Natale in cinese
L’inverno si avvicina e, con esso, le festività di fine anno. Scopriamo, quindi, come chiamare le parole riguardanti il natale in cinese!

Per fornirvi le parole di Natale in cinese è necessaria una premessa. Questa festività, essendo di origine cristiana, non fa parte della tradizione della Cina, per cui i vari termini proposti in questo articolo fanno riferimento al mondo occidentale e non a possibili peculiarità asiatiche.

Inoltre bisogna considerare che il Natale non viene festeggiato in maniera identica in tutto il mondo. Se pensiamo ai film americani, ad esempio, ci rendiamo conto di come i baci sotto al vischio o le calze di Natale non facciano parte della nostra cultura. Viceversa raramente vi troviamo presepi, molto diffusi in Italia. Per non parlare di pandori e panettoni, simboli gastronomici del Natale ma solo in Italia.

Insomma, in questo articolo ho cercato di riunire alcune tra le parole più comuni che possano richiamare alla festività, in modo da rendere più natalizio anche lo studio del cinese.


Ripasso e approfondimento

Non sapete leggere e/o scrivere in cinese? Nel mio piccolo, come sempre, vi do una mano riproponendovi i vecchi articoli in cui potete avere una visione generale della lingua. Per aiutarvi nella comprensione vi illustro una parola. Quella di oggi è 筷 (kuài, bacchetta cinese):

  • caratteri cinesi: 筷 non è un ideogramma, bensì un carattere. Nello specifico si tratta di un composto fonetico;
  • composti fonetici: il significato generico di “bacchetta” viene dato dal radicale “bambù” ⺮, mentre 快 fornisce semplicemente il suono “kuai”;
  • pinyin: la “k” di “kuai” è simile alla “c” di “casa”, ma aspirata. La finale “uai”, invece, è simile all’italiano;
  • toni: diversamente dalla nostra lingua, però, sulla “a” non è presente un accento ma un tono. In questo caso si tratta del quarto, per cui la sillaba deve essere letta con un tono discendente netto;
  • tratti: 筷 è formato da 13 tratti: 3 orizzontali, 1 verticale, 3 discendenti a sinistra, 1 discendente a destra, 1 ribattuto orizzontale e 4 gocce;
  • ordine dei tratti: per scrivere correttamente 筷, dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, bisogna seguire questa sequenza: 丿一丶丿一丶丶丶丨㇕一丿㇏;
  • radicale: come detto prima, nel carattere 筷 è presente il radicale “bambù” 竹 nella sua variante ⺮;
  • parole bisillabiche: in cinese esistono tante altre parole aventi “kuài” come pinyin, come ad esempio 快 (veloce). Per evitare confusione, le bacchette cinesi vengono chiamate con la parola bisillabica 筷子 (kuàizi);
  • classificatori: le bacchette cinesi si usano in paia, per cui uno dei classificatori per quantificarle è 双 (shuāng);
  • caratteri tradizionali: 筷 si scrive in maniera identica con i caratteri tradizionali.

Natale in cinese

La festa di Natale in cinese si chiama 圣诞节 (shèngdàn jié). Di questo termine sono molto importanti i primi due caratteri, poiché contengono il significato di “Natale” (节, invece, significa “festa”) che ritroviamo in tante parole di questo periodo.

Babbo Natale, l’albero e il presepe

Iniziamo dall’eroe dei bambini, il simpatico vecchietto che, la notte di Natale, porta loro i regali: Babbo Natale. In cinese, però, non si chiama né “babbo” né “Santa Claus“, bensì, letteralmente, l'”anziano di natale” (圣诞老人, shèngdàn lǎorén). Il suo tipico copricapo, utilizzato in questo periodo anche come accessorio di abbigliamento, è semplicemente il “cappello di Natale” (圣诞帽, shèngdàn mào).


Se non li conoscete, leggete i nomi dei vestiti in cinese!


Anche per quanto riguarda i doni di questa festività non bisogna scervellarsi troppo con la traduzione. Si chiamano, infatti, 圣诞礼物 (shèngdàn lǐwù), dove 礼物 significa proprio “regalo”. In molti Paesi, piccoli doni, come caramelle e dolciumi, vengono riposti nella tradizionale calza (圣诞袜), del tutto simile a quella che mettiamo per la befana.

Il posto per eccellenza in cui vengono riposti i regali, però, è sotto l’albero di Natale (圣诞树, shèngdàn shù). Questo, caratterizzato dalle palle colorate (圣诞球, shèngdàn qiú) e dalle tipiche luci intermittenti (圣诞彩灯, shèngdàn cǎidēng), regala una calda atmosfera nelle fredde notti invernali. All’esterno della casa, invece, troviamo le luminarie più grandi (圣诞灯, shèngdàn dēng), magari accompagnate da una ghirlanda (圣诞节环, shèngdàn jié huán) appesa alla porta.

Soprattutto nel nostro Paese, però, non tutti fanno l’albero, preferendo il presepe (耶稣诞生场景, yēsū dànshēng chǎngjǐng). Questo termine è un po’ più complicato dei precedenti, in quanto si compone delle parole 耶稣 (yēsū, Gesù), 诞生 (dànshēng, nascita) e 场景 (chǎngjǐng, scena). Letteralmente, quindi, in cinese il presepe si chiama “scena della nascita di Gesù“.


Panettone e pandoro

Uno dei momenti più piacevoli (o temuti) del Natale è quando si mangia insieme ai parenti. La notte della vigilia (平安夜, píng’ān yè, detta anche 圣诞夜, shèngdàn yè), ad esempio, ci si abbuffa durante il classico cenone (圣诞大餐, shèngdàn dàcān)

Quando c’è da servire il dolce, per noi italiani le opzioni sono principalmente due: la prima è rappresentata dal panettone (潘妮朵尼, pānnīduǒní), pieno di uvetta (葡萄干, pútao gān) e canditi (果脯, guǒfǔ); la seconda, specie per chi non ama la frutta candita, riguarda il pandoro (潘多洛, pānduōluò).

Come potete notare, i nomi cinesi del panettone e del pandoro non si differenziano molto da quelli italiani. Questo perché, essendo termini stranieri, i cinesi li traducono utilizzando sillabe dal suono simile.


A proposito di quest’ultimo argomento vi rimando all’articolo sulle parole straniere in cinese!


A questo punto cosa mi rimane da dire? Buon Natale! (祝你圣诞快乐!zhù nǐ shèngdàn kuàilè!)

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it