Vini da dessert: non solo passiti e liquori
Quando si parla di vini da dessert, il pensiero corre inevitabilmente a eccellenze come il Marsala, il Vin santo, il Recioto della Valpolicella, i Moscati e le Malvasie in numerose declinazioni, che creano per concordanza degli abbinamenti vincenti con i dolci e la frutta; ma oltre ai vini summenzionati ne esistono altri, certamente poco noti o non considerati da dessert, che tuttavia potrebbero riservare delle piacevoli sorprese.
Dunque, nelle prossime righe sveleremo cinque vini da dessert sconosciuti ai più che abbiamo scovato in Sardegna, la cui produzione dolciaria è talmente variegata da consentire delle importanti eccezioni alla regola “vini dolci con cibi dolci“.
Apriamo la carrellata con due vini che si collocano perfettamente all’interno della tipologia da dessert, sebbene poco noti al di là dei confini regionali: il Nasco e il Girò.
1) Nasco di Cagliari
Il Nasco di Cagliari, che ha ottenuto la denominazione di origine controllata nel 1972, è prodotto da un vitigno autoctono a bacca bianca, la cui coltivazione avviene principalmente nell’entroterra cagliaritano (dove predilige suoli calcarei e soleggiati) e in misura inferiore nell’Oristanese.
In passato era conosciuto e apprezzato anche al di fuori della Sardegna, tanto da essere giudicato uno dei vini sardi più prestigiosi all’Esposizione universale di Vienna del 1873.
Si tratta di un vino ambrato, dolce e dalla consistenza spessa, il cui profumo richiama quello del miele, di arance candite e frutta molto matura o secca, come i datteri e i fichi. Quando affinato emana delle caratteristiche note muschiate, per via delle quali gli antichi Romani lo definivano “muscus” (muschio, per l’appunto) e da ciò deriverebbe il nome dialettale “nascu“.
Grazie alle sue sensazioni gusto-olfattive, il Nasco è ottimo per accompagnare i dolci a base di miele, frutta secca o pasta di mandorle.
2) Girò di Cagliari
Rimanendo nell’areale di Cagliari, troviamo il Girò (DOC dal 1972) prodotto da un vitigno autoctono a bacca nera che rischiò di scomparire nella seconda metà del XIX secolo, a causa della fillossera importata dall’America.1
È un vino rosso, vellutato e dalla dolcezza equilibrata, che profuma di confettura di ciliegie, caramello e cotognata; perciò si sposa bene con i dolci a base di confettura di frutti rossi, come le crostate, e quelli con la saba (il mosto cotto), come sa paniscedda e su pan’e saba.
Vini da dessert non convenzionali o secchi
In questo gruppo abbiamo inserito tre vini le cui caratteristiche non corrispondono a quelle che ci si aspetterebbe da un vino per dolci o che sono conosciuti in versioni diverse da quelle passite o liquorose, tipiche da dessert.
1) Carignano del Sulcis
Il Carignano del Sulcis si produce da vitigni d’importazione spagnola, che crescono nei terreni sabbiosi e assolati della Sardegna sud-occidentale, di fronte all’isola di Sant’Antioco, esposti ai venti marini. È un vino che ha ottenuto la denominazione di origine controllata nel 1977, caratterizzato da un colore rubino intenso e un profumo di “prugne e marasche, spezie dolci e cioccolato, liquirizia e pepe nero“, il quale si accompagna perfettamente ai dolci a base di saba e frutta secca nella versione passita.
2) Cannonau di Sardegna
Il Cannonau (DOC dal 1972) è senza ombra di dubbio il vino più famoso della Sardegna, che viene prodotto in tutto il territorio regionale e soprattutto nelle zone di Jerzu, Oliena e Capo Ferrato, nell’entroterra ogliastrino, da vitigni a bacca nera probabilmente autoctoni (alcuni ritrovamenti fanno supporre che fossero già presenti durante la dominazione spagnola,2 ma tale ipotesi è ancora in attesa di conferma).
Di questo vino-simbolo sono rinomate le versioni rosse e rosate, classiche e riserva, ma esistono anche i passiti e i liquorosi, che meriterebbero una maggior considerazione proprio come vini da dessert: dotati di buona struttura, con note di confetture e spezie, si possono abbinare ai dolci preparati con la frutta secca o la saba; inoltre, il Liquoroso di Alghero DOC forma un binomio perfetto anche col cioccolato.
3) Vini da dessert insospettabili: la Vernaccia di Oristano
Chiudiamo con l’eccezione che conferma la regola universale per l’abbinamento tra vini e dessert: la Vernaccia di Oristano. Questo è stato il primo vino sardo a ottenere la denominazione di origine controllata nel 1971 e viene prodotto esclusivamente nei Comuni della provincia di Oristano a partire da vitigni a bacca bianca autoctoni; infatti i Romani li chiamavano “vernacula” (uve del luogo) ed è molto probabile che siano stati introdotti dai Fenici approdati sulle coste centro-occidentali sarde, nella Penisola del Sinis.
Nonostante esista una versione liquorosa dolce, la Vernaccia secca – con le sue note persistenti di frutta a guscio, fiori di mandorlo e miele amaro – è l’ideale per accompagnare i dolci di pasticceria secca come gli amaretti, dei quali esalta appieno i sapori, o le zippulas nelle giornate di Sartiglia.
Consigli di lettura
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Riferimenti bibliografici:
- Il Post. “L’America rischiò di distruggere i vitigni europei, ma poi li salvò“, articolo del 17 aprile 2021;
- Josep M. Puiggròs Jové, Institució Catalana d’Estudis Agraris. “Història dels orígens de la Garnatxa negra. ISSN (ed . impresa): 1135-2108 / ISSN (ed . digital): 2013-9772 http://revistes.iec.cat/index.php/DA / DOI: 10 .2436/20 .1503 .02 .77.
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