Alla scoperta della vite
La vite è senza dubbio una delle piante più importanti per l’uomo, che si ciba dei suoi frutti fin dalla Preistoria. Secondo Patrick Edward McGovern – direttore scientifico del Laboratorio di Archeologia biomolecolare per la cucina, le bevande fermentate e la salute, al Museo dell’Università della Pennsylvania di Philadelphia – le condizioni ideali per la sua domesticazione s’instaurarono nel tardo Neolitico. Il processo iniziò in Siria e Caucaso nel 5.500 a.C. circa, poi si diffuse in Grecia a partire dall’Età del Bronzo (2.300 a.C) e in Italia dal 2.000 a.C, dove le tecniche colturali greche s’integrarono con quelle etrusche per poi estendersi (in primis grazie ai Romani) anche nel resto d’Europa.1
Oggi la viticoltura si pratica in tutti i continenti salvo l’Antartide, occupando una superficie che l’OIV (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) ha stimato nel 2021 a 7,33 milioni di ettari, un terzo distribuito tra Spagna (963mila), Francia (798mila) e Italia (718mila); al di là dei confini europei, la Cina detiene il primato con i suoi 783mila ettari vitati.2
Identikit di Vitis vinifera
Vitis vinifera (vite comune o euroasiatica) è la più importante delle sessanta specie appartenenti al genere Vitis, che nel periodo compreso fra il Neolitico e il Bronzo si è differenziata nelle sottospecie sylvestris (selvatica) e sativa (coltivata). La pianta si può ottenere tramite semina o innesto e ha un portamento arbustivo rampicante, pertanto ha bisogno di sostegni (tutori) cui aggrapparsi durante l’accrescimento.
L’arbusto presenta uno scheletro legnoso formato dal fusto e le sue diramazioni, le branche, che lo connettono ai tralci: i rami annuali, che portano le foglie (pampini), gli organi d’aggancio (viticci) e i grappoli. In genere le foglie hanno una lamina palminervia suddivisa in 3-5 lobi, un margine dentato e sono collegate ai tralci da piccioli lunghi 3-6 cm; in autunno si colorano di rosso, per poi cadere a fine stagione.
I fiori (ermafroditi nelle varietà coltivate) si riuniscono in infiorescenze a racemo da cui originano i grappoli d’uva, cioè le infruttescenze, che maturano tra agosto e ottobre a seconda dell’area geografica. I grappoli sono formati da un asse centrale, il raspo, le cui ramificazioni portano gli acini: bacche dalla buccia liscia, lucida od opaca se rivestita da pruina, che racchiude una polpa dolce e succosa contenente 1-4 semi (vinaccioli) ricchi di un olio molto apprezzato in cosmesi.
I colori, le forme e le dimensioni differiscono a seconda della cultivar. Ad esempio, nelle uve da tavola (di cui l’Italia rappresenta la prima produttrice europea3) gli acini sono grandi, allungati, spesso senza semi (apireni) e distanti tra loro; invece le uve da vino hanno acini medio-piccoli, sferoidali o ellissoidali, molto ravvicinati. La pigmentazione è rosa-violacea nelle uve a bacca nera, mentre è giallo-verdognola in quelle a bacca bianca.
Usi popolari della vite
Le parti di maggior pregio della vite sono certamente i frutti, la cui bontà ha portato l’uomo primitivo a domesticare la pianta.
Molteplici gli usi dell’uva in cucina: fresca è ottima come antipasto nel tagliere di formaggi, per dessert o merenda (al naturale, nelle macedonie o sotto forma di succhi e frullati); quando ce n’è tanta a disposizione si possono preparare confetture, mostarde e conserve sotto spirito. Deliziosa anche nei primi piatti, come risotti e gnocchi, e prodotti da forno, quali torte, panini e spianate (per saperne di più, vi rimandiamo all’articolo sulle ricette con l’uva).
Inoltre dall’uva si ottengono vini e distillati, come la grappa e l’acquavite, e la sapa (mosto cotto), ingrediente di deliziosi dolci tradizionali come su pan’e saba, sa paniscedda, is pabassinas e molti altri.
Nei Paesi balcanici e mediorientali anche i pampini si prestano alla realizzazione di piatti tipici, quali zuppe di verdure e involtini farciti con riso e carne (i dolma).
Nella Medicina popolare europea, dalle foglie rosse essiccate si ottengono infusi e pomate per rinforzare i capillari e donare sollievo in caso di gambe pesanti o emorroidi infiammate.4
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello sulla vite rossa: proprietà, usi ed effetti indesiderati.
Riferimenti bibliografici:
- Zanichelli. “Origini, diffusione e botanica della vite” (PDF);
- I numeri del vino. “La superficie vitata mondiale – aggiornamento OIV 2021“, pubblicato 1l 15 dicembre 2022;
- ANSA. “Uva da tavola, l’Italia è il primo Paese produttore europeo“, pubblicato il 26 gennaio 2024;
- Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC). European Union herbal monograph on Vitis vinifera L., folium. 30 May 2017. EMA/HMPC/464684/2016.
Crediti fotografici
In apertura, foto di Hans da Pixabay.
Blogger e giornalista, ho collaborato con L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e curatrice editoriale di Inchiostro Virtuale.
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