Composti logici
Tra le varie tipologie di caratteri cinesi, i composti logici sono, a mio avviso, quelli più affascinanti. In questo articolo vi spiego il perché!

Prima di capire che cosa sono i composti logici (会意, huìyì), vediamo innanzitutto che cosa non sono. Mi riferisco ovviamente alle altre tipologie di caratteri – che potete approfondire cliccando sui rispettivi link -, ossia:

  • ideogrammi (指事, zhǐshì): che, diversamente dall’opinione comune, sono rappresentazioni di idee e concetti astratti. Tra questi troviamo ad esempio: 上 (shàng, sopra) e 下 (xià, sotto);
  • pittogrammi (象形, xiàngxíng): nei quali il significato della parola viene “disegnato” con la scrittura. Due esempi sono: 月 (yuè, luna) e 山 (shān, montagna);
  • composti fonetici (形声, xíngshēng): in cui è presente un componente, detto appunto “fonetico”, che attribuisce un certo suono al carattere. Molto comuni sono: 妈 (mā, mamma) e 请 (qǐng, per favore).

Ripasso e approfondimento

È la prima volta che vi approcciate alla lingua cinese? La state imparando ma vi mancano le basi? In questa sezione, attraverso l’ausilio dei link cliccabili dei vecchi articoli, potete trovare più facilmente le informazioni che vi occorrono. Come di consueto, infatti, approfondiremo una parola cinese nei vari aspetti che la riguardano. Quella di oggi è 菜 (cài, verdura):

  • caratteri cinesi: 菜 è un composto fonetico. Il radicale “erba” 艹 ci dà un’idea generale del significato del carattere, mentre il componente 采 assegna il suono “cai” alla parola;
  • pinyin: l’iniziale “c” della sillaba “cai” ha un suono simile alla doppia “z” della parola “pozzo”. La finale “ai”, invece, è simile all’italiano.
  • toni cinesi: il segno sopra la “a” di “cài” non indica un accento, bensì un tono. In questo caso siamo di fronte a un quarto tono, per cui la pronuncia dovrà essere netta dall’alto verso il basso;
  • tratti: 菜 è composto da 11 tratti: due orizzontali, tre verticali, due gocce, tre discendenti a sinistra e uno discendente a destra;
  • ordine dei tratti: i tratti di 菜 devono essere sempre scritti, partendo dall’alto, seguendo quest’ordine: 一丨丨丿丶丶丿一丨丿㇏;
  • radicali cinesi: abbiamo già visto che il radicale di 菜 è 艹 (“erba”);
  • classificatori cinesi: uno dei classificatori di 菜 è 盘 (pán, piatto, “classificatore per cibo servito in piatti”);
  • parole bisillabiche: per riferirsi in maniera più specifica alle verdure si può utilizzare la parola bisillabica 蔬菜 (shūcài, verdura). 菜, infatti, può voler dire anche “piatto”, nel senso di “portata”. Questa accezione la si può trovare, ad esempio, nella parola bisillabica 菜单 (càidān, menù, lista dei piatti);
  • caratteri tradizionali: la scrittura di 菜 è identica anche se si utilizzano i caratteri tradizionali.

I componenti nei composti logici

Quando si incontra un nuovo carattere, non sempre è facile capire se ci si trovi davanti a un composto logico o fonetico, specie se non se ne conosce il suono. Prendete ad esempio i caratteri 妈 (mā, mamma) e 好 (hǎo, bene/buono): entrambi presentano una struttura a componenti affiancati, e il radicale è il medesimo (女). Eppure il primo è un composto fonetico, mentre il secondo è un composto logico.

Della prima tipologia ne ho già parlato nel relativo articolo, per cui non mi soffermerò troppo a lungo. Quello che ci serve sapere è che nell’esempio di 妈, il radicale 女 “donna” fornisce un significato generico della parola, mentre il componente 马, detto appunto “fonetico”, ha il solo scopo di attribuirgli un certo suono.

Composto fonetico

女 (nü, donna) + 马 (, cavallo) → 妈 (mamma)

Con i composti logici abbiamo invece una situazione differente: in questi ultimi, infatti, non c’è alcuna indicazione in merito al suono del carattere. A conferma di ciò, il componente 子 (zǐ) ha una pronuncia completamente diversa rispetto a 好 (hǎo).

Anche il ruolo del radicale non è identico. A prima vista appare molto simile, in quanto in entrambi i casi ci permette di capire, a grandi linee, il senso del carattere. Nei composti logici, però, il radicale non è un componente fine a se stesso, ma crea un nuovo significato grazie all’interazione con i componenti restanti.

Ritorniamo all’esempio di 好: in questo caso il significato generico di “bontà” non viene dato dalla sola presenza di una “donna” (女), ma dalla figura di quest’ultima insieme a un “bambino” (子).

Composto logico

女 (nǚ, donna) +  (zǐ, bambino) → 好 (hǎo, buono/bene)

I composti logici sono dunque dei caratteri “ragionati”, in cui i singoli componenti mantengono il proprio significato al fine di crearne uno nuovo. È un po’ come avviene in un puzzle o in un mosaico, nei quali il risultato finale è dato dalla combinazione dei singoli pezzi.


Esempi di composti logici

Per capire cosa sono i composti logici senza troppi giri di parole, non c’è niente di meglio che vedere qualche esempio. Insieme a questi vi fornirò il ragionamento che sta alla base della costruzione dei singoli caratteri.


家 (jiā, casa)

Il concetto di “casa” o “famiglia” viene rappresentato da un maiale (豕) sotto a un tetto (宀).

Ci sono diverse teorie in merito alla costruzione di questo carattere. Una delle più accreditate fa riferimento alla Cina di tremila anni fa, periodo in cui i caratteri cinesi fecero la loro prima comparsa. In quell’epoca, un po’ come avviene oggi per i nostri animali domestici, i maiali allevati potevano girare liberamente all’interno dell’abitazione. Per questo motivo un maiale sotto a un tetto identificava un luogo abitato, per cui una casa.


明 (míng, luminoso)

Uno dei composti logici più semplici e intuitivi è senza dubbio 明. Il suo significato, infatti, viene rappresentato da quanto di più luminoso esiste in natura: il sole (日) e la luna (月).


男 (nán, maschio)

Diversamente da 女 (donna/femmina), il carattere 男 (“maschio”) non è un pittogramma. Tale significato viene invece raggiunto, ancora una volta, attraverso il ragionamento.

Pensate a quanto fosse dura la vita nei campi nei tempi in cui il lavoro era esclusivamente manuale. Per svolgerlo era necessaria una buona dose di forza fisica, caratteristica distintiva degli uomini rispetto alle donne. Ecco perché il significato di “maschio” viene rappresentato da un campo (田) lavorato con la forza (力).


看 (kàn, guardare)

Vi è mai capitato di guardare un punto lontano, magari all’orizzonte, in una giornata di sole? Il gesto istintivo è quello di posizionare la mano sulla fronte, in modo da riparare gli occhi e osservare meglio ciò che ci interessa.

Questa azione viene riproposta fedelmente nel carattere 看: per “guardare” si mette infatti una mano (手) sopra a un occhio (目).


林 (lín, bosco) e 森 (sēn, foresta)

Come potete osservare, in questi due caratteri è presente un unico componente ripetuto più volte. Questa è una delle tante situazioni in cui la logica della lingua cinese incontra la sua semplicità

I concetti di “bosco” e “foresta”, infatti, vengono forniti attraverso una sorta di legenda in cui viene segnalata la presenza più o meno estesa di alberi (木), rispettivamente 林 e 森.


È utile conoscere i composti logici?

Come già detto altre volte, chi studia il cinese può tranquillamente ignorare che cosa siano i composti logici, così come gli ideogrammi o i pittogrammi. Per farvi capire meglio questa affermazione, vi faccio un’analogia con l’italiano.

Prendete ad esempio la parola “casa”: qual è la sua etimologia? Deriva dal latino, dal greco, o da un’altra lingua? E nella sua lingua d’origine aveva il medesimo significato? Io, che non ho fatto studi classici, non so dare una risposta a queste domande. Eppure, come chiunque, so benissimo che cos’è una casa e come si scrive quella parola.

Con il cinese avviene un po’ la stessa cosa. Voi sapete che “casa” si scrive 家 e si legge jiā. Questo carattere è un ideogramma, un pittogramma, un composto fonetico o logico? Che cosa rappresentano i tratti che lo formano? E quali sono i motivi storico-culturali che hanno portato a rappresentare la casa in quel modo? Indipendentemente dal fatto che sappiate dare una risposta o meno a queste domande, “casa” si scriverà, si leggerà e si tradurrà sempre nello stesso modo.

Ma allora perché parlare dei composti logici? Esistono almeno due buoni motivi per farlo.

Per prima cosa, poiché non siamo madrelingua cinesi, la loro conoscenza ci aiuta nella memorizzazione dei caratteri. Se volessimo scrivere il solito carattere 家, ad esempio, avremmo meno difficoltà sapendo che si tratta semplicemente di un maiale (豕) sotto a un tetto (宀).

In secondo luogo perché ci forniscono la possibilità di fare un tuffo nella storia e nella cultura cinese, così distanti dalle nostre. In questo modo l’apprendimento della lingua non si ridurrà ad un semplice “questa parola si traduce così”, ma permetterà di conoscere un mondo nuovo attraverso lo studio dei caratteri.


Occorre comunque ricordare che non sempre è facile capire i motivi che hanno portato alla nascita dei vari composti logici. Questo perché, come nel caso di 家, la spiegazione va ricercata indietro nei secoli, se non addirittura nei millenni, per cui la semplice intuizione potrebbe non essere sufficiente. Detto questo non mi resta che salutarvi: 再见

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it