Ideogrammi cinesi (quelli veri, però!)
Se avete digitato “ideogrammi cinesi” sul vostro motore di ricerca, è molto probabile che le informazioni che vi occorrono siano diverse da quelle che state cercando. Magari vi serve uno spunto per un tatuaggio o siete solo curiosi di vedere una lingua all’apparenza indecifrabile. Ma quelli che interessano a voi non sono di certo gli ideogrammi.

Se esistesse una classifica delle cento cose da non dire a uno studente di cinese, “ideogrammi cinesi” si giocherebbe il primo posto con “alfabeto cinese”. Si tratta infatti di parole entrate nell’immaginario collettivo ma che hanno poco, o nulla, a che fare con il cinese. Chi legge i miei articoli, o ha una conoscenza pregressa della lingua, dovrebbe ormai sapere che il cinese è formato dai “caratteri”, dei quali solo il 5% sono ideogrammi (指事, zhǐshì). Pertanto, quando si parla di questi ultimi riferendosi all’intera scrittura, si fa ricorso a una sineddoche.

Probabilmente non vi siete mai posti il problema se quelli cinesi siano ideogrammi o meno, ma è probabile che chiamiate così quelli giapponesi. La lingua nipponica è infatti più popolare nei nostri confini per via degli innumerevoli manga e anime di successo. Ma anche in questo caso l’errore rimane tale. Le due scritture del Paese del Sol levante, l’hiragana e il katakana, sono dei sillabari, una sorta di alfabeti sillabici. Vengono poi utilizzati i kanji che, qualora non lo sappiate, sono proprio i caratteri cinesi, seppur con varie modifiche ed eccezioni. La parola giapponese “kanji” (漢字) è infatti l’esatto corrispettivo della parola cinese “hànzi” (汉字, caratteri cinesi), che con i caratteri tradizionali si scrive appunto 漢字.


Per ulteriori informazioni in merito alle due lingue, vi rimando al mio articolo relativo al confronto tra cinese e giapponese.


Risulta perciò evidente che, indipendentemente dal fatto che si tratti di lingua cinese o giapponese, la maggior parte delle volte che si parla di ideogrammi cinesi lo si fa a sproposito. Ma cosa sono quindi gli ideogrammi cinesi?


Ripasso e approfondimento

Prima di proseguire con l’articolo vi propongo, con l’ausilio dei vecchi link, il consueto approfondimento di un carattere cinese. Oggi vediamo 上 (shàng, sopra), che ritroveremo più avanti:

  • carattere: è un ideogramma. Cliccando sul link potrete avere un’idea generale delle varie tipologie dei caratteri;
  • pinyin: “shang” è la trascrizione fonetica del carattere . L’iniziale “sh” ha un suono simile allo “sc” di scivolo; il finale “ang” è simile all’italiano ma con la “g” quasi impercettibile, come avviene nella parola inglese “song”. Nel link trovate tutte le pronunce del pinyin cinese;
  • toni: quando si parla di lingua cinese bisogna ricordare che questa non ha accenti ma toni. Il trattino sulla “a” di “shang” indica che la parola deve essere pronunciata con un tono discendente ma deciso. All’interno del link trovate la spiegazione e l’audio dei toni cinesi;
  • tratti: è formato da 3 tratti. Nel link trovate le regole per riconoscere e scrivere correttamente qualsiasi tratto dei caratteri cinesi;
  • ordine dei tratti: anche la sequenza con cui vengono segnati i tratti è importante per una scrittura corretta. In questo caso è sempre: 丨 一 一 . All’interno del link trovate tutte le linee guida per poter scrivere qualsiasi carattere;
  • radicali: il radicale di  è 一 . Nel link potrete capire qual è l’utilità di questi componenti;
  • parole bisillabiche: il carattere compare in molte parole bisillabiche, come ad esempio 学 (shàngxué, andare/frequentare la scuola). Nel link capirete, in linea generale, come vengono formate queste parole;
  • caratteri tradizionali: il carattere tradizionale di è identico a quello semplificato. Nell’articolo capirete perché esistono due sistemi di scrittura e per quale motivo non è del tutto corretto parlare di “cinese mandarino”.

Gli ideogrammi cinesi

Una delle convinzioni maggiori in merito agli ideogrammi è che questi siano un disegno del loro significato. In altre parole si pensa che nel carattere di “casa” sia disegnata un’abitazione, in quello di “gatto” un micetto e così via per tutte le altre parole esistenti. In realtà non è affatto così. Tra l’altro il significato di “ideogramma” non è nemmeno quello, per cui si fa un ulteriore buco nell’acqua.

Ideogrammi cinesi

cosa sono:

  • rappresentazioni di idee e concetti astratti;

cosa non sono:

  • rappresentazioni di cose e oggetti reali – ad esempio: 日 (rì, sole);
  • combinazioni di caratteri per ottenere un nuovo significato – ad esempio: 安 (ān, calmo/tranquillo), in cui sono presenti i componenti 宀 (tetto) e 女 (donna);
  • combinazioni di caratteri per conferire un certo suono alla parola – ad esempio: 妈 (mā, mamma), in cui è presente il componente 马 (mǎ);
  • caratteri già esistenti che assumono nuovi significati – ad esempio: 来 (lái, venire), in origine il carattere di “grano”.

Ora che sappiamo a cosa fanno riferimento gli ideogrammi cinesi, vediamo qualche esempio!


Sopra e sotto

Due ideogrammi cinesi molto diffusi sono 上 (shàng, sopra) e 下 (xià, sotto). I loro significati sono dunque astratti, così come l’insieme dei tratti che li formano. Con l’ausilio delle immagini vi mostro in che modo vengono espressi i concetti di “sopra” e “sotto”!

Ideogrammi cinesi (quelli veri, però!) -上 (shàng, sopra)
L’ideogramma “sopra”
Ideogrammi cinesi (quelli veri, però!) - 下 (xià, sotto)
L’ideogramma “sotto”

Come potete osservare si tratta di due caratteri opposti. La loro rappresentazione è simile a quella di un piano cartesiano, in quanto sono presenti una sorta di ascissa e di ordinata (entrambe colorate in verde).

In questo contesto i concetti di “sopra” e “sotto” vengono indicati dal tratto (in rosso) posto lungo l’asse verticale.


Origine e fine

Altri due ideogrammi molto simili tra di loro sono: 本 (běn, radice/base/origine) e 末 (mò, punta/estremità/fine). Il primo è piuttosto comune in quanto viene utilizzato come classificatore di libri e riviste. Inoltre è contenuto nella parola 日本(rìběn, Giappone, letteralmente: “origine del sole”). Il secondo lo si può trovare, ad esempio, nella parola 末 (zhōumò, fine settimana). Attenzione però a non confonderlo con il carattere molto simile: 未 (wèi, non ancora).

Ideogrammi cinesi (quelli veri, però!) - 末 (mò, fine)
L’ideogramma “fine”
Ideogrammi cinesi (quelli veri, però!) - 本 (běn, origine)
L’ideogramma “origine”

Come prima ci si trova di fronte a due caratteri opposti. In questo caso il punto di riferimento è dato da un albero 木 (colorato in verde).

Il tratto posto in basso (in rosso) indica il punto in cui si trovano le radici dell’albero e, per estensione del termine, i concetti di “base” e “origine”. Tracciato in alto identifica invece la “punta”, per cui l'”estremità” e la “fine”.


Uno, due e tre

Finiamo questa breve carrellata degli ideogrammi cinesi più comuni con i numeri dall’uno al tre, i più semplici da memorizzare. Per ripassarli tutti vi rimando all’articolo sui numeri in cinese.

Ideogrammi cinesi (quelli veri, però!) 一 (yī, uno)
“uno”
Ideogrammi cinesi (quelli veri, però!) - 二 (èr, due)
“due”
Ideogrammi cinesi (quelli veri, però!) - 三 (sān, tre)
“tre”

In questi casi la costruzione del significato è abbastanza intuitiva, poiché viene rappresentato dal numero di linee presenti.


A questo punto dovrebbe essere chiaro che “ideogrammi cinesi” non è un sinonimo di “caratteri cinesi”. Se quindi non avete ancora trovato lo spunto per il vostro tatuaggio, potete digitare le parole corrette per avere una disponibilità di simboli maggiore. In ogni caso potrete iniziare ad usare i termini con il loro vero significato. 再见

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it