Caratteri semplificati e tradizionali. Quale cinese?

Sapevate che in cinese la città di Hong Kong si chiama Xiānggǎng? E pensereste mai che i caratteri 艺 e 藝 sono sostanzialmente identici?  In questo articolo cercherò di spiegarvi per quale motivo, quando ci si approccia col cinese, è necessario capire a quale lingua ci si riferisce, e a quale tipo di scrittura: caratteri semplificati o tradizionali?

Per conoscere la pronuncia dei caratteri, è necessario sapere innanzitutto di quale lingua ci interessa. In Cina infatti, attualmente, si parlano circa 300 tra lingue e dialetti. Possiamo però distinguere 7 gruppi linguistici principali.

Gruppo dialettale Popolazione stimata %
Mandarino (官话) 679.250.000 71,5
Wu (吴语) 80.750.000 8,5
Yue (粤语), o Cantonese 47.500.000 5
Xiang (湘语) 45.600.000 4,8
Min (闽语) 38.950.000 4,1
Hakka (客家语) 35.130.000 3,7
Gan (赣语) 22.800.000 2,4
Talvolta, come nell’immagine sottostante, i linguisti distinguono tre ulteriori gruppi. Separano infatti il Jin (晋语) dal Mandarino, il Ping (平话) dallo Yue, e lo Hui (徽语) dal Wu.
Caratteri semplificati e tradizionali. Quale cinese? - Mappa dei gruppi dialettali
Mappa dei gruppi dialettali in Cina. (Fonte: Language Atlas of China)

Quando si parla però di lingua cinese, senza ulteriori precisazioni, si fa riferimento al cinese standard (普通话 pǔtōnghuà), la lingua ufficiale. Talvolta viene erroneamente identificata come “cinese mandarino” in quanto la sua pronuncia è basata sul dialetto di Pechino, una variante proprio del mandarino.

Il rapporto delle minoranze con la lingua ufficiale non è ottimale. In più di un’occasione si sono registrati cortei di protesta in seguito alle politiche del governo cinese, atte a potenziare la diffusione del cinese standard in tutto il territorio. Esempi in tal senso si sono verificati da parte dei madrelingua cantonesi e tibetani.

Caratteri semplificati e tradizionali. Quale cinese? - Protesta lingua cantonese
“Amo il cantonese – non capisco il [cinese standard]” – © Antony Dickson / AFP / Getty Images

Il loro timore è che si verifichi quanto sta accadendo per la lingua manciù, o mancese, classificata dall’Unesco come una delle lingue a rischio estinzione.

A questo punto possiamo risolvere il mistero del nome Hong Kong (香港, letteralmente “porto profumato”). Quello che utilizziamo in italiano non deriva dal cinese standard (xiānggǎng Audio-Datei / Hörbeispiel), ma da una pronuncia errata del suo nome cantonese (hoeng1 gong2 Audio-Datei / Hörbeispiel).


La scrittura presenta altrettante differenze?

Escludendo le minoranze linguistiche, che utilizzano altri sistemi di scrittura, possiamo distinguere due principali tipi di trascrizione dei caratteri: semplificati o tradizionali.

I caratteri semplificati, che vengono utilizzati nella Cina continentale e a Singapore, sono stati ricavati dai caratteri tradizionali, usati ancora oggi a Hong Kong, Taiwan e Macao. Sono più semplici da scrivere e imparare in quanto, rispetto agli altri, hanno un numero inferiore di tratti.


A tal proposito vi rimando all’articolo sui tratti cinesi!


Non dobbiamo pensare, però, che i caratteri tradizionali siano l’espressione scritta della Cina più antica. Così come avviene per qualsiasi altra lingua, infatti, il cinese si è evoluto nel corso dei secoli.

Il processo di semplificazione dei caratteri ha avuto inizio in tempi relativamente recenti. I primi dibattiti relativi alla possibilità di semplificare i caratteri per favorire l’alfabetizzazione, iniziarono all’inizio del secolo scorso. Ma fu solo con il governo di Mao Zedong, noto anche come Mao Tse Tung, nel 1956 e nel 1964, che queste idee vennero realizzate.

Ciò spiega i motivi per cui i tre territori sopracitati non hanno iniziato ad utilizzare questa scrittura, per la quale non hanno ancora avuto alcun obbligo. In quegli anni infatti, fino al 1999, Hong Kong e Macao facevano parte rispettivamente di Gran Bretagna e Portogallo. Taiwan, invece, ha da sempre avuto un rapporto controverso con la Cina continentale.


Per maggiori informazioni al riguardo, potete consultare l’articolo sulla Rivoluzione cinese!


La semplificazione dei caratteri

Non tutti i caratteri tradizionali sono stati semplificati, pertanto le due scritture non sono totalmente diverse.

Ad esempio, queste frasi sono identiche indifferentemente da quale sia il tipo di caratteri utilizzato.

今天星期三。 (jīntiān xīngqīsān, oggi è mercoledì)

你不是日本人。 (nǐ bùshì rìběn rén, non sei giapponese)

我的女朋友很漂亮。 (wǒde nǚ péngyou hěn piàoliang, la mia ragazza è molto bella)

Tuttavia, per chi conosce solo un tipo di scrittura, è impossibile che sappia leggere anche l’altra. Alcune parole sono certamente intuibili, ma spesso ci si trova in presenza di caratteri completamente diversi. Di seguito vediamo i metodi che hanno portato alla semplificazione.


Semplificazione strutturale del carattere

Questo metodo è quello che ha portato maggiori differenze tra i due tipi di scrittura. I caratteri, tra gli altri, hanno assunto forme corsive, hanno subito l’eliminazione di radicali e componenti, o sono stati riscritti direttamente ex novo.


Se questi nomi non vi sono familiari, consultate gli articoli sui radicali cinesi e sui componenti logici e fonetici!


Ad esempio:

東 → 东, 廣 → 广, 電 → 电

A questo punto possiamo tornare all’esempio di inizio articolo:

藝 → 艺

Qui avevo citato il carattere 萬 semplificato in 万


Un altro esempio è dato dal carattere 萬 semplificato in 万. Ne avevo parlato nell’articolo sui caratteri cinesi!


Derivazione basata sul componente del carattere semplificato

In questo caso la semplificazione ha riguardato un singolo componente, la quale si è ripercossa in tutti i caratteri che lo contenevano. Il componente non era necessariamente un radicale e non era necessariamente un carattere singolo.

Ad esempio:

食 → 饣,
飯 → 饭, 飽 → 饱, 飼 → 饲, 餃 → 饺; etc.

,
顏 → 颜, 頷 → 颔, 順 → 顺, 額 → 额; etc.


Eliminazione di varianti dello stesso carattere

Un carattere ha delle varianti quando, a parità di tipo di scrittura e di suono, può essere scritto in maniera alternativa. La semplificazione è avvenuta mantenendo, tendenzialmente, il carattere con meno tratti. L’altro è stato eliminato e reso obsoleto.

Per fare un parallelismo con l’italiano, è come se la parola “giuoco” venisse abolita in favore della più breve “gioco”.

Ad esempio:

佇 → 伫, 異 → 异, 貓 → 猫


Adozione di nuove forme standardizzate di caratteri

Molto simile alla modifica del singolo componente, questo metodo prevedeva che il componente non subisse una semplificazione fine a se stessa, ma che venisse sostituito da una sua variante volgare già esistente.

Ad esempio:

袁 → 元
園 → 园, 遠 → 远; etc.

囚 → 日
溫 → 温, 媼 → 媪; etc.


Così come la lingua, anche il tipo di scrittura fornisce senso di appartenenza in chi la utilizza, creando una dualità tra favorevoli e contrari.

I fautori del cinese semplificato enfatizzano, tra le altre, l’evoluzione naturale della lingua, la facilità di alfabetizzazione e la rapidità di scrittura.

Una delle argomentazioni più note, e certamente più curiose, dei difensori della scrittura tradizionale, riguarda una parola in particolare. Il carattere tradizionale 愛 (ài, amore), che nella sua versione semplificata 爱 perde il carattere 心 (cuore), alterando l’etimologia della parola, rappresenterebbe un attacco ai valori positivi del confucianesimo.

Caratteri semplificati e tradizionali - 爱 (amore)
爱 (amore) in caratteri tradizionali e semplificati

Caratteri cinesi nelle altre lingue

Siete appassionati di anime e manga e in quei racconti vi sembra di aver già osservato i caratteri cinesi? Non avete visto male. I caratteri, infatti, sono stati adottati anche in altre lingue quali il giapponese, il coreano e il vietnamita. Quelli che per i cinesi sono gli 汉字 (hànzì), per i giapponesi sono i 漢字 (kanji). Rimanendo in tema di semplificazioni, in cinese 漢字 non è nient’altro che la versione tradizionale di 汉字.

Ma nel Paese del Sol levante utilizzano i caratteri semplificati o tradizionali?

Principalmente vengono utilizzati i caratteri tradizionali, anche se con diverse eccezioni. Di seguito vi fornirò qualche esempio, in modo che possiate farvi un’idea migliore.

N.B. I caratteri cinesi sono riportati in rosso, quelli giapponesi in blu.

  • Utilizzo dei caratteri tradizionali
Ad esempio il carattere “est”:

  • Utilizzo dei caratteri semplificati
Ad esempio il carattere “studiare”:

 →

  • Utilizzo di caratteri con significato diverso
Ad esempio:

 (privato, personale)

 (io, me)

  • Caratteri inesistenti in cinese
Ad esempio il carattere “drago”:


Per altre differenze e similitudini, vi rimando all’articolo relativo al confronto tra cinese e giapponese.


Ma quindi, quale cinese bisogna imparare?

Se volete studiare il cinese da autodidatti, a meno che non abbiate in programma di trasferirvi a Hong Kong, la lingua da imparare è certamente quella standard. È la lingua ufficiale, è quella più diffusa, ed è quella che imparereste in qualsiasi corso frontale.

Le ragioni sono le stesse per quanto riguarda la scelta della scrittura, quella semplificata, alle quali si aggiungono la facilità di scrittura e di memorizzazione, soprattutto se siete ancora alle prime armi.

Infine, qualora siate interessati ai caratteri cinesi per lo studio del giapponese, quelli che più vi interessano sono quelli tradizionali, seppur con le dovute precauzioni.


Detto questo non mi resta che salutarvi. Alla prossima!

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. Sono laureato in Scienze dell'Amministrazione e ho conseguito un Master in "Relazioni Industriali nel lavoro privato e pubblico".
All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it