Cinese e cantonese a confronto
Che differenza c’è tra cinese e cantonese? Che cosa hanno in comune le due lingue? Scopriamolo in questo articolo!

Tra le tante lingue parlate nel territorio cinese, il cantonese è sicuramente tra le più diffuse e importanti, tanto che viene usata, ad esempio, tra le lingue ufficiali dei più noti film di animazione. Ma qual è la differenza tra cinese e cantonese?

Sia il cinese standard (普通话, pǔtōnghuà) che il cantonese sono appartenenti alla famiglia delle lingue cinesi. Il primo viene chiamato comunemente “mandarino” perché la sua standardizzazione è basata sul cinese mandarino (官话) e, più specificatamente, sul dialetto di Pechino (北京话).

Il cantonese (广州话/廣州話, guǎngzhōuhuà), invece, è parlato soprattutto nella provincia del Guangdong e nelle regioni speciali di Hong Kong e di Macao. Non deriva dal mandarino ma dalle lingue yue (粤语/粵語, yuèyǔ), di cui fa parte anche il non intellegibile dialetto taishanese. Tuttavia, per sineddoche, la famiglia linguistica viene comunemente chiamata anch’essa “cantonese”.

I suoi territori di riferimento sono quelli dell’area sud-orientale della Cina, punto di partenza principale della diaspora cinese. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che il cantonese venga parlato abitualmente anche da milioni di persone in tutto il mondo.

Ma le due lingue sono intellegibili? Quali sono gli aspetti in comune e in cosa differiscono maggiormente? Non ci resta che scoprirlo.

Ripasso e approfondimento

Se avete iniziato a studiare il cinese da poco, il confronto con il cantonese potrebbe generarvi ulteriore confusione. Per concentrarvi bene su una lingua, vi ripropongo alcuni miei vecchi articoli, a cui potete accedere cliccando sui rispettivi link in basso, in cui ho spiegato le basi del cinese dalla pronuncia alla scrittura.

Come sempre ve li introduco a grandi linee con l’ausilio di una parola. Quella di oggi, per restare in tema di lingue parlate, è 语 (yǔ, lingua):

  • caratteri cinesi: sebbene comunemente vengano chiamati ideogrammi, la scrittura cinese nel suo complesso è in realtà composta da “caratteri”. 语, nello specifico, è un componente fonetico;
  • composti fonetici: il componente fonetico 吾 suggerisce la sillaba “yu” del carattere 语;
  • radicali: il radicale “parlare” 讠 ci fa capire che il carattere è associato alla produzione orale, in questo caso, appunto, di lingue parlate;
  • caratteri tradizionali: con i caratteri tradizionali, usati ancora oggi a Hong Kong e Taiwan, 语 si scriverebbe 語. In questo caso la semplificazione ha riguardato il solo radicale “parlare”, cambiato da 言 a 讠;
  • pinyin: nella sillaba “yu”, l’iniziale “y” si legge come la nostra “i”; la finale “u”, invece, è simile alla “u” francese;
  • toni: in “yǔ” non c’è un accento ma un tono. In questo caso è il terzo, per cui la sua pronuncia dovrà essere prima discendente e poi ascendente;
  • tratti: 语 è formato da 9 tratti: 1 goccia, 3 orizzontali, 2 verticali, 2 ribattuti orizzontali e 1 ribattuto orizzontale ascendente;
  • ordine dei tratti: per scrivere correttamente 语, da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, dobbiamo seguire quest’ordine: 丶㇊一丨㇕一丨㇕一;
  • parole bisillabiche: è molto facile trovare 语 in parole con due o più sillabe, tra cui: 语言 (yǔyán, lingua), 语法 (yǔfǎ, grammatica) e 汉语 (hànyǔ, lingua cinese).

Cinese e cantonese a confronto

Prima di iniziare è necessario precisare che, poiché la mia conoscenza del cantonese è piuttosto basica, le differenze presentate in questo articolo saranno quelle più evidenti, riconoscibili anche da chi non ha troppa familiarità con le due lingue.

In secondo luogo, al fine di evitare confusione con le scritture e/o le romanizzazioni, le frasi in cinese semplificato verranno scritte in rosso, quelle in cinese tradizionale (ove necessarie) in blu, mentre quelle in cantonese in verde.

Sistema di scrittura

Iniziamo con la prima somiglianza più evidente: entrambe le lingue sono interamente composte da caratteri. Diversamente dal giapponese o dal coreano, quindi, non troviamo altri sistemi di scrittura né, salvo rarissime eccezioni, lettere dell’alfabeto.

In cinese, però, sappiamo che dobbiamo fare un’ulteriore distinzione. Nella Repubblica popolare – la Cina continentale – i caratteri ufficiali sono quelli semplificati, introdotti nel Paese negli anni ’50 del secolo scorso, mentre nell’isola di Formosa – meglio nota come Taiwan – si usano ancora oggi quelli tradizionali. Nel cantonese, invece, non c’è mai stata alcuna semplificazione, per cui i caratteri utilizzati sono quelli tradizionali.

Attenzione a non confondere “lo stesso sistema di scrittura” con “la stessa lingua”. Sebbene i caratteri usati a Taiwan e Pechino siano diversi, la lingua è la stessa, con differenze locali come può avvenire tra british e american english. Il cinese di Taiwan e il cantonese di Hong Kong, pur usando entrambi i caratteri tradizionali, sono invece due lingue diverse come possono esserlo l’italiano e lo spagnolo.

Ad esempio, se volessimo dire “uno studente”, i caratteri del cinese tradizionale e del cantonese coinciderebbero:

  • 一个学生;
  • 一個學生;
  • 一個學生.

Proviamo ora a cambiare la frase chiedendo “perché loro non sono qui?”:

  • 为什么他们不在这里?;
  • 為什麼他們不在這裡?;
  • 點解佢哋唔喺度?.

In questo caso estremo, anche senza inserire la pronuncia appare evidente la differenza tra il cinese e il cantonese dato che, a parità di significato, i caratteri utilizzati sono completamente diversi.

Caratteri cinesi

Con gli esempi precedenti possiamo iniziare a capire come, sebbene il cantonese sia composto da caratteri tradizionali, questi non siano necessariamente identici al 100% a quelli utilizzati a Taiwan. Nel cantonese, infatti, è possibile trovare caratteri specifici di questa lingua e non presenti nel cinese standard.

Ad esempio, in cinese non troviamo i caratteri:

  • (equivalente di );
  • (muovere/rsi);
  •  (equivalente di );
  • (equivalente dei pronomi personali , e );
  • (equivalente di , per cui in cantonese “loro” si dirà 佢哋 anziché 他们);
  • (equivalente della negazione 没有).

Può capitare altresì che lo stesso carattere possa avere significati completamente diversi tra le due lingue.

Ad esempio:

  • (questo) ➝ /這 (questo),  (particella interrogativa);
  • (essere) ➝ (essere), / (legare, connettere, facoltà universitaria);
  • (anche) ➝ (anche), (tutti, entrambi).

Toni

Per chi studia la lingua cinese, l’incubo principale, soprattutto i primi tempi, è rappresentato dai toni. In questa lingua, infatti, abbiamo 4 toni più 1 neutro, la cui diversa pronuncia può stravolgere completamente il senso delle parole e/o della frase.

Toni in lingua cinese
I 4 toni della lingua cinese

Da questo punto di vista il cantonese è ancora più problematico, in quanto qui i toni principali sono 6. A questi si aggiungono 3 toni “entranti”, detti anche “chiusi”, i quali troncano le sillabe che terminano con le lettere “p”, “t” o “k”.

Toni in lingua cantonese
I 6 toni della lingua cantonese

Come si può apprezzare meglio dal confronto delle immagini, i toni del cinese e del cantonese, oltre che per il numero, non coincidono nemmeno come pronuncia.

Trascrizione fonetica

Il sistema di romanizzazione ufficiale della Cina continentale è, come sappiamo, il pinyin. In passato era prevalente il Wade-Giles, utilizzato ancora oggi a Taiwan, soprattutto per toponimi e nomi di persona. Occorre ricordare che passando da un sistema all’altro, a cambiare è il modo di trascrivere le sillabe, non la loro pronuncia.

Il cantonese, invece, non usa né l’uno né l’altro. Anche in questo caso troviamo più sistemi di romanizzazione tra cui i più famosi e diffusi sono lo Jyutping (creato a Hong Kong nel 1993 e aggiornato nel 2018) e lo Yale (creato nel 1958 e utilizzato ancora oggi, soprattutto nell’insegnamento del cantonese agli stranieri anglofoni).

Segni grafici

Il pinyin ha quattro segni grafici per distinguere i quattro toni; la sillaba “ma”, ad esempio, può essere scritta: mā, má, mǎ o mà. Nella sillaba “ma”, invece, l’assenza del segno grafico indica il tono neutro.

Questa procedura appare più complicata in cantonese poiché, come abbiamo visto, i toni principali non sono quattro ma sei. A tal proposito lo Jyutping non utilizza segni grafici, ma inserisce il numero del tono corrispondente dopo ogni sillaba. Nello Yale, invece, troviamo una combinazione di segni grafici e “h” per capire il tono di riferimento; ad esempio, se volessimo scrivere la sillaba “si” con i sei toni avremmo: sī, sí, si, sìh, síh, sih.

Ad esempio:

“uno studente”

  • 一个学生 (yī ge xuésheng);
  • 一個學生 (jat1 go3 hok6 sang1) [Jyutping];
  • 一個學生 (yāt go hohk sāang) [Yale].

“perché loro non sono qui?”

  • 为什么他们不在这里?(wèishénme tāmen bù zài zhèlǐ?);
  • 點解佢哋唔喺度?(dim2 gaai2 keoi5 dei6 m4 hai2 dou6?) [Jyutping];
  • 點解佢哋唔喺度?(dím gáai kéuih deih m̀h hái douh?) [Yale].

Sillabe

Gli esempi già proposti, con la relativa romanizzazione, mettono in evidenza un punto in comune tra il cinese e il cantonese: in entrambe le lingue ogni sillaba corrisponde a un carattere. Per dirla in altri termini, una frase composta da 7 caratteri sarà automaticamente formata da 7 sillabe.

Ad esempio, separando le singole sillabe del pinyin per maggiore chiarezza, avremo:

  • 一个学生 (yī ge xué sheng) ➝ 4 sillabe;
  • 一個學生 (jat1 go3 hok6 sang1) ➝ 4 sillabe;
  • 为什么他们不在这里?(wèi shén me tā men bù zài zhè lǐ?) ➝ 9 sillabe;
  • 點解佢哋唔喺度?(dim2 gaai2 keoi5 dei6 m4 hai2 dou6?) ➝ 7 sillabe.

Pronuncia

Appurato che in entrambe le lingue ogni sillaba corrisponde a un carattere, la loro pronuncia coincide o presenta delle differenze? Per quanto detto in riferimento ai toni appare già evidente come la risposta non possa che essere negativa.

Bisogna ricordare, però, che le due lingue condividono la stessa famiglia linguistica, quella delle lingue cinesi, per cui non sono così estranee l’una dall’altra. In molti casi, infatti, è possibile riscontrare delle somiglianze ricorrenti nella pronuncia delle sillabe.

Per comprendere meglio questo punto, prendiamo ad esempio l’italiano e lo spagnolo, entrambe lingue romanze. I nostri “o” (in “porta”, “nuovo”, ecc.) o “-zione” (in “emozione“, “nazione“, ecc.) nella lingua iberica corrispondono a “ue” (“puerta”, “nuevo”, ecc.) e “-ción” (“emoción“, “nación“, ecc.). In cantonese, in linea molto generale, avviene un po’ la stessa cosa.

Ad esempio:

L’iniziale shs

  • 时/時 (shí, si4);
  • 食 (shí, sik6);
  • 十 (shí, sap6);
  • 生 (shēng/sheng, saang1/sang1).

L’iniziale jg

  • 加 (jiā, gaa1);
  • 家 (jiā, gaa1);
  • 今 (jīn, gam1);
  • 几/幾 (/, gei1/gei2).

La finale aoou

  • 好 (hǎo, hou2);
  • 老 (lǎo, lou5);
  • 早 (zǎo, zou2);
  • 到 (dào, dou3).

Ovviamente, come per l’italiano e lo spagnolo, non esistono solo automatismi fissi e le due lingue non sono una la conversione dell’altra. Lo si può capire facilmente nell’esempio con “shí”, in cui la finale “-i”, a parità di sillaba e tono, è stata convertita in “-i”, “-ik” e “-ap”.

Parole

Al di là della pronuncia, le parole e i caratteri utilizzati nelle due lingue sono gli stessi o anche qui abbiamo delle differenze? Come già anticipato negli esempi iniziali, il cantonese non è un cinese letto diversamente, ma è proprio un’altra lingua. In molti casi, quindi, non c’è corrispondenza tra le parole utilizzate in cinese e in cantonese, per cui conoscere una lingua non significa capire automaticamente l’altra.

Ad esempio:

  • bere (, );
  • mangiare (, );
  • che cosa? (什么/什麼, 乜嘢);
  • buongiorno (早上好, 早晨);
  • ieri (昨天, 尋日)
  • domani (明天, 聽日);
  • guardare, vedere (, ).

Struttura della frase

Se osserviamo le frasi nel loro complesso, cinese e cantonese sono molto simili in quanto entrambi condividono la struttura S-V-O (soggetto-verbo-oggetto). Anche la posizione degli altri elementi grammaticali, perlomeno in linea generale, combacia con la loro controparte cinese.

Ad esempio, riprendendo la frase precedente:

  • “perché loro non sono qui?”

为什么他们不在这里?

  • 为什么 = perché
  • 他们 = loro
  • 不 = non
  • 在 = stare
  • 这里 = qui

點解佢哋唔喺度?

  • 點解 = perché
  • 佢哋 = loro
  • 唔 = non
  • 喺 = stare
  • 度 = qui (in realtà “qui” si dice 呢度, ma il verbo ad oggetto interno 喺度, separato in questo esempio per illustrare meglio il confronto, corrisponde proprio a “stare qui”)

Se volessimo prendere un altra frase:

  • “quello è il nostro insegnante”

那位是我们的老师

  • 那 = quello/a
  • 位 = classificatore onorifico di persone
  • 是 = essere
  • 我们= nostro/a (noi + particella possessiva)
  • 老师 = insegnante

嗰位係我哋嘅老師

  • 嗰 = quello/a
  • 位 = classificatore onorifico di persone
  • 係 = essere
  • 我哋嘅 = nostro/a (noi + particella possessiva)
  • 老師 = insegnante

Particelle

Le particelle, pur nella loro semplicità, sono fondamentali per fornire e/o cambiare il senso delle frasi in cinese. Come visto nell’ultimo esempio, vengono utilizzate pure in cantonese anche se i caratteri non sempre coincidono.

Ad esempio, coincide la particella:

  • esclamativa ();
  • che introduce il complemento di grado ();
  • che ribalta una domanda (, ).

Non c’è coincidenza, invece, in caso di particella:

Ovviamente bisogna tenere conto che in entrambe le lingue le particelle hanno più significati (basti pensare alla particella 了 modale o aspettuale), per cui possono esserci ulteriori corrispondenze o meno rispetto a quelle proposte in questo articolo.

Oltre a quanto già detto, una differenza importante è data dal fatto che nel cantonese colloquiale è assente una controparte diretta della particella interrogativa 吗 (ne vengono usate altre ma con diverse accezioni). Per fare domande in cui è prevista una risposta “sì/no”, infatti, normalmente i cantonesi usano la struttura con la negazione (verbo + negazione + verbo) presente anche in cinese.

Ad esempio:

“sei cinese?”

  • 你是中国人吗?(nǐ shì zhōngguórén ma?);
  • 你是不是中国人? (nǐ shì bù shì zhōngguórén?);
  • 你係唔係中國人? (nei5 hai6 m4 hai6 zung1 gwok3 jan4?).

Classificatori

Un altro elemento tipico delle lingue orientali è rappresentato dai classificatori, indispensabili per quantificare oggetti, persone e qualsiasi altra cosa. Anche qui la coincidenza tra i caratteri utilizzati nelle due lingue non è automatica.

Ad esempio, coincide il classificatore:

  • generico (/, );
  • onorifico di persone (, );
  • per animali (/, );

Non c’è coincidenza, invece, in caso di classificatore:

  • per edifici pubblici e commerciali (, );
  • di paia (/, );
  • di veicoli (/, ).

Il cinese e il cantonese, quindi, sebbene appaiano molto simili, sono due lingue ben diverse, sia per la scrittura che per la pronuncia. Detto questo non mi resta che salutarvi: 再见!

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it