Erbario delle streghe

Cosa usavano le streghe per risolvere i problemi di salute e non solo? Scopriamolo in questo articolo dedicato all‘erbario delle streghe.

Le streghe e le erbe

In un precedente articolo, abbiamo visto il ruolo ricoperto dalle streghe durante il Samhain: la notte del 31 ottobre in cui il mondo materiale e quello spirituale raggiungevano un confine sottilissimo e si poteva parlare con i defunti.

Proprio per le conoscenze che avevano sulle erbe e i loro poteri, esse riuscivano a raggiungere, soprattutto attraverso le erbe allucinogene, dimensioni sconosciute, considerate appunto facenti parte del mondo dei morti.

Dei poteri delle streghe usufruivano molte persone della comunità che si rivolgevano a loro in segreto per problemi sessuali, aborti, contraccezione, etc. L’approccio era ovviamente di tipo intuitivo e caratterizzato, appunto, da una profonda conoscenza erboristica.

Una sensibilità quasi soprannaturale per la percezione della malattia era il tratto caratteristico di queste donne che avevano ereditato i segreti delle erbe dalle più anziane.

Inoltre, proponevano spesso terapie dolci, non invasive, non chirurgiche, ed erano infermiere oltre che medichesse. La loro medicina si fronteggiava con quella dei dotti ma, in qualche caso, alla farmacopea popolare venne riconosciuto un significativo valore complementare.

L’erbario delle streghe

La raccolta delle erbe avveniva con rituali quasi liturgici, ad esempio l’iperico, l’artemisia, la ruta, la verbena, il rosmarino così come la salvia, la lavanda e il prezzemolo, venivano recuperati nella notte di San Giovanni: una notte carica di magia e prodigi.

Alla raccolta seguiva la preparazione dei medicamenti, degli unguenti, degli impiastri, dei balsami.

Prima parte

Tra le erbe più importanti vi era la belladonna, che veniva sfruttata dalle donne sotto forma di collirio per rendere lo sguardo languido e profondo (da cui il nome).

Le streghe si cospargevano il corpo con un unguento che ricavavano dall’insieme di queste tre erbe: giusquiamo (l’erba del sonno), la belladonna, e l’aconito (strozzadiavoli), tre potenti veleni che sapientemente dosati si annullavano a vicenda creando “solo” dei potenti effetti allucinogeni che davano l’impressione di volare.

Lo stramonio (erba della strega o erba del diavolo) era la preferita dalle streghe per provocare visioni. Pianta altamente tossica che può portare alla morte, in giuste dosi viene oggigiorno impiegata contro il morbo di Parkinson.

Erbario delle streghe: atropa belladonna
Erbario delle streghe: Atropa belladonna.

Seconda parte

La mandragora è antisettica e sedativa: la sua assunzione eccessiva provoca tachicardia, aumento di pressione, nausea, vomito, diarrea, convulsioni, allucinazioni. In dosi moderate è efficace contro gli stessi sintomi e la follia. Si usava portarsene addosso un pezzetto per proteggersi dalle sventure.

La verbena (o erba della croce) è la pianta degli incantesimi: raccolta all’alba dopo un sacrificio e sfregata sul corpo, si diceva avesse il potere di esaudire ogni desiderio; è utile contro reumatismi, mal di denti e menopausa.

Il melo è l’albero definito nella tradizione cristiana “della conoscenza del bene e del male”. Sia le mele e sia il sidro che se ne ricava allungano la vita, abbassano la febbre e tolgono il mal di gola. Per la sua doppiezza è usato anche in pratiche di bassa magia per incantesimi d’amore o per distruggere una persona.

Terza parte

Il sambuco (o albero fatato), abitato da esseri soprannaturali, può essere causa di morte per l’odore dei suoi fiori e frutti. I fiori hanno proprietà diuretiche, i frutti sono lassativi, mentre la corteccia e le foglie, se usate con cautela, combattono le affezioni delle vie urinarie. I frutti del sambuco nero sono altamente tossici e causano sintomi di avvelenamento.

La vite o erba della vita è legata alle feste dionisiache, al ciclo di nascita, morte, resurrezione e nuova vita. Il succo, secondo la tradizione, è il “sangue di Cristo”: dona ebbrezza, ma se, se ne abusa, è distruttivo per il fisico.

Il salice, albero legato alla luna e alle streghe: foglie e gemme curano l’insonnia e calmano gli impulsi sessuali; la corteccia calma dolori reumatici e influenza. È da questo albero che si estrae la sostanza da cui deriva l’aspirina.

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello dedicato all’erbario di Inchiostro Virtuale.

Scritto da:

Alessandra Leo

Mi chiamo Alessandra Leo, sono laureata in Scienze della Comunicazione e pubblicista.
Adoro il mondo beauty, in particolare il make-up e la skincare, ma un'altra mia passione è l'esoterismo e tutto ciò che riguarda streghe e magia.