Quando si studia il cinese, arriva il momento in cui ci si imbatte in qualcosa di mai visto nelle lingue europee: i classificatori. Ma cosa sono? Quanti sono? E perché sono così importanti? Vediamoli nell’articolo.
Prendete la frase: “un tavolo, tre libri, quattro gatti e sei persone”. Anche conoscendo il corrispettivo cinese di ogni parola, non potreste mai tradurla senza sapere cosa sono i classificatori.
Il classificatore (量词, liàngcí – parola di misura) è una particolarità della lingua cinese. Si tratta di una parola che si inserisce tra il numerale e il gruppo nominale quando viene indicata una quantità. Esistono anche altri casi, ma non li anticipo ancora.
Per spiegarvelo meglio provo a farvi qualche esempio con l’italiano. È vero infatti che i classificatori non esistono nella nostra lingua, però ci sono delle occasioni in cui si può riscontrare un meccanismo simile.
Ad esempio:
(1 paio di occhiali; 2 paia di scarpe; 3 paia di orecchini; 4 paia di forbici; etc.)
(1 branco di lupi; 2 stormi di uccelli; 3 greggi di pecore; 4 sciami di api; etc.)
(1 tazzina di caffè, 2 tazze di tè; 3 bicchieri di aranciata; 4 calici di buon vino; etc.) |
I classificatori si comportano, con le dovute attenzioni, nello stesso modo di quello delle parole scritte in corsivo negli esempi. Identificano a grandi linee la categoria riferita al gruppo nominale per permettere di quantificarlo.
In cinese, però, con rare eccezioni, questa regola è sempre obbligatoria e viene applicata a tutte le parole.
Quanti classificatori?
Come negli esempi fatti in precedenza, non esiste un unico classificatore universale, ma ogni parola è associata ad uno o più classificatori precisi. Non c’è un accordo su quale sia il numero esatto di classificatori utilizzati nella lingua cinese. I dizionari moderni ne contano orientativamente tra i 120 e i 150. Ma in realtà, per chi studia il cinese, sapere quanti sono interessa ben poco. L’importante è conoscere almeno quelli più comuni e sapere come utilizzarli. Vediamone alcuni accompagnati da qualche esempio.
Per leggere correttamente le frasi cinesi negli esempi, dovete sapere cosa sono il pinyin e i toni.
个 ge
È il classificatore generico. Si usa generalmente per persone e per cose astratte. Inoltre è quello che viene utilizzato quando non si conosce il classificatore corretto di una parola. Nella lingua parlata, compresa quella dialettale, si tende ad utilizzare questo anche quando è sbagliato.
Ad esempio:
(十月, senza il classificatore, è il mese di ottobre).
Mentre dalla frase iniziale:
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Questo classificatore, così come la maggior parte, non viene tradotto in alcun modo in italiano.
位 wèi
Classificatore specifico per persone, utilizzato per esprimere cortesia e rispetto. Attenzione però, non si usa mai con 人 (rén, persona).
Ad esempio:
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口 kǒu
Anche questo classificatore si utilizza con le persone, ma solo quando sono intese come componenti della famiglia.
Ad esempio: |
L’importanza della costruzione “numero + classificatore + gruppo nominale” è fondamentale per attribuire il giusto significato ai caratteri. 口, infatti, significa “bocca”, ma in questo caso – svolgendo la funzione di classificatore – perde il suo significato originale e non viene tradotto.
本 běn
Classificatore per oggetti e volumi rilegati come libri, riviste, etc.
Ad esempio:
Mentre dalla frase iniziale:
Se la parola a cui si riferisce il classificatore è palese, può essere sottintesa:
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把 bǎ
Classificatore per cose che si afferrano come coltelli, sedie, ecc.
Ad esempio:
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Questo classificatore non è però lo stesso di penne e pennelli. Sebbene anche questi si afferrino, il loro classificatore è 支 zhī, utilizzato per gli oggetti di forma cilindrica.
张 zhāng
Utilizzato per oggetti oblunghi e dalla superficie piatta come fogli, tavoli, etc.
Ad esempio:
Mentre dalla frase iniziale:
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只 zhī
Classificatore per molti animali come: cani, gatti e uccelli.
Ad esempio:
(Curiosità: 两只老虎 è anche il titolo della versione cinese di Fra Martino campanaro);
Mentre dalla frase iniziale:
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Quali classificatori si utilizzano oltre a 只? Scopriteli nell’articolo sugli animali in cinese!
杯 bēi
Classificatore per bevande che si bevono in tazze o bicchieri.
Ad esempio:
In questo caso il classificatore indica proprio il contenitore della bevanda, e non una parola astratta. 杯, infatti, significa “tazza, bicchiere”. Ecco perché, anche quando viene utilizzato come classificatore, è possibile tradurlo in italiano. |
Altri casi in cui si utilizzano i classificatori
Oltre alla semplice quantità espressa con un numero, esistono altri casi in cui il classificatore è, o non è, obbligatorio. Vediamoli!
Numeri cardinali
Questi si formano inserendo il carattere 第 (dì) prima del numero.
Ad esempio:
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Dimostrativi
Quelli cinesi più diffusi sono 这 (zhè, questo) e 那 (nà, quello).
Ad esempio:
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Il plurale dei dimostrativi viene formato aggiungendo il suffisso 些 (xiē). In questo caso non si usa il classificatore in quanto è sostituito da quel carattere.
Ad esempio:
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哪 (Quale?)
Anche in questo caso il plurale si forma con il suffisso 些 che prende il posto del classificatore.
Attenzione a non confondere i caratteri con forma e suono simile: “quale” 哪 (nǎ) e “quello” 那 (nà).
Ad esempio:
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几 (Quantità inferiore a 10)
In cinese esistono principalmente due modi per chiedere “quanti?”:
- 几 (jī, quando ci si aspetta una risposta con numeri inferiori a 10);
- 多少 (duōshao, quando ci si aspetta quantità maggiori).
Il classificatore è obbligatorio per il primo, ma non per il secondo. Nella risposta, invece, è sempre necessario.
Ad esempio:
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每 (ogni)
Anche con l’aggettivo indefinito “ogni” (每, měi) si utilizza il classificatore.
Ad esempio:
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Per concludere, i classificatori, soprattutto i primi tempi, sono parecchio ostici. Inizialmente può darsi che dimentichiate di inserirli. Poi è possibile che, erroneamente, utilizziate sempre 个. Ma in ogni caso non dovete preoccuparvi. Apprendendo parole sempre nuove, li imparerete pian piano quasi senza rendervene conto.
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it