
Come e perché ridurre il sale nella dieta? Scopriamone di più in questa guida!
In Italia si consumano in media 10 g di sale al giorno, decisamente troppi per l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, che fissa il limite massimo a 5 g al giorno nei normotesi (3 grammi nei pazienti ipertesi e sodio-sensibili) nelle sue linee guida.1 Il sale è infatti la più importante fonte di sodio, un fattore di rischio accertato per le malattie cardiovascolari, l’obesità, i tumori gastrici, le malattie dei reni e delle ossa, e le quantità mediamente ingerite dagli Italiani ne apportano ben 3,92 grammi. Ridurre il sale nella dieta è dunque indispensabile per prevenire o quantomeno rallentare lo sviluppo delle malattie summenzionate. Vediamo in che modo!
I consigli per ridurre il desiderio di cibi salati
Ridurre l’apporto di sale (e quindi di sodio) con la dieta non è poi così difficile: basta farlo gradualmente, in modo tale da abituare le papille gustative alla riduzione del salato, e con le seguenti strategie.
1) Aggiungete poco sale
Il sale viene aggiunto ai contorni, primi e secondi piatti, per renderli più gradevoli al palato; esistono, tuttavia, dei piccoli trucchi per ridurre il desiderio di sale e dunque le quantità:
- salate a cottura ultimata o quasi. Aggiungete il sale due minuti prima di colare la pasta o a cottura ultimata per quanto riguarda la carne. Questo trucchetto, suggerito in un incontro di Nutrion Foundation of Italy di EXPO 2015, fa sì che il sale rimanga in superficie, ingannando così le papille;
- usate l’aceto e il succo di limone, infatti l’acidità riduce il desiderio di salato. Per quanto riguarda l’aceto, potete usare indifferentemente quello di vino, bianco o balsamico, o quello di mele;
- usate le spezie ed erbe aromatiche, che grazie all’aroma placano la brama di sale. Ma fate attenzione a non usare il dado o altri insaporitori già pronti, perché sono ricchi di sale.
2) Limitate gli alimenti salati
Aggiungere poco sale non basta per “disintossicarsi”, infatti bisogna fare attenzione agli alimenti che possono contenerne molto, soprattutto quelli lavorati. Tra questi abbiamo i cibi stagionati, quali salumi e formaggi, ma anche le salse, gli spuntini e i vari prodotti da forno. Nella tabella successiva, riportiamo un elenco dei cibi più ricchi di sale.
Salumi e insaccati: |
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Formaggi: |
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Salse: |
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Cibi conservati: |
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Spuntini e prodotti da forno: |
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3) Preferite gli alimenti freschi
Date spazio agli alimenti freschi e cucinate voi le pietanze, evitando di ripiegare sui piatti pronti e sul cibo spazzatura. Dite sì a frutta e verdura, carni e prodotti ittici non conservati, così come latticini e formaggi freschi. Ma anche alla frutta secca non salata e ai prodotti da forno, possibilmente integrali, senza sale aggiunto.
Nella tabella successiva, riportiamo i cibi che contengono meno sodio o ne sono naturalmente privi.
Frutta fresca: |
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Verdura fresca: |
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Frutta secca senza sale aggiunto: |
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Altri alimenti poveri di sodio: |
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4) Leggete attentamente le etichette
Leggere l’etichetta, si sa, è importante per fare scelte intelligenti e consapevoli. Riguardo al sale, esistono alcune indicazioni a cui dovremmo prestare particolare attenzione:
- la dicitura “a basso contenuto di sodio“, ad esempio, nasconde un trabocchetto – il prodotto, sebbene povero di sodio, è probabilmente ricco di potassio, che ad alte dosi è pericoloso per il cuore;
- in secondo luogo, la posizione del sale tra gli ingredienti – se è riportato tra i primi 4 o 5, il prodotto ne contiene molto.
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, scoprite le nostre ricette con le spezie!
Riferimenti bibliografici:
- Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS: “Salt reduction“.
Crediti fotografici
In apertura, foto di Bruno da Pixabay.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi scrivendo a j.zanza@inchiostrovirtuale.it