fanghi) perché tende a regredire spontaneamente.

Da uno studio, in particolare, è emerso che la balneofangoterapia potenzia l’azione dei farmaci e della fisioterapia in caso di OA al ginocchio, migliorando la rigidità mattutina e gli scricchiolii. Effetti positivi anche nell’OA dell’anca e della regione lombare.

Cure termali per la spondilite anchilosante (SPA)

La spondilite anchilosante è una malattia reumatica, genetica e autoimmune. Anch’essa risponde bene alla balneofangoterapia, ma può riacutizzarsi se non trattata a dovere.

Per questo si cura principalmente sotto forma di bagni in piscina e doccia, mentre i fanghi vengono applicati solo nei periodi di completa remissione dei sintomi. Anche in questo caso, le cure termali apportano benefici aggiuntivi rispetto alle sole terapie farmacologiche e riabilitative, con aumento della mobilità, riduzione del dolore e della rigidità mattutina, fino a 40 settimane.

Cure termali per l’artrite reumatoide (AR)

L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che colpisce soprattutto le donne ed è caratterizzata da malformazioni articolari ben visibili. La balneofangoterapia è indicata solo nelle forme quiescenti, perché le alte temperature possono danneggiare ulteriormente le articolazioni.

Uno studio clinico ha evidenziato che le acque radioattive sono efficaci nel ridurre il dolore e aumentare la mobilità delle articolazioni. Benefici significativi anche con le acque sulfuree, salso-solfate e con quelle del Mar Morto.

Cure termali per la gotta

La gotta è una forma di artrite caratterizzata da fitte dolorose improvvise e molto intense, provocate dalla presenza di cristalli di acido urico nelle articolazioni.

Essa può beneficiare della balneofangoterapia nella fase di remissione dei sintomi, associata alla terapia idropinica (l’assunzione delle acque termali sotto forma di bibita) per intervenire su più fronti.

Cure termali per la lombalgia cronica

La lombalgia cronica si manifesta quando il comune mal di schiena non viene trattato in maniera adeguata e, perciò, il dolore si estende dai muscoli lombari alla colonna vertebrale. I bagni termali possono alleviare il dolore e ridurre l’assunzione di antidolorifici, aiutando a prevenire le reazioni avverse.

Cure termali per la fibromialgia

La fibromialgia è una malattia reumatica cronica caratterizzata da dolore diffuso, presente da almeno tre mesi in 11 regioni corporee su 18, accompagnato da sintomi di natura psichiatrica e neurologica. In questi casi è consigliata la sola cura termale, meglio se in acque sulfuree.


Balneoterapia e infiammazioni cutanee

Dermatite atopica, psoriasi e acne possono trarre beneficio dalla balneoterapia. Vediamo in che modo!

Cure termali per la dermatite atopica

La dermatite atopica, caratterizzata da arrossamenti e vescicole pruriginose, sembra rispondere bene alle acque salse del Mar Morto, come evidenziato da uno studio.

Dai risultati, infatti, è emerso che la balneoterapia:

  • ha ridotto il prurito dopo una settimana di cure termali;
  • ha fatto sparire le vescicole nel 90% dei pazienti coinvolti (1.408) dopo 4-6 settimane;
  • funziona soprattutto in primavera ed estate (91% dei miglioramenti contro l’86% dell’autunno e il 74% dell’inverno).

Cure termali per la psoriasi

La balneoterapia può dare sollievo alle pelli affette da psoriasi a placche – caratterizzata da chiazze rosse e desquamanti nei gomiti, nelle ginocchia e nel cuoio capelluto. L’immersione in acque ricche di selenio (70 μg/L) sembra particolarmente efficace nel ridurre le placche.


Per approfondire le tipologie, le cause e la terapia della psoriasi, cliccate qui!


Cure termali per la seborrea e l’acne

I bagni termali, soprattutto quelli sulfurei, possono giovare alle pelli acneiche e seborroiche in quanto:

  • liberano i pori ostruiti dal sebo e dalle cellule morte, contrastando la comparsa dei punti neri;
  • uccidono i microrganismi causanti l’acne e la dermatite seborroica;
  • stimolano la circolazione cutanea, svolgendo un effetto eutrofico e detossificante;
  • svolgono un effetto analgesico e immunoregolatore.

Balneoterapia e problemi di circolazione

I bagni termali – soprattutto quelli arricchiti di biossido di carbonio e ozono – migliorano la circolazione e risultano pertanto utili in caso di insufficienza venosa e cellulite.

La pressione esercitata dall’acqua, infatti, favorisce il riassorbimento del gonfiore e riduce la sensazione di gambe pesanti, mentre il calore, il biossido di carbonio e l’ozono migliorano l’ossigenazione dei tessuti.


Se soffrite di cattiva circolazione, potrebbe interessarvi anche questo articolo:
Insufficienza venosa cronica: cause, sintomi e rimedi“.


Le controindicazioni della balneoterapia

Non tutti, purtroppo, possono fare balneoterapia. L’immersione in acqua termale, infatti, è controindicata nei seguenti casi:

  • malattie reumatiche in fase acuta, perché potrebbe peggiorarne i sintomi;
  • primo e terzo trimestre di gravidanza;
  • malattie psichiatriche gravi (depressione maggiore, disturbo bipolare e psicosi);
  • epilessia e alcolismo;
  • aritmie e varici severe;
  • ferite non rimarginate;
  • tumori, le cui cellule potrebbero diventare più resistenti alla terapia antitumorale.

In mancanza di controindicazioni (accertata dal medico), nei casi previsti dalla normativa, la cura termale è a carico dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il SSN rimborsa un ciclo di cura all’anno della durata di 12 giorni, tranne nel caso degli invalidi, per i quali sono previsti due cicli annuali (uno per la malattia invalidante, l’altro per patologie aggiuntive).

E con questo è tutto, cari lettori! Avreste mai immaginato che le terme apportassero tutti questi benefici? Se l’articolo vi è piaciuto, e lo reputate interessante, consigliatene pure la lettura. Alla prossima!

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il parere del medico.

Bibliografia e sitografia

Scritto da:

Jessica Zanza

Giornalista e blogger con un passato da farmacista.
Sono una delle fondatrici del sito e curo la sezione editoriale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it