Taiwan fa parte della Cina o è uno Stato a sé? E che rapporto ha con il governo di Pechino? Scopriamolo in questo articolo!
Quando si parla di storia, di geografia o di cultura cinese, uno dei territori più ricorrenti è quello di Taiwan. Questo, però, a differenza di città come Pechino o Shanghai, viene introdotto quasi sempre in contrapposizione alla situazione del Paese continentale.
Nei miei articoli, ad esempio, mi capita spesso di citare Taiwan in riferimento alla scrittura utilizzata. Nell’isola, infatti – come a Hong Kong e a Macao -, si scrive ancora con i caratteri tradizionali, non più in vigore nel resto del Paese da oltre sessant’anni.
A tal proposito vi rimando all’articolo sui caratteri semplificati e tradizionali!
Oppure possiamo pensare al mondo di internet, in cui non si verificano in alcun modo il controllo continuo e la censura adottate nella Cina continentale. Possiamo rendercene conto facendo un giro sui social principali, in cui non è strano trovare utenti taiwanesi residenti nel proprio Paese.
Trovate maggiori informazioni in merito alla censura nell’articolo sul mondo di internet in Cina!
Queste osservazioni aprono a diversi quesiti: Taiwan è uno Stato a sé indipendente dalla Cina, una regione amministrativa speciale (come Hong Kong e Macao) o che altro? E da cosa derivano queste differenze di trattamento rispetto al territorio continentale?
Storia di Taiwan
Prima di scoprire quale sia la posizione giuridica di Taiwan è importante conoscerne la storia. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile capire aspetti politici – come, ad esempio, la capitale ufficiale del Paese – altrimenti poco chiari.
Quando ho parlato di Hong Kong e Macao ho raccontato due storie molto simili: due ex colonie europee restituite alla madre patria sul finire degli Anni Novanta dopo secoli di vita occidentale. In questo caso, però, la storia è completamente diversa. Taiwan non è tornata alla Cina ma, storicamente parlando, Taiwan “è” la Cina!
Se li avete persi, vi ripropongo gli articoli su Hong Kong e Macao!
La Repubblica di Cina
Per capire questa storia è necessario tornare indietro agli anni ’10 del secolo scorso. In quell’epoca la Cina si apprestava a vivere un momento di transizione epocale: dopo circa 2.000 anni – seppur con varie dinastie – sarebbe caduto l’impero cinese.
Il malcontento verso l’operato del governo, infatti, si concretizzò con la Rivolta di Wuchang, l’atto di ribellione che diede inizio alla Rivoluzione Xinhai. Nonostante i tentativi di repressione del principe reggente Chun, i rivoltosi, il 1° gennaio 1912, attuarono la secessione dando vita alla Repubblica di Cina (RDC) con Nanchino come capitale. La presidenza provvisoria venne affidata al leader rivoluzionario Sun Yat-sen.
Per provare a fermare i ribelli, Chun si rivolse a Yuan Shikai, comandante del forte esercito Beiyang. Data la sua potenza militare, quest’ultimo fece il doppio gioco: in cambio dell’abdicazione dell’imperatore, infatti, gli venne garantita la presidenza della Repubblica appena nata.
Per maggiori dettagli vi rimando all’articolo sulla Rivoluzione Xinhai!
La nascita della Repubblica Popolare
Tuttavia la situazione era piuttosto caotica nel Paese. Yuan Shikai, assetato di potere, diede ben presto vita a una dittatura. Cacciò dal parlamento il Kuomintang (KMT), il partito nazionalista fondato da Sun Yat-sen e, prima di essere “fermato” dalla morte, cercò di reinstaurare l’impero per diventare il nuovo sovrano.
Negli anni seguenti, però, le cose non migliorarono. Nel Paese non c’era una forza politica dominante sulle altre e, soprattutto nella zona settentrionale, si viveva un lungo periodo di anarchia. Inoltre non si dovevano sottovalutare i pericoli esterni rappresentati dal Giappone.
La divisione interna più importante era quella relativa al KMT, tornato al potere nel 1928, e il partito comunista, fondato nel 1921. Dopo un’alleanza iniziale, infatti, i nazionalisti repressero i comunisti, dando il via a una lunga guerra civile, interrotta temporaneamente per combattere insieme le forze nipponiche.
L’esito fu devastante per la RDC. Il partito comunista cinese, guidato da Mao Zedong, riuscì a imporsi sui connazionali rivali e, l’1 ottobre 1949, proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese (RPC). I nazionalisti, invece, furono costretti a rifugiarsi nell’isola di Taiwan, l’attuale Repubblica di Cina.
Per approfondimenti vi consiglio l’articolo sulla Rivoluzione cinese!
Oggi Taiwan è indipendente o è parte della Cina?
Dal punto di vista storico, quindi, la RDC ha avuto la sovranità sulla Cina continentale dal 1912 al 1949. Ma una volta esiliata a Taiwan e nelle isole vicine, ha mantenuto il potere almeno su quei territori?
Attualmente la Repubblica di Cina è uno Stato de facto, ossia un Paese che, pur esercitando la sovranità in completa autonomia, non viene considerato tale dalla comunità internazionale. Sono solo 13, infatti, i Paesi del mondo che ne riconoscono l’indipendenza. Tra questi non c’è ovviamente la RPC che, pur non avendola mai controllata direttamente, la considera una sua provincia.
Tuttavia la controversia sullo status politico di Taiwan rimane un argomento di attualità. La RDC, infatti, rivendica ancora oggi la sovranità sul Paese continentale, tanto che la sua capitale ufficiale è tuttora Nanchino. Con riferimento al territorio in cui esercita il potere, invece, nega che questo faccia parte della lunga storia cinese, dato che venne incorporato formalmente nel 1683, ne diventò una provincia nel 1885 e, successivamente, venne persino ceduto al Giappone. Questo, poi, restituì la sovranità di Taiwan al popolo dell’Isola e non alla Cina.
D’altro canto la RPC ritiene di essere l’unico governo legittimo della Cina, comprendendo in questa affermazione anche le isole di Taiwan. A sostegno della sua tesi, la Repubblica Popolare sottolinea come la RDC non abbia il riconoscimento da parte della comunità internazionale e che, dal 1971, non ha nemmeno il seggio alle Nazioni Unite. Ciò significa che, dal punto di vista internazionale, il solo governo cinese legittimato a governare sul territorio è la RPC.
Qualche dato su Taiwan
Ora mettiamo da parte la politica e cerchiamo di capire, a grandi linee, quali sono le caratteristiche principali di Taiwan (台湾) o, meglio, della Repubblica di Cina (中华民国).
Già, perché dal punto di vista geografico Taiwan è il nome dell’isola principale (nota anche come “Formosa”), mentre la RDC svolge il suo potere in un arcipelago comprendente anche Penghu, Kinmen e Matsu (Lienchiang County), oltre ad altre isole minori.
L’isola di Taiwan è situata a nord rispetto allo stretto di Luzon, a nord-est del mar Cinese meridionale, a ovest del mare delle Filippine e a sud del mar Cinese orientale. Basandoci sulla Cina continentale, invece, si trova a est della provincia di Fujian, nel sud-est del Paese.
La capitale temporanea, invece – poiché quella ufficiale, Nanchino, è situata nella Cina continentale -, è Taipei (台北), nel nord dell’isola. Città, questa, da non confondere con Nuova Taipei (新北), la più popolosa della Repubblica.
Come per le piccoli regioni di Hong Kong e Macao, anche Taiwan si distingue per il numero relativo alla densità. Su un’area di circa 36.000 km2 (come quella di Lombardia e Lazio assieme), la popolazione si aggira intorno ai 23 milioni di abitanti (superiori di poco al totale di quelli delle due regioni italiane più la Campania), con una densità di 652 abitanti per km2.
La lingua
La lingua parlata a Taiwan, con pochissime differenze, è il cinese standard, lo stesso utilizzato nella Cina continentale. Nell’isola, però, non si chiama 普通话 (pǔtōnghuà, lingua comune), bensì 国语 (guóyǔ, lingua nazionale). In aggiunta a questa vengono parlate anche il taiwanese e la lingua hakka.
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Diversa, invece, come già detto, la scrittura utilizzata. Il processo di semplificazione dei caratteri attuato dal governo comunista negli Anni ’50, infatti, non si applicava alla RDC, motivo per cui nell’isola si scrive ancora con quelli tradizionali.
Altrettanto curioso è il sistema di romanizzazione dei toponimi e di molti nomi propri. Per questi, infatti, non viene utilizzato il pinyin, bensì il Wade-Giles, ormai in disuso nella Cina continentale. Giusto a titolo di esempio, i pinyin della città di Taipei o del Kuomintang, sono rispettivamente “táiběi” e “guómíndǎng”.
La bandiera
Anche a Taiwan sventola la bandiera rossa con le cinque stelle gialle della Cina? Da quanto detto finora è evidente che la risposta non può che essere negativa.
La RDC è rappresentata, invece, da una bandiera prevalentemente rossa (come simbolo del sangue versato dai rivoluzionari per far cadere l’Impero) in cui, in alto a sinistra, è presente il simbolo del KMT, il sole bianco su sfondo blu. Da notare che la bandiera venne adottata nel 1928, motivo per cui, fino al 1949, è stata la bandiera della Cina continentale.
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Se vi dovesse capitare di assistere a manifestazioni sportive in cui sono coinvolti atleti taiwanesi, però, non sarà questo il simbolo che li rappresenterebbe. La RDC, infatti, non può competere né con il proprio inno né con la propria bandiera. Anche il nome non può essere quello ufficiale, pertanto, in ambito sportivo, il Paese è noto come Taipei cinese.
In questi eventi la bandiera ha uno sfondo bianco e, al centro, un prunus mume a 5 petali rosso-bianco-blu che richiamano i colori nazionali. Al suo interno troviamo il sole bianco su sfondo blu e, sotto di esso, un simbolo diverso a seconda della manifestazione in corso. Alle olimpiadi, ad esempio, sono presenti i cinque cerchi, mentre in occasione delle partite della nazionale di calcio c’è il simbolo dello yin e yang con dei palloni al posto dei punti.
Un Paese all’avanguardia nei diritti civili
Per quanto riguarda il mondo LGBT, Taiwan è tra gli Stati più all’avanguardia al mondo. Negli anni, infatti, sono state emanate varie leggi per sanzionare le discriminazioni nei confronti degli omosessuali nei vari settori lavorativi e non solo. Il 17 maggio 2019, inoltre, è stato il primo Paese asiatico a legalizzare i matrimoni gay.
Dal punto di vista delle pari opportunità, invece, la Repubblica di Cina soffre ancora di una visione patriarcale della società. Ultimamente, però, le cose stanno migliorando, tanto che dal 2016 il presidente della Repubblica è una donna: Tsai Ing-wen (蔡英文, cài yīngwén).
Ora sapete che Taiwan – anzi, la Repubblica di Cina – ufficialmente fa parte della RPC. Tuttavia, pur non essendo uno Stato indipendente, esercita il suo potere liberamente come se lo fosse. Con questo vi saluto: alla prossima!
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it