Un’idea alternativa al classico spumante e panettone
Il Natale si avvicina e siete a corto d’idee per i regali? Il cestino natalizio è un evergreen che può far felice i più golosi, ma dimenticatevi della classica accoppiata panettone e spumante, perché ve ne proporremo uno con alcune specialità sarde assolutamente da provare. Seguiteci!
Quali specialità sarde inserire nel cestino natalizio?
Sperando di fare cosa gradita, nelle prossime righe vedremo una carrellata di otto specialità sarde (alcune molto note, altre sconosciute ai più) per riempire un cestino natalizio diverso dal solito. Scopriamo di cosa si tratta!
Fregula sarda PAT
La fregula sarda PAT è una pasta secca tipica campidanese, iscritta nel registro dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT). Si presenta sotto forma di sfere dorate e irregolari, del diametro di 2-6 millimetri, capaci di trattenere il condimento perché ruvide e porose.
La fregula a grana sottile si presta alla realizzazione di minestre ed è ottima anche risottata, mentre quella a grana grossa si può condire come la classica pasta. Spesso è protagonista delle ricette di mare, abbinata alle arselle, ma anche di terra, insieme all’agnello o al carciofo spinoso.
Pecorino sardo DOP
Il pecorino sardo DOP, iscritto nell’apposito registro dal 1996, è un formaggio prodotto con il latte ovino proveniente da tutta la Sardegna. Ne esistono due tipologie: il pecorino dolce, stagionato per 20-60 giorni, e quello maturo, stagionato per oltre 60 giorni.
Entrambi sono ottimi formaggi da tavola, da servire sotto forma di degustazioni nel tagliere di formaggi e salumi sardi, mentre il pecorino maturo è buono anche come formaggio da grattugia. Nel Logudoro e nel Meilogu, ad esempio, si aggiunge una spolverata di pecorino alla fregula cotta in brodo di pecora (Su succu).
Torrone di mandorle PAT
Il torrone di mandorle si produce in tutto il territorio ma soprattutto nel nuorese – in particolare a Tonara, Desulo e Aritzo, dove operano diversi laboratori artigianali – ed è iscritto nel registro dei PAT. È prodotto in panetti bianchi, che possono pesare da 1 etto a 20 kili, dalla consistenza elastica e semimorbida.
Gli ingredienti che lo caratterizzano sono due: le mandorle tostate, responsabili della croccantezza, e il miele, che può essere dolce (come il classico millefiori) oppure amaro e astringente, come il miele di corbezzolo.
Miele di corbezzolo PAT
Il miele di corbezzolo è quanto di più lontano possa esserci dal classico millefiori: ha un sapore amaro, astringente e persistente, e questo ne fa un prodotto di nicchia non adatto a tutti i palati. Anch’esso risulta iscritto nei PAT e si produce quasi esclusivamente in Sardegna.
Si può usare nella realizzazione di dolci tipici, come i torroni speciali e le seadas, e nelle degustazioni. Ottimi gli abbinamenti per contrasto con i formaggi grassi e stagionati, come il pecorino maturo, ma anche quelli per affinità con alimenti amari, quali carciofi e caffè.
Sa pompìa intrea
Sa pompìa intrea è un dolce tipico di Siniscola che si prepara a partire dalla pompìa PAT – una varietà di limone (secondo la recente classificazione di Camarda) che cresce solo ed esclusivamente in Sardegna – e in passato il suo consumo era riservato alle grandi occasioni a causa del costo elevato.
La buccia della pompìa, dopo essere stata sbollentata e asciugata, viene cotta per 5-6 ore nel miele e confezionata in vasetti di vetro o terracotta. Il risultato è un dolce candito dal retrogusto amarognolo che si può gustare insieme ai formaggi semistagionati o a fine pasto.
Olio di lentisco PAT
L’olio di lentisco PAT si ottiene dalla spremitura dei frutti del lentisco (Pistacia lentiscus, un arbusto della macchia mediterranea) e in passato le famiglie non abbienti lo usavano come surrogato dell’olio extravergine di oliva.
Si usa a crudo per mantenerne inalterate le proprietà (infatti è ricco di grassi buoni e sostanze antiossidanti) e ne bastano poche gocce per conferire note balsamiche alle insalate, alle zuppe e ai secondi piatti a base di carne o pesce.
Mirto di Sardegna
Il mirto di Sardegna è un liquore, iscritto nel registro dei PAT, che si ottiene per infusione delle bacche di mirto in soluzione idroalcolica (minimo 40°) per almeno 15 giorni. Al termine di questo periodo, il liquido viene filtrato e dolcificato con zucchero o miele.
Il mirto così ottenuto ha un colore rosso, un grado alcolico del 28-36% e conserva il profumo caratteristico delle bacche, così come il sapore amaro. Si beve freddo, di solito alla fine dei pasti, in virtù delle sue proprietà digestive.
Bottarga di muggine PAT
La bottarga di muggine PAT è un alimento che si ottiene dalle ovaie del muggine, Mugil cephalus, le quali vengono salate e stagionate per un periodo di tempo variabile. Una delle più pregiate è quella prodotta a Tortolì, ridente cittadina sulla costa orientale, dove la si prepara anche dai muggini “selvatici”.
La bottarga possiede un colore aranciato, chiaro o scuro, ed è disponibile intera o grattugiata. La prima, affettata finemente, si presta bene alla realizzazione di antipasti tipici come bottarga e carciofi; la seconda, invece, è ottima nella pasta.
Consigli di lettura
E con questo è tutto, cari lettori! Se la nostra idea regalo con prodotti tipici sardi vi è piaciuta, allora potreste aver voglia di conoscere come si festeggia il Natale nell’Isola. Trovate tutti i dettagli nell’articolo sul Natale in Sardegna: fra tradizioni religiose e pagane.
Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
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