Quali sono le principali differenze tra cinese e coreano? Cerchiamo di capire cosa hanno in comune queste due lingue orientali!
La lingua coreana, grazie al successo di Gangnam Style o del gruppo k-pop BTS, è diventata sempre più popolare nel nostro Paese. Essendo completamente diversa dall’italiano, però, non è comprensibile da chi non l’ha mai studiata. Ma se facessimo un confronto tra cinese e coreano troveremmo più somiglianze?
A livello geografico, infatti, la Cina e la penisola coreana sono confinanti, per cui è lecito attendersi due lingue molto simili tra loro per quanto diverse. Inoltre, quasi a voler confermare le nostre aspettative, nell’immaginario collettivo non c’è una grossa differenza (culturale, somatica, ecc.) tra cinesi e coreani.
In realtà, mettendo da parte gli stereotipi, le due popolazioni sono ben diverse. Parlando dell’aspetto linguistico – quello che interessa in questo articolo -, non è così scontata la somiglianza. Nel già visto confronto con il giapponese, infatti, pur in presenza di tanti aspetti in comune, ci eravamo trovati di fronte a due lingue completamente diverse.
Se ve lo siete perso, vi rimando all’articolo sul confronto tra cinese e giapponese!
Proviamo a capire, quindi, se cinese e coreano sono due lingue “sorelle” nella scrittura e/o nella pronuncia o se, invece, non hanno niente a che fare l’una con l’altra.
Ripasso e approfondimentoSe volete iniziare a conoscere la lingua cinese, i miei vecchi articoli (ai quali potete accedere cliccando sui rispettivi link) possono darvi una mano. Lì, infatti, ho provato a spiegarne la basi, dalla pronuncia alla scrittura. Per illustrarvi a grandi linee il loro contenuto, come sempre, vi propongo l’analisi di una parola. Quella di oggi è 海 (hǎi, mare):
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Cinese e coreano a confronto
A questo punto siamo pronti per fare il confronto tra cinese e coreano. Prima, però, sono necessarie alcune premesse per evitare possibili incomprensioni.
Innanzitutto è bene precisare che io non parlo il coreano, per cui perdonate eventuali imprecisioni. L’obiettivo di questo articolo non è quello di insegnare questa lingua o di proporre complicate costruzioni grammaticali ma, a livello molto generale, capire in cosa differisce dal cinese.
A proposito dell’aspetto linguistico, invece, potrebbe sorgere il dubbio su quale sia lo Stato di riferimento. Da oltre 70 anni, infatti, esistono due Coree: quella del Nord e quella del Sud. Tuttavia non ci sono grosse differenze a livello parlato per cui, salvo precisazioni, le informazioni linguistiche riportate sono valide per entrambi i Paesi.
Infine, per evitare confusione tra le parole e le frasi scritte in cinese (中文) e coreano (한국어), le prime verranno scritte in rosso mentre le seconde in viola.
Alfabeto / Sistema di scrittura
Per darvi un’idea generale sulla scrittura delle due lingue, vi propongo la stessa pagina di wikipedia (quella dell’Italia) in cinese (意大利) e in coreano (이탈리아).
A proposito, vi rimando ad alcuni consigli su come usare wikipedia in cinese!
Anche da una visione superficiale è evidente che le due lingue siano scritte in modo completamente diverso. Rispetto al cinese, infatti, il coreano appare più uniforme e, per certi versi, più tondeggiante. Ma cerchiamo di capire meglio in cosa consistono, sostanzialmente, queste differenze.
Cinese
Per quanto riguarda il cinese, come sapete, non esistono né lettere né alfabeti di alcun tipo. I simboli utilizzati per la scrittura sono i caratteri (汉字, hànzì) i quali, poiché non forniscono alcuna informazione sulla pronuncia, sono impossibili da leggere per chi non li conosce.
Osservando la pagina di wikipedia, ad esempio, non potremmo mai capire come si legge 意大利 (yìdàlì, Italia) senza sapere il suono delle tre sillabe che compongono il nome. Oppure pensate a parole come 土 (tǔ, terra) e 士 (shì, letterato/soldato), quasi identiche nella scrittura ma completamente diverse per significato e pronuncia.
Trovate altri esempi di questo tipo nell’articolo sui caratteri cinesi quasi identici!
Da notare, inoltre, che in cinese non esistono gli spazi tra un termine e l’altro. Per questo motivo non è possibile capire quando iniziano e finiscono le varie parole senza conoscere la lingua.
Coreano
Il coreano, invece, strano a dirsi, è facilissimo da leggere per chi ne ha una conoscenza anche solo elementare. Diversamente dal cinese, infatti, è dotato di un proprio alfabeto, l’hangeul (한글) – noto in Corea del Nord con il nome di chosŏngŭl (조선글) – e di lettere proprie, i jamo (자모, 字母). Questi sono in totale 51 e sono composti da:
- 19 consonanti;
- 21 vocali;
- 11 raggruppamenti di consonanti.
La particolarità dei jamo, però, è che questi non compaiono mai da soli ma si uniscono tra loro per formare le varie sillabe.
Prendiamo, ad esempio, la parola 이탈리아 (Itallia, Italia). 이 (i) è formato da:
탈 (tal) è formato da:
리 (li) è formato da:
아 (a) è formato da:
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A differenza del cinese, inoltre, le singole parole sono distanziate l’una dall’altra per cui possono essere riconosciute più facilmente.
Caratteri cinesi
I caratteri cinesi, come detto, sono l’unico tipo di scrittura presente in Cina. Volendo essere più precisi, nella Repubblica popolare e a Singapore si utilizzano quelli semplificati, mentre a Taiwan, Hong Kong e Macao si utilizzano quelli tradizionali.
Parlando di questi ultimi tre territori, vi rimando agli articoli riguardanti Taiwan, Hong Kong e Macao!
In coreano, per quanto detto e visto finora, sembra scontato dire che i caratteri non esistono. Ma allora perché, parlando dei jamo, ho inserito il nome 字母? No, in quell’occasione non ho fatto confusione coi colori.
Gli hanja (한자, 漢字, caratteri cinesi), in realtà, esistono anche nella penisola e, anzi, ne rappresentano la scrittura storica visto che il loro primo utilizzo risale al 400 a.C. circa. Nel 1945, però, in seguito all’indipendenza dal Giappone, la scrittura ufficiale divenne l’hangeul.
Da quel giorno gli hanja non sono spariti completamente dalla lingua, tanto che ancora oggi vengono insegnati nelle scuole delle due Coree. Tuttavia sono ormai in disuso e vengono impiegati solo in pochi contesti, come ad esempio nei titoli di giornale.
Osservando l’immagine ci rendiamo conto di come i caratteri 原則 (原则, principio) e 災難 (灾难, disastro), che ho evidenziato in giallo, siano quelli tradizionali.
Il motivo è da ricercare nella cronologia degli eventi. Nel 1945, anno in cui l’hangeul prese il posto degli hanja come scrittura ufficiale della Corea, non esistevano ancora né la Repubblica popolare cinese (1949), né tantomeno i caratteri semplificati (introdotti a partire dal 1956).
A proposito della nascita della Repubblica popolare, vi rimando all’articolo sulla Rivoluzione cinese!
Alcuni caratteri – i 국자 (gukja, 國字) -, però, sono stati inventati in Corea e non esistono nemmeno nel cinese tradizionale.
Ad esempio: 欌 (장, jang, guardaroba) |
Trascrizione fonetica
Il sistema di romanizzazione ufficiale del cinese è il pīnyīn (拼音). Attraverso determinate combinazioni tra le 21 iniziali e le 38 finali che lo compongono, è possibile ricavare tutte le sillabe esistenti nella lingua.
Per quanto riguarda il coreano, invece, bisogna fare una distinzione tra i due Stati:
- in Corea del Nord, fino al 1992, si utilizzava il McCune–Reischauer. Oggi si usa una sua variante, il cui ultimo aggiornamento risale al 2002;
- in Corea del Sud, invece, a partire dal 2000, si utilizza la “Latinizzazione riveduta della lingua coreana” (국어의 로마자 표기법).
Le varie traslitterazioni presenti in questo articolo, salvo diversa indicazione, fanno riferimento alla latinizzazione riveduta. La parola “hangeul”, ad esempio – che ricordo, non si utilizza in Corea del Nord -, con il McCune-Reischauer si scriverebbe “hangŭl”.
L’aspetto politico è, indirettamente, uno dei motivi per cui i due Paesi coreani adottano un differente sistema di traslitterazione. Nella Corea del Sud, infatti, si è preferito eliminare apostrofi, segni diacritici e accenti di qualunque tipo anche per facilitare l’utilizzo della lingua in ambito informatico, problema non così sentito nella Repubblica popolare democratica.
E qual è la posizione della Repubblica popolare cinese rispetto al web? Ne ho parlato riguardo al mondo di internet in Cina!
L’aspetto in comune tra cinese e coreano è che nessuna delle rispettive romanizzazioni rappresenta una scrittura alternativa a quella ufficiale e che, bisogna ricordarlo, nessuna di esse può essere letta come se fosse italiano.
Pronuncia
Per quanto riguarda la pronuncia, non voglio concentrarmi sulle singole lettere o sillabe ma voglio capire se i caratteri cinesi vengono letti in maniera simile nelle due lingue.
Nella tabella in basso ho inserito anche le corrispondenti sillabe coreane. Cliccando su di esse potrete accedere alle rispettive pronunce, in modo da poter apprezzare meglio le possibili somiglianze.
Ad esempio: 中 (zhōng, 중 jung, centro) |
Prendendo alcune parole a caso sembra che la pronuncia dei caratteri non sia così distante. Le differenze, comunque evidenti, derivano dal fatto che i suoni degli hanja si rifanno soprattutto al cinese antico e non a quello contemporaneo.
Ad esempio: 学/學 (xué, 학 hak, studiare) dal cinese antico “haewk” |
Toni
Se c’è una cosa di cui non possiamo a fare a meno in cinese sono i toni. Questi, infatti, sono presenti in ogni sillaba e, al netto di omofoni, una loro pronuncia errata può stravolgere il senso delle nostre parole.
Ad esempio: 买 (mǎi, comprare) |
Nel coreano moderno, invece, non esiste alcun tipo di tono. Ciò fa sì che esistano parole che, pur avendo significati completamente diversi, vengono scritte e pronunciate nello stesso modo. Solo attraverso l’utilizzo degli hanja è possibile distinguerle per etimologia e, indipendentemente dal contesto, per significato.
Ad esempio, alcuni significati della parola 수도 (sudo) sono: 首都 (capitale/metropoli) |
Segni grafici
I segni grafici presenti nel pinyin sono i quattro toni e l’apostrofo. Con quest’ultimo si separano due sillabe aventi una vocale, rispettivamente, come iniziale e come finale. Ciò permette, quindi, di capire senza confusione quale sia la pronuncia della parola.
Ad esempio: xī’ān (西安, Xi’an) |
Per quanto detto in precedenza, per il coreano dobbiamo distinguere tra latinizzazione riveduta e McCune-Reischauer (che in questo paragrafo indicherò in verde). Nel primo caso, infatti, viene utilizzato solo il trattino (-), il quale è spesso opzionale. In Corea del Nord, invece, si utilizzano:
- apostrofo (1° utilizzo): per differenziare le consonanti aspirate da quelle che non lo sono.
Ad esempio: ch’ (ㅊ, ch), come nella parola 차 (ch’a, cha, veicolo) |
- apostrofo (2° utilizzo): come nel pinyin, necessario per evitare confusione tra sillabe diverse nelle quali, però, è presente una consonante aspirata. Questo è uno dei casi in cui è possibile aggiungere il trattino nella latinizzazione riveduta.
Ad esempio: n’g (ㄴㄱ, n-g), come nella parola 잔금 (chan’gŭm, jan-geum, bilancio) |
- breve: necessario per differenziare le pronunce delle vocali “o” e “u”.
Ad esempio: ŏ (ㅓ, eo), come nella parola 서 (sŏ, seo, ovest) ŭ (ㅡ, eu), come nella parola 은 (ŭn, eun, argento) |
Sillabe
Da questo punto di vista, cinese e coreano sono molto simili. In cinese, infatti, ogni carattere corrisponde a una sillaba indipendentemente dalla lunghezza della parola. Lo stesso, come abbiamo visto, avviene con i jamo coreani e con i rispettivi hanja.
Ad esempio: 学 (xué, studiare) → 1 sillaba 学生 (xuésheng, studente) → 2 sillabe |
Parole
Dovreste aver capito che, al giorno d’oggi, cinese e coreano si scrivono in maniera completamente diversa. Ma se gli hanja fossero ancora di uso comune, questi sarebbero gli stessi utilizzati attualmente in Cina? Negli esempi visti in precedenza sembrerebbe di sì, anche se ciò non avviene in automatico.
Ad esempio: 水果 (shuǐguǒ, frutta) In cinese il semplificato 果实 (guǒshí) viene utilizzato soprattutto per indicare il frutto in ambito botanico. Verdura In cinese con 野菜 (yěcài) si intendono le verdure selvatiche. |
Struttura frase
Una differenza molto importante tra cinese e coreano è la struttura della frase. Come in italiano, quelle cinesi più semplici sono composte da: soggetto + verbo + oggetto (S-V-O). In coreano, invece, l’oggetto precede il verbo (S-O-V).
Ad esempio: 我是中国人 (wǒ shì zhōngguórén) 我 = io 저는 중국 사람입니다 (jeo-neun jungguk saram-ibnida) 저 = io |
Particelle
Le lingue orientali, a differenza di quelle europee, si caratterizzano per la presenza di numerose particelle. Sappiamo che esistono in cinese e, a giudicare dall’esempio precedente, si trovano anche nel coreano.
In alcuni casi è possibile trovare una corrispondenza tra le due lingue. Non mi riferisco ovviamente alla scrittura, bensì al significato delle particelle.
Ad esempio:
Il mio cane
Studenti |
In altre occasioni, però, troviamo delle particelle coreane che non esistono in cinese.
Ad esempio:
Io sono cinese |
Classificatori
Anche i classificatori rappresentano un aspetto caratteristico delle lingue orientali. Ma quelli che troviamo in cinese sono gli stessi impiegati nel coreano?
In alcuni casi, facendo riferimento ai rispettivi hanja, i due classificatori coincidono. Per poter capire le corrispondenze, di fianco ai caratteri semplificati cinesi indicherò, in rosa, anche quelli tradizionali.
Ad esempio, i classificatori:
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A proposito di 匹, scoprite altri nomi e classificatori nell’articolo sugli animali in cinese!
In altri casi, però, le due lingue utilizzano classificatori del tutto diversi.
Ad esempio i classificatori di:
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Tastiera
Lo so, mi rendo conto che l’utilizzo della tastiera per scrivere in cinese e coreano non sia un aspetto strettamente linguistico. È però curioso notare la grande differenza tra le due lingue nella tecnica di scrittura online.
Con la tastiera cinese, come sappiamo, è possibile inserire i vari caratteri semplicemente scrivendo il rispettivo pinyin. Per ottenere 意大利, ad esempio, è sufficiente digitare “yidali” e, qualora ci fossero omofoni, selezionare quello corretto.
Di come impostarla e usarla ne ho già parlato nell’articolo dedicato alla tastiera cinese!
Con quella coreana – mi baso su quella Microsoft IME di Windows -, invece, la faccenda si complica. Per scrivere 이탈리아 (Itallia, Italia), ad esempio, non dobbiamo digitare “itallia”, bensì “dlxkffldk”.
Per quale motivo? In pratica la tastiera coreana si comporta come le rispettive sillabe nel senso che, per comporle, si devono inserire i singoli jamo. La sillaba 이, ad esempio, si scrive “dl” poiché i jamo ㅇ e ㅣ si trovano, rispettivamente, alle lettere “d” e “l” della tastiera.
Cinese e coreano, quindi, hanno molti aspetti in comune ma, a partire dalla scrittura, presentano anche differenze importanti. Di certo la somiglianza tra le due lingue è maggiore rispetto a quella riscontrabile con l’italiano. Detto questo non mi resta che salutarvi: 再见!
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it