Confronto tra le lingue cinese e coreano
Che differenza c’è tra cinese e coreano? Che cosa hanno in comune le due lingue? Scopriamolo in questo articolo!

La lingua coreana, grazie al successo internazionale di Gangnam Style o di gruppi musicali k-pop come i BTS, è diventata sempre più popolare nel nostro Paese. Ma qual è la differenza tra cinese e coreano?

Si potrebbe pensare che le lingue, considerata la vicinanza geografica e culturale dei due Paesi, siano tutto sommato simili. In realtà il cinese e il coreano, non appartengono neanche alla stessa famiglia linguistica.

Il cinese (普通话) fa parte della famiglia delle lingue sinotibetane e, più specificamente, delle lingue cinesi. È comunemente noto anche come “cinese mandarino” poiché la sua standardizzazione si basa proprio sul cinese mandarino (官话) e più precisamente sul dialetto di Pechino (北京话).

Il coreano (韩语, in coreano: 한국어), invece, appartiene all’omonima famiglia come lingua isolata, fatta eccezione per il quasi estinto Jeju, parlato nell’omonima isola.

Tenendo conto di queste differenze, quali sono i punti in comune tra il cinese e il coreano? In cosa differiscono maggiormente? Non ci resta che scoprirlo.

Ripasso e approfondimento

Per iniziare a studiare la lingua cinese vi ripropongo i miei vecchi articoli, ai quali potete accedere cliccando sui rispettivi link in basso, in cui ne ho spiegato la basi, dalla pronuncia alla scrittura. Come sempre ve ne illustro contenuto a grandi linee con l’ausilio di una parola. Quella di oggi è 海 (hǎi, mare):

  • caratteri cinesi: gli ideogrammi rappresentano solo una minima parte della scrittura cinese formata, invece, dai caratteri. 海, ad esempio, è un composto fonetico;
  • radicali: in 海 troviamo il radicale “acqua” 水, nella variante 氵, il quale ci fornisce un’idea generica del significato di “mare”;
  • composti fonetici: in questo caso il componente 每 ha la funzione di suggerire la pronuncia del carattere;
  • pinyin: “hai” si legge in maniera simile all’italiano ma con l’iniziale “h” aspirata;
  • toni: il segno presente in “hǎi” non è un accento ma un tono. In questo caso è il terzo, per cui la sillaba deve essere letta con un tono prima discendente e poi ascendente;
  • tratti: 海 è formato da 10 tratti: 4 gocce, 2 orizzontali, 1 discendenti a sinistra, 1 ascendente, 1 ribattuto verticale e 1 ribattuto orizzontale con uncino verticale;
  • ordine dei tratti: per scrivere 海 correttamente bisogna seguire, dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, quest’ordine: 丶丶㇀丿一㇗㇆丶一丶;
  • parole bisillabiche: possiamo trovare 海 in numerose parole bisillabiche tra cui 海洋 (hǎiyáng, oceano) e 海关 (hǎiguān, dogana);
  • classificatori: per quantificare 海 si può utilizzare il classificatore generico 个 (ge);
  • caratteri tradizionali: la scrittura di 海 con i caratteri tradizionali, usati ancora oggi a Hong Kong e Taiwan, è esattamente identica.

Cinese e coreano a confronto

Prima di iniziare è bene precisare che io non parlo il coreano, per cui l’obiettivo di questo articolo non è quello di insegnare questa lingua o di proporre complicate costruzioni grammaticali ma, a livello molto generale, capire in cosa differisce dal cinese.

Riguardo l’aspetto linguistico, invece, potrebbe sorgere il dubbio su quale sia lo Stato di riferimento, se la Corea del Nord e quella del Sud. Tuttavia non ci sono grosse differenze a livello parlato per cui, salvo precisazioni, le informazioni linguistiche riportate sono valide per entrambi i Paesi.

Infine, per evitare confusione tra le varie parole e frasi, quelle in cinese verranno scritte in rosso, quelle in cinese tradizionale (ove necessario) in giallo, mentre le seconde in viola.

Sistema di scrittura

Per avere un’idea generale sulla scrittura delle due lingue possiamo consultare la stessa pagina di wikipedia (quella dell’Italia) in cinese (意大利) e in coreano (이탈리아).

Pagina di Wikipedia in cinese
Pagina Wikipedia dell’Italia (意大利) in cinese
Pagina di Wikipedia in coreano
Pagina Wikipedia dell’Italia (이탈리아) in coreano

Anche da una visione superficiale è evidente che le due lingue siano scritte in modo completamente diverso. Rispetto al cinese, infatti, il coreano appare più uniforme e, per certi versi, più tondeggiante.

In cinese non esiste alcun alfabeto, poiché il sistema di scrittura è quello dei caratteri (汉字/漢字, hànzì) i quali non hanno alcuna correlazione diretta con le parole di riferimento.

Il coreano, invece,  è facilissimo da leggere per chi ne ha una conoscenza anche solo elementare. Diversamente dal cinese, infatti, è dotato di un proprio alfabeto, l’hangeul (한글) – noto in Corea del Nord con il nome di chosŏngŭl (조선글) – e di lettere proprie, i jamo (자모, 字母). Questi sono in totale 51 e sono composti da:

  • 19 consonanti;
  • 21 vocali;
  • 11 raggruppamenti di consonanti.

La particolarità dei jamo, però, è che questi non compaiono mai da soli ma si uniscono tra loro per formare le varie sillabe.

Prendiamo, ad esempio, la parola 이탈리아 (Itallia, Italia).

(i) è formato da:

  •  (lettera muta quando si trova all’inizio della sillaba)
  • (i)

(tal) è formato da:

  • (t)
  •  (a)
  •  (l)

(li) è formato da:

  •  (l)
  • (i)

(a) è formato da:

  •  (a)

A differenza del cinese, inoltre, le singole parole sono distanziate l’una dall’altra per cui possono essere riconosciute più facilmente.

Caratteri cinesi

I caratteri cinesi, come detto, sono l’unico tipo di scrittura presente in Cina. Volendo essere più precisi, nella Repubblica popolare e a Singapore si utilizzano quelli semplificati, mentre a Taiwan, Hong Kong e Macao si utilizzano quelli tradizionali.

Nel coreano si chiamano hanja (한자, 漢字, caratteri cinesi), i quali rappresentano la scrittura storica visto che il loro primo utilizzo risale al 400 a.C. circa. Nel 1945, però, in seguito all’indipendenza dal Giappone, la scrittura ufficiale divenne l’hangeul.

Da quel giorno gli hanja non sono spariti completamente dalla lingua, tanto che ancora oggi vengono insegnati nelle scuole delle due Coree. Tuttavia sono ormai in disuso e vengono impiegati solo in pochi contesti, come ad esempio nei titoli di giornale.

Hanja in un giornale della Corea del sud
Gli hanja 原則 e 災難 in un giornale coreano

Osservando l’immagine ci rendiamo conto di come i caratteri 原則 (原则/原則 , principio) e 災難 (灾难/災難, disastro), che ho evidenziato in giallo, siano quelli tradizionali. Il motivo è da ricercare nella cronologia degli eventi: nel 1945, anno in cui l’hangeul prese il posto degli hanja come scrittura ufficiale della Corea, non esistevano ancora né la Repubblica popolare cinese (1949), né tantomeno i caratteri semplificati, introdotti nel 1956.

Alcuni caratteri – i 국자 (gukja, 國字) -, però, sono stati inventati in Corea e non esistono nemmeno nel cinese tradizionale.

Ad esempio:

  • (, jang, guardaroba);
  • (, dol, pietra/utilizzato oggi principalmente nei nomi di persona).

Romanizzazione

Il sistema di romanizzazione ufficiale del cinese è il pīnyīn (拼音). Attraverso determinate combinazioni tra le 21 iniziali e le 38 finali che lo compongono, è possibile ricavare tutte le sillabe esistenti nella lingua.

Per quanto riguarda il coreano, invece, bisogna fare una distinzione tra i due Stati:

  • in Corea del Nord, fino al 1992, si utilizzava il McCune–Reischauer. Oggi si usa una sua variante, il cui ultimo aggiornamento risale al 2002;
  • in Corea del Sud, invece, a partire dal 2000, si utilizza la “Latinizzazione riveduta della lingua coreana” (국어의 로마자 표기법).

Le varie traslitterazioni presenti in questo articolo, salvo diversa indicazione, fanno riferimento alla latinizzazione riveduta. La parola “hangeul”, ad esempio – che ricordo, non si utilizza in Corea del Nord -, con il McCune-Reischauer si scriverebbe “hangŭl”.

L’aspetto politico è, indirettamente, uno dei motivi per cui i due Paesi coreani adottano un differente sistema di traslitterazione. Nella Corea del Sud, infatti, si è preferito eliminare apostrofi, segni diacritici e accenti di qualunque tipo anche per facilitare l’utilizzo della lingua in ambito informatico, problema non così sentito nella Repubblica popolare democratica.

L’aspetto in comune tra cinese e coreano è che nessuna delle rispettive romanizzazioni rappresenta una scrittura alternativa a quella ufficiale e che, bisogna ricordarlo, nessuna di esse può essere letta come se fosse italiano.

Pronuncia

Basandoci sulle rispettive romanizzazioni, cinese e coreano appaiono quantomeno simili, in quanto è possibile riconoscere delle somiglianze tra le due lingue.

Ad esempio:

中 (zhōng, 중 jung, centro)
水 (shuǐ, 수 su, acqua)
天 (tiān, 천 cheon, cielo)
年 (nián, 년 nyeon, anno)
四 (, 사 sa, quattro)

Le differenze, comunque evidenti, derivano dal fatto che i suoni degli hanja si rifanno soprattutto al cinese antico e non a quello contemporaneo.

Ad esempio:

学/學 (xué, hak, studiare) dal cinese antico “haewk”.

Da notare che in cantonese, lingua cinese più conservativa, 學 si dice “hok6”

Toni

Se c’è una cosa di cui non possiamo a fare a meno in cinese sono i toni. Questi, infatti, sono presenti in ogni sillaba e, al netto di omofoni, una loro pronuncia errata può stravolgere il senso delle nostre parole.

Toni in lingua cinese
I 4 toni della lingua cinese

Nel coreano moderno, invece, non esiste alcun tipo di tono. Ciò fa sì che esistano parole che, pur avendo significati completamente diversi, vengono scritte e pronunciate nello stesso modo. Solo attraverso l’utilizzo degli hanja è possibile distinguerle per etimologia e, indipendentemente dal contesto, per significato.

Ad esempio, alcuni significati della parola 수도 (sudo) sono:

首都 (capitale/metropoli)
水道 (impianto idrico)
修道 (disciplina spirituale)
隧道 (tunnel)
囚徒 (prigioniero).

Segni grafici

I segni grafici presenti nel pinyin sono i quattro toni e l’apostrofo. Con quest’ultimo si separano due sillabe aventi una vocale, rispettivamente, come iniziale e come finale. Ciò permette, quindi, di capire senza confusione quale sia la pronuncia della parola.

Ad esempio:

xī’ān (西安, Xi’an)
xiān (, prima)

Per quanto detto in precedenza, per il coreano dobbiamo distinguere tra latinizzazione riveduta e McCune-Reischauer (che in questo paragrafo indicherò in verde). Nel primo caso, infatti, viene utilizzato solo il trattino (-), il quale è spesso opzionale; in Corea del Nord, invece, si utilizzano:

  • apostrofo (1° utilizzo): per differenziare le consonanti aspirate da quelle che non lo sono.

Ad esempio:

ch’ (ch), come nella parola (ch’a, cha, veicolo)
ch (, j), come nella parola (cha, ja, carattere)

  • apostrofo (2° utilizzo): come nel pinyin, necessario per evitare confusione tra sillabe diverse nelle quali, però, è presente una consonante aspirata. Questo è uno dei casi in cui è possibile aggiungere il trattino nella latinizzazione riveduta.

Ad esempio:

n’g (ㄴㄱ, n-g), come nella parola 잔금 (chan’gŭm, jan-geum, bilancio)
ng (ㅇ, ng), come nella parola 장음 (changŭm, jang-eum, vocale lunga)

  • breve: necessario per differenziare le pronunce delle vocali “o” e “u”.

Ad esempio:

ŏ (, eo), come nella parola (, seo, ovest)
o (, o), come nella parola (so, so, piccolo)

ŭ (, eu), come nella parola (ŭn, eun, argento)
u (, u), come nella parola (un, un, fortuna)

Sillabe

Da questo punto di vista, cinese e coreano sono molto simili: in cinese, infatti, ogni carattere corrisponde a una sillaba indipendentemente dalla lunghezza della parola; lo stesso, come abbiamo visto, avviene con i jamo coreani e con i rispettivi hanja.

Ad esempio:

(xué, studiare) → 1 sillaba
(, hak, studiare) → 1 sillaba

学生 (xuésheng, studente) → 2 sillabe
學生 (학생, haksaeng, studente) → 2 sillabe

Parole

Come abbiamo detto, al giorno d’oggi cinese e coreano si scrivono in maniera completamente diversa. Ma se gli hanja fossero ancora di uso comune, questi sarebbero gli stessi utilizzati attualmente in Cina? Negli esempi visti in precedenza sembrerebbe di sì, anche se ciò non avviene in automatico.

Ad esempio:

  • frutta (水果, 果實). In cinese 果实/果實 viene utilizzato soprattutto per indicare il frutto in ambito botanico;
  • verdura (蔬菜, 野菜). In cinese con 野菜 si intendono le verdure selvatiche.

Struttura della frase

Una differenza molto importante tra cinese e coreano è la struttura della frase. Come in italiano, quelle cinesi più semplici sono composte da: soggetto + verbo + oggetto (S-V-O). In coreano, invece, l’oggetto precede il verbo (S-O-V).

Ad esempio:

我是中国人

  • 我 = io
  • 是 = essere
  • 中国人 = cinese (Cina + persona).

저는 중국 사람입니다

  • 저 = io
  • 는 = particella
  • 중국 사람 = cinese (Cina + persona)
  • 입니다 = essere.

Particelle

Le lingue orientali, a differenza di quelle europee, si caratterizzano per la presenza di numerose particelle. Sappiamo che esistono in cinese e, a giudicare dall’esempio precedente, si trovano anche nel coreano.

In alcuni casi è possibile trovare una corrispondenza di significato tra le due lingue, mentre in altri sono del tutto differenti.

Ad esempio, coincide l’utilizzo delle particelle:

  • possessive (, );
  • plurali (, ).

Non esiste però in cinese la particella:

  • dell’argomento (는).

Classificatori

Anche i classificatori rappresentano un aspetto caratteristico delle lingue orientali, indispensabili per quantificare qualsiasi cosa o essere vivente. In alcuni casi i classificatori coreani coincidono con quelli cinesi, mentre in altri non c’è corrispondenza.

Ad esempio, coincide il classificatore:

  • generico (/, , );
  • di cose fini e piatte (/, , );
  • di cavalli (,).

Non c’è coincidenza, invece, in caso di classificatore:

  • per giornali e riviste (, );
  • di veicoli (/, ).

Tastiera

Sebbene non sia un aspetto strettamente linguistico, può essere interessante capire le differenze di scrittura del cinese e del coreano con la tastiera.

Con la tastiera cinese, come sappiamo, è possibile inserire i vari caratteri semplicemente scrivendo il rispettivo pinyin. Per ottenere 意大利, ad esempio, è sufficiente digitare “yidali” e, qualora ci fossero omofoni, selezionare quello corretto.

Con quella coreana – mi baso su quella Microsoft IME di Windows -, invece, la faccenda si complica. Per scrivere 이탈리아 (Itallia, Italia), ad esempio, non dobbiamo digitare “itallia”, bensì “dlxkffldk”.

Per quale motivo? In pratica la tastiera coreana si comporta come le rispettive sillabe nel senso che, per comporle, si devono inserire i singoli jamo. La sillaba 이, ad esempio, si scrive “dl” poiché i jamo ㅇ e ㅣ si trovano, rispettivamente, alle lettere “d” e “l” della tastiera.

Tastiera coreana
Layout della tastiera coreana

Cinese e coreano, quindi, hanno molti aspetti in comune ma, a partire dalla scrittura, presentano anche differenze importanti. Detto questo non mi resta che salutarvi: 再见!

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it