Piante della Medicina tradizionale sarda

Viaggio alla scoperta delle erbe officinali più rare della Sardegna

Come anticipato nell’articolo sulla Medicina tradizionale Sarda, anche la Sardegna possiede una Medicina fatta di credenze e rituali e un erbario che comprende sia piante comuni, sia specie e sottospecie che crescono esclusivamente nel suo territorio o quasi (endemismi); quindi, nelle prossime righe vi sveleremo quali sono le piante endemiche della Medicina Sarda, dove, come e per cosa si usano.

Cinque piante endemiche della Medicina sarda

La carrellata che stiamo per proporvi include i cinque endemismi più popolari, che, secondo i risultati di una ricerca etnobotanica dell’Università di Cagliari,1 tuttora sono usati a scopo curativo nei piccoli centri dell’entroterra sardo. Molti di essi possiedono davvero delle proprietà, come evidenziato da alcuni studi, ma è doveroso precisare che sono diverse da quelle attribuite dalla Medicina popolare.

Per il momento ci soffermeremo sulle proprietà e gli usi tradizionali, riservandoci la possibilità – in un prossimo futuro – di pubblicare degli articoli ad hoc dedicati alle ricerche scientifiche. Detto ciò, conosciamo da vicino queste cinque piante officinali sarde!

1) Arum pictum subsp. pictum (Araceae)

Il gigaro sardo-corso è un’erba perenne che cresce soprattutto in Sardegna e Corsica, ma è presente anche nell’Isola di Montecristo e nelle Baleari. Si sviluppa in terreni sabbiosi e ombreggiati, poco importa se in località costiere o montuose.

Per l’aspetto della sua infiorescenza “a spadice”, di colore bruno violaceo, in alcune zone della Sardegna è chiamato “lingua o linga di cani“; altri nomi con cui è conosciuto sono “tutturroi pintu“, “foll’e gasadas” e “tothoroju“.

La pianta intera contiene sostanze intossicanti (concentrate soprattutto nelle infruttescenze) ma ciò non impedisce al cinghiale sardo di abbuffarsi dei suoi tuberi.

Usi nella Medicina sarda

Il gigaro sardo-corso ha diverse indicazioni nella Medicina popolare della Sardegna. Ad esempio, a Seui, Seulo, Urzulei e Villagrande, dalle foglie e dai tuberi si ricavano degli impiastri per la cura delle ustioni e dei reumatismi.

A Tempio Pausania, le foglie si applicano direttamente sulla pelle per arrestare le emorragie, mentre a Urzulei si usano sotto forma di decotto per placare le turbe emotive ed eliminare i liquidi in eccesso. A Villamassargia, i tuberi si usano come trattamento di bellezza per illuminare la pelle spenta e stanca.

Piante della Medicina sarda - Arum pictum
Arum pictum subsp. pictum.

2) Helichrysum italicum subsp. tyrrhenicum (Asteraceae)

L’elicriso tirrenico (“Bruschiadinu“, “Frore de Santu Juanne” o “Scova de Santa Maria“) è una sottospecie del comune elicriso che si è sviluppata in Sardegna e Corsica, dove cresce in terreni aridi e incolti.

È una pianta suffruticosa, cioè legnosa con rami erbacei fino alla base, completamente rivestita da peluria bianca ed emana un profumo aromatico. I capolini gialli, che sbocciano tra marzo e aprile, si riuniscono per formare infiorescenze a corimbo.

Usi nella Medicina sarda

Dell’elicriso tirrenico si usano soprattutto i capolini e la pianta intera, ma anche foglie e fusti. Ad esempio, a Laconi, Seui e Tempio Pausania, l’infuso dei capolini o delle foglie è usato per fluidificare il catarro e calmare la tosse, per curare i reumatismi e le nevralgie.

A Fluminimaggiore, Gesturi e Tempio Pausania, invece, i capolini, i fusti o la pianta intera si assumono sotto forma d’infusi o decotti in caso di febbre oppure si applicano come impiastri per curare le ustioni e contrastare la perdita dei capelli. L’infuso della pianta intera è altresì usato contro le allergie a Urzulei.

Helichrysum tyrrhenicum
Helichrysum italicum subsp. tyrrhenicum.

3) Scrophularia trifoliata (Scrophulariaceae)

Conosciuta come “urtica maseda” o “suemele“, la scrofularia di Sardegna è un’erba perenne che si è sviluppata anche in Corsica e nell’Arcipelago toscano. Cresce nei terreni ricchi di humus, all’ombra, solitamente vicino alle sorgenti.

È caratterizzata da fusti quadrangolari, foglie opposte tripartite (da cui deriva il nome) con margine dentato e fiori dalla corolla giallo-rossastra che sbocciano tra giugno e luglio. Contiene sostanze intossicanti.

Usi nella Medicina sarda

Le foglie e le radici della scrofularia di Sardegna possiedono diverse indicazioni nella Medicina popolare. Ad esempio, a Escolca, Ussassai, Urzulei e Villagrande, le foglie si usano sotto forma d’impiastro per la cura delle malattie dermatologiche e reumatiche.

A Escolca si beve il decotto delle foglie per favorire la diuresi, mentre a Gesturi l’infuso si assume come purgante, emetico (cioè per indurre il vomito) e persino per la cura delle malattie cardiache e del morbo di Basedow.

Le radici si possono applicare direttamente sulla pelle per ottenere un effetto emolliente, utile in caso di pelle secca e irritata, oppure si possono polverizzare e mescolare al miele contro le infestazioni da vermi, come accade a Sadali, Seui e Seulo.

Piante della Medicina tradizionale sarda - Scophularia trifoliata
Scrophularia trifoliata.

4) Thymus herba-barona subsp. herba-barona (Lamiaceae)

L’erba barona (in sardo, “armidda” o “tumbu“) è una pianta suffruticosa che cresce nei pascoli collinari e montuosi, a 800-2.000 metri di altezza, in Sardegna e Corsica.

Le foglie sono ricche di un olio essenziale, che conferisce alla pianta un aroma molto intenso, particolarmente apprezzato nella cucina tradizionale, e i fiori hanno l’aspetto di piccole campanule rosa-violacee.

Usi nella Medicina sarda

L’uso dell’erba barona è particolarmente radicato in Ogliastra, soprattutto ad Arzana ma anche a Lanusei, Urzulei e Villagrande. In questi paesi è considerato molto utile nel trattamento delle malattie da raffreddamento e dei disturbi gastrointestinali.

Per quanto riguarda il raffreddore, ad esempio, s’inala il decotto di radici e fiori per stappare il naso; si beve l’infuso di foglie e fiori con latte per calmare la tosse stizzosa e sciogliere il catarro, mentre il decotto della pianta intera (con malva e limone) o il macerato in acquavite si assumono per sfebbrare.

In caso di cattiva digestione e mal di stomaco, si assume l’infuso o il decotto preparato con foglie, radici, fusti o pianta intera, e se sono presenti i crampi si miscelano le foglie e i fusti con malva, salvia e rosmarino. Questo rimedio, diffuso anche a Laconi e Perdasdefogu, si assume altresì come tonico, diuretico e antianemico.

Sono degni di nota anche gli usi esterni e stomatologici, infatti:

  • dalle foglie si ottiene un impiastro per trattare le infiammazioni cutanee (a Ussassai) e i reumatismi (a Urzulei);
  • la pianta polverizzata si usa in caso di orticaria e per eliminare il cattivo odore dai piedi (a Perdasdefogu);
  • ad Arzana si mastica la radice per far passare il mal di denti e si fanno degli sciacqui con il decotto di radice per disinfettare il cavo orale.
Piante officinali sarde - Thymus herba-barona
Thymus herba-barona subsp. herba-barona.

5) Vinca difformis subsp. sardoa (Apocynaceae)

Chiudiamo la carrellata delle piante endemiche della Medicina sarda con una sottospecie di pervinca presente solo ed esclusivamente in Sardegna.

La pervinca sarda (“pruinca” o “froinca“) è un suffrutice perenne che cresce lungo i bordi delle strade, riconoscibile per i suoi fiori azzurro-violacei che sbocciano solitari all’ascella delle foglie tra marzo e maggio. La pianta, ricca di alcaloidi, è velenosa.

Usi nella Medicina sarda

Le foglie della pervinca sarda possiedono svariati utilizzi e indicazioni. A Ussassai si usano riscaldate per il trattamento dei reumatismi, mentre a Lodine si riducono in poltiglia per trattare la bronchite.

L’infuso, invece, si usa a Escolca, Laconi, Monteleone e Perdasdefogu, come digestivo, contro nausea e vomito, per arrestare le emorragie e la produzione di latte materno, per abbassare la pressione e la glicemia. A Monteleone è usato anche come rimedio contro la tubercolosi.

Piante della Medicina tradizionale sarda - Vinca difformis sardoa
Vinca difformis subsp. sardoa.

Queste erano le cinque piante endemiche della Medicina sarda più diffuse e usate, ma ce ne sono anche altre; un giorno, forse, ve le faremo conoscere.

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche la guida alle piante natalizie velenose per i cani e i gatti.

Riferimenti bibliografici:
  1. Sanna, C.; Maxia, A.; Fenu, G.; Loi, M.C. So Uncommon and so Singular, but Underexplored: An Updated Overview on Ethnobotanical Uses, Biological Properties and Phytoconstituents of Sardinian Endemic Plants. Plants 20209, 958. DOI: 10.3390/plants9080958;
  2. Acta plantarum per le foto, Sardegna flora e Sardegna Foreste per le monografie.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Blogger e giornalista, ho collaborato con L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e curatrice editoriale di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it