Quale territorio cinese può essere definito "Cina"?
Quale territorio cinese viene considerato come “Cina”? Qual è il riconoscimento internazionale? Scopriamolo in questo articolo!

Una delle controversie più note legate ai confini nazionali è quella relativa al territorio cinese. Da oltre 70 anni, infatti, sia la Repubblica popolare cinese (RPC) che la Repubblica di Cina (RDC) – meglio nota come Taiwan – sostengono di essere l’unica autorità legittima rappresentante della “Cina”.

Entrambi i governi, dunque, rivendicano la sovranità sull’intero territorio cinese. Con questo intendono non solo la superficie continentale, ma anche quella insulare. Fortunatamente, almeno per il momento, tale situazione non ha portato a uno scontro armato, ma si è sempre affrontata in sede diplomatica.

Ma perché oggigiorno esistono due “Cine”? Quali sono le loro posizioni in merito a questo dualismo? E a cosa ci riferiamo quando parliamo genericamente di “Cina”?


Territorio cinese: quale Cina?

Prima di capire quali siano le posizioni attuali delle due Repubbliche e dei Paesi stranieri, cerchiamo di capire come si è arrivati a questa situazione, partendo dalla nascita delle due “Cine”.

La meno recente è la Repubblica di Cina, nata nel 1912 per opera del partito nazionalista del KMT. In seguito alla Rivoluzione Xinhai, infatti, riuscì a far cadere l’Impero ottenendo il potere dell’intera Cina.


Di questi eventi ne ho parlato nell’articolo sulla Rivoluzione Xinhai!


La nascita della RDC, però, coincise con un periodo di forte instabilità nel Paese in cui si visse un lungo periodo di anarchia. Sarà solo nel 1928, infatti, che la Repubblica riuscirà a riunificare la Nazione.

Fino al 1927 poté contare sull’aiuto del partito comunista – fondato nel 1921 – mosso anch’esso da sentimenti di indipendenza e di unità nazionale. Tuttavia la sua repressione da parte dei nazionalisti portò all’inevitabile guerra civile.


Nel 2021 si sono celebrati, quindi, i 100 anni dalla nascita del Partito comunista cinese!


Questa – con una breve pausa per affrontare la guerra insieme contro il Giappone – durò fino al 1949 con la vittoria dei comunisti. In quell’anno Mao Zedong proclamò la nascita della RPC, mentre i soldati e i civili fedeli alla RDC fuggirono sull’isola di Taiwan.


Gli ultimi anni della guerra civile sono quelli della Rivoluzione cinese!


Pur essendo uscita vincitrice dal conflitto, la RPC non ha mai controllato direttamente l’area insulare. Da allora, infatti, la Repubblica di Cina ha potuto governare in completa autonomia. Rieccoci, quindi, alla domanda iniziale: quale territorio cinese è la “Cina”?


Le ragioni della Repubblica popolare cinese

Come detto, la RPC sostiene che esista un’unica “Cina” e che, ovviamente, il suo governo sia legittimato a guidarla. Ciò significa che la provincia di Taiwan – così viene definita nel Paese continentale – non può rappresentare uno Stato a sé.

Il primo punto in favore di questa tesi è il richiamo alla successione tra Stati. In altre parole, poiché con la nascita della Repubblica popolare si è creato un nuovo Stato, si ritiene che l’autorità del governo comunista si estenda su tutto il territorio controllato precedentemente dalla RDC, per cui anche su Taiwan.

La seconda ragione sposta l’attenzione sugli scontri interni. La RPC, infatti, fa notare che, per definizione, una guerra civile viene combattuta da due schieramenti appartenenti allo stesso Paese e, in questo caso, alla Cina. Poiché anche Taiwan ci rientra, un’eventuale secessione che andrebbe a minare l’unità nazionale dovrebbe avere l’approvazione dell’intera popolazione cinese, non solo di quella insulare.

Il riconoscimento delle Nazioni Unite

Un’argomentazione interessante è quella relativa alla rappresentanza all’ONU. Nel 1971, infatti, una risoluzione dell’Assemblea generale riconosceva la RPC come unica rappresentante legittima della “Cina” alle Nazioni Unite. In aggiunta a ciò veniva espulsa con effetto immediato la rappresentanza illegale della RDC.

Risoluzione 2758 dell'Assemblea delle Nazioni Unite
Risoluzione con cui l’ONU riconosce la RPC come unica rappresentante della Cina

In questo documento emergono due fatti importanti: il primo è che la RDC non rappresenta la Cina all’ONU; il secondo è che l’organizzazione parla di “Cina” senza fare alcuna precisazione in merito all’isola di Taiwan. Da ciò la Repubblica popolare deduce che la sovranità non possa che appartenere a lei.

La RPC, dunque, è inflessibile sul fatto che esista una sola “Cina” e che sia lei a doverla governare. La ricerca di una soluzione pacifica – come ad esempio la politica “una Cina due sistemi” già adottata a Hong Kong e Macao ma inaccettabile per la RDC – non può entrare in contrasto con quel presupposto.


A proposito delle due ex colonie, vi rimando agli articoli su Hong Kong e Macao!


Le ragioni di Taiwan

Anche la Repubblica di Cina, come anticipato, ha sempre ritenuto di essere legittimata a governare non solo l’isola di Taiwan, ma anche l’intero territorio cinese continentale. Anche in questo caso vediamo quali sono le motivazioni a sostegno della propria posizione.

In merito alle richieste della RPC riguardo alla successione tra Stati, la Repubblica di Cina contesta il fatto che possa essere “sostituita” poiché, in realtà, non ha mai smesso di esistere. Il suo governo, infatti, esercita il suo potere sull’isola ancora oggi. Ciò spiega il motivo per cui la RDC rivendica sempre la sovranità sulla Cina continentale

Molto interessante è anche l’obiezione relativa alla guerra civile. Dal punto di vista giuridico, infatti, quella cinese non è mai terminata poiché non ci sono mai stati un armistizio, una resa o un annientamento del nemico. In tale ottica, dunque, la situazione attuale di stallo sarebbe solo temporanea, in attesa di una futura riunificazione della Cina.

Un’altra obiezione riguarda l’appartenenza storica di Taiwan alla “Cina”. Dalle prime costituzioni della Repubblica di Cina (nel 1912 e nel 1923), infatti, l’isola non compare nemmeno. Ciò è dovuto al fatto che in quegli anni apparteneva al Giappone, il quale rinunciò alla sovranità territoriale di Taiwan nel 1951 in seguito all’entrata in vigore del trattato di San Francisco.

Giappone e Taiwan nel 1912
Cartina del Giappone con Taiwan nel 1912

Secondo gli indipendentisti, tale accordo non trasferì la sovranità alla Cina – tra l’altro, per via del clima di tensione della recente guerra civile, ai negoziati non vennero invitati né la RPC né la RDC – bensì al popolo di Taiwan. Da questo punto di vista, quindi, l’isola non apparterrebbe al territorio cinese rivendicato dalla Repubblica popolare.


Il riconoscimento internazionale

Iniziamo da una premessa importante: nel diritto internazionale uno Stato non ha bisogno di essere riconosciuto dagli altri Paesi per definirsi indipendente. È sufficiente, infatti, che questo eserciti il proprio potere effettivamente e indipendentemente su di una comunità territoriale.

Da questa definizione capiamo che, dal punto di vista internazionale, sia la RPC che la RDC sono Stati indipendenti e sovrani rispetto al territorio effettivamente amministrato. In entrambi i casi, però, si ha un riconoscimento limitato da parte degli altri Paesi. In altre parole, non tutti gli Stati al mondo riconoscono la “Cina” nella Repubblica popolare.

Dalla cartina in basso, però, è evidente come questi siano in netta minoranza. A riconoscere ufficialmente la Repubblica di Cina, infatti, troviamo solo 13 Stati, di cui la maggior parte sono piccole nazioni. Va comunque detto che molti Paesi intrattengono delle relazioni non diplomatiche con Taiwan.

Riconoscimento internazionale del territorio cinese
Paesi che riconoscono la RPC (in rosso) o la RDC (in blu) come “Cina”.

Non è semplice, quindi, capire quale sia il territorio cinese e, di conseguenza, quale possa essere definita “Cina”. Entrambe le parti coinvolte vorrebbero riunire il Paese, nella speranza che ciò avvenga in modo pacifico. Detto questo non mi resta che salutarvi: alla prossima!

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it