Pelle grassa

Guida alla cura delle pelli grasse

Avere la pelle grassa significa produrre quantità eccessive di sebo: l’olio che normalmente protegge e mantiene idratata l’epidermide. L’aumento della secrezione sebacea, che i medici definiscono seborrea, interessa soprattutto il viso e il cuoio capelluto, caratterizzati da una densità elevata di follicoli piliferi con annesse ghiandole (unità pilo-sebacee), ma può riguardare anche il petto e la schiena.1

Quanti tipi di pelle grassa esistono?

Questo inestetismo può manifestarsi con segni e sintomi di entità variabile, in base ai quali si possono distinguere cinque tipi di pelle grassa:

  1. oleosa, che si presenta lucida e unta, con i pori dilatati dall’eccesso di sebo. È la forma più lieve, ma può diventare asfittica se ignorata;
  2. asfittica, che paradossalmente è secca e ruvida, perché i pori sono ostruiti da sebo, cellule morte e microrganismi. Se il contenuto dei pori è esposto all’aria si ossida, formando i punti neri o comedoni aperti, invece sottopelle dà origine ai punti bianchi o comedoni chiusi. La pelle asfittica può diventare acneica, se non curata;
  3. mista, che si caratterizza per la coesistenza di pelle secca e grassa nella stessa parte del corpo. Ad esempio, per quanto riguarda il viso, la cute può essere oleosa nella zona T (cioè fronte, naso e mento) e al contempo secca nelle guance;
  4. acneica, che rappresenta l’evoluzione di una pelle asfittica trascurata. I microrganismi inglobati nei tappi sebacei, quali Cutibacterium acnes e stafilococchi, causano l’infiammazione e la comparsa di brufoli (con o senza pus), noduli e cisti. L’acne è una vera e propria malattia, che può lasciare macchie e cicatrici sulla pelle;
  5. seborroica, che appare molto unta e infiammata. È una forma di dermatite che si manifesta con chiazze arrossate, prurito e croste gialle nelle pieghe nasali, dietro alle orecchie, nel cuoio capelluto e nelle sopracciglia; può comparire anche nei neonati, nel qual caso prende il nome di “crosta lattea“. Spesso le pelli seborroiche sono colonizzate da Malassezia furfur: un lievito che produce sostanze irritanti dal sebo e danneggia la barriera cutanea (ne abbiamo parlato nell’articolo sulla forfora).
I comedoni aperti o punti neri sono tra i segni tipici della pelle grassa
Pelle grassa con pori dilatati e comedoni.

Le cause della pelle grassa

La ragione per cui la cute si unge è appunto la seborrea, che dal punto di vista clinico è caratterizzata da un tasso di secrezione superiore a 1,5 mg di sebo, per 10 cm2 di pelle, ogni 3 ore (normalmente è di 1 mg/10 cm2/3 h). Può manifestarsi a causa di:

1) Alterazioni ormonali

La secrezione sebacea è sotto il diretto controllo degli ormoni sessuali, cioè gli androgeni (testosterone e diidrotestosterone), che fanno ingrossare le ghiandole e perciò aumentano l’oleosità, e gli estrogeni come l’estradiolo, che al contrario riducono la secrezione del sebo. Nei test in provetta, anche il cortisolo (l’ormone dello stress) stimola i sebociti, ossia le cellule che producono e secernono il sebo.

Diversi fattori possono modificare i livelli ormonali e dunque causare la seborrea:

  • pubertà, il periodo dai 9 ai 14 anni, in cui s’iniziano a produrre gli ormoni sessuali;
  • fase luteinica del ciclo ovarico, cioè le due settimane che precedono le mestruazioni, in cui calano gli estrogeni e aumenta il progesterone;
  • gravidanza, giacché la placenta modifica le ghiandole della gestante, attraverso la produzione di ormoni propri;2
  • sindrome dell’ovaio policistico, un disturbo che si manifesta con irregolarità mestruali, crescita smodata dei peli e cute grassa, nelle donne con livelli di androgeni più alti del normale;
  • tumori che producono androgeni, a carico delle ovaie o delle ghiandole surrenali;
  • farmaci anabolizzanti, usati in caso di deperimento muscolare, ipogonadismo maschile (incapacità di produrre testosterone e/o sperma) e alcune forme di tumore alla mammella.3

2) Skincare sbagliata

Trascurare la propria pelle o usare cosmetici inadeguati può favorire la comparsa di lucidità e imperfezioni. Tra gli errori di skincare più comuni si possono annoverare:

  • l’utilizzo di detergenti aggressivi, che causano seborrea di rimbalzo (la cute reagisce producendo più sebo per proteggersi);
  • l’applicazione di creme troppo nutrienti per il proprio tipo di pelle.

3) Clima caldo-umido

In estate la pelle si lucida più facilmente perché le alte temperature fluidificano il sebo; in particolare, il tasso di secrezione aumenta del 10% per ogni grado in più di temperatura. La situazione si aggrava con l’umidità.

Fattori di rischio

Allo sviluppo della pelle grassa contribuiscono anche:

  • la predisposizione genetica, emersa dagli studi sui gemelli omozigoti (con lo stesso DNA). Tra i geni potenzialmente coinvolti: SMAD7, che è correlato all’ingrossamento delle ghiandole sebacee, e c-myc, associato a una maggior produzione di grassi;
  • l’età, che influenza i livelli di androgeni (alti nella fascia di età 15-35) e quindi la secrezione sebacea;
  • il sesso, infatti i maschi sono più soggetti a oleosità cutanea rispetto alle femmine, per via dei maggiori livelli di androgeni;
  • l’etnia, giacché gli afrodiscendenti hanno pori più numerosi e dilatati rispetto ai bianchi, perché producono più sebo, mentre gli orientali hanno pori più radi e ristretti;
  • il fumo di sigaretta, che aumenta i livelli di testosterone in ambo i sessi e diminuisce i livelli di estradiolo nelle femmine;4
  • gli alcolici, il cui consumo è associato a squilibri ormonali;5
  • lo stress, che potrebbe influire aumentando i livelli di cortisolo;
  • una dieta ricca di grassi.

Rimedi per la pelle grassa

Chi ha la pelle grassa dovrebbe modificare, innanzitutto, certe abitudini che possono provocarla o peggiorarla. Dunque è importante:

  • smettere di fumare;
  • fare sport, meditazione e/o psicoterapia, per tenere a bada lo stress;
  • privilegiare cereali, frutta e verdura, e limitare fritture, carni processate e alcolici (insomma, seguire le regole della dieta mediterranea);
  • prendersi cura della pelle, ossia fare skincare routine con prodotti specificamente formulati per pelli oleose e impure.

1) Skincare routine per pelli grasse

Se fatta con metodo e i prodotti giusti, la skincare routine può sensibilmente migliorare l’aspetto della cute grassa e persino risolvere il problema, qualora fosse causato da trascuratezza o abitudini sbagliate.6 Vediamola fase per fase!

  1. Detersione: richiede prodotti che rimuovano lo sporco con delicatezza, per evitare la seborrea di rimbalzo, e quindi privi di SLS e SLES. Tra le formulazioni più indicate ci sono gli oil non oil, cioè shampoo e detergenti viso o corpo che solubilizzano il sebo, si risciacquano facilmente e dunque non ungono la pelle; la formula può essere arricchita con ingredienti ad azione disinfettante, lenitiva o nutriente, come il tea tree oil, l’aloe gel o le ceramidi. La cute grassa si lava due volte al giorno con acqua tiepida e si asciuga tamponandola per non irritarla; segue l’applicazione di un tonico senza alcol per minimizzare i pori.
  2. Idratazione: richiede formulazioni leggere, quali lozioni e gel all’acido ialuronico, contenenti ingredienti seboregolatori come la niacinamide, gli estratti di tè verde e la L-carnitina4; questi prodotti si applicano subito dopo il tonico.
  3. Protezione solare: i solari per pelli grasse devono essere leggeri, opacizzanti e seboregolatori, perché l’obiettivo è quello di proteggere dai raggi UV senza accenturare la lucidità. Sul viso, si applicano dopo gli idratanti e prima del make up.
  4. Esfoliazione: ossia rimuovere le cellule morte e altre impurità con la classica maschera all’argilla verde, da fare una volta alla settimana, o con i peeling chimici (acido glicolico o altri) una volta al mese dall’estetista; i peeling fisici, meglio noti come scrub, sono sconsigliati in caso di pelle acneica, perché la danneggiano ulteriormente.
maschera per pelli grasse all'argilla verde ventilata nelle ciotole
Maschera all’argilla verde per pelli grasse.

Una buona skincare routine migliora anche l’efficacia dei farmaci seboregolatori e antiacne.

2) Farmaci seboregolatori e antiacne

Il trattamento farmacologico ha l’obiettivo di normalizzare la funzione delle ghiandole e ridurre gli eventuali segni dell’acne, nel caso in cui la skincare routine non bastasse. Di seguito riportiamo i farmaci più utilizzati.

  1. Retinoidi, cioè la vitamina A e i suoi derivati, che interagendo col DNA delle cellule inibiscono la secrezione sebacea, contrastano i processi infiammatori e stimolano il ricambio cutaneo. Ciò comporta il restringimento dei pori e la riduzione della lucidità cutanea e delle imperfezioni, quali comedoni, papule, pustole e noduli. Tali miglioramenti si possono osservare già col trattamento locale, secondo i risultati di uno studio che ha valutato l’efficacia di una lozione allo 0,045% di tazarotene, applicata una volta al giorno per 12 settimane, in 793 soggetti con pelle acneica.7 Nei casi gravi di seborrea con o senza acne nodulo-cistica, si può valutare la terapia orale con l’isotretinoina, che riduce i tassi di secrezione del 90%; questi effetti si osservano anche a distanza di un anno dalla sospensione. I retinoidi possono seccare la pelle, inoltre l’isotretinoina causa malformazioni fetali ed è pertanto controindicata in gravidanza.
  2. Contraccettivi orali. La pillola anticoncezionale antagonizza gli effetti degli androgeni prodotti nelle ovaie e nelle ghiandole surrenali, dunque riduce l’oleosità e i relativi inestetismi. Contiene un estrogeno, di solito l’etinilestradiolo, insiema a un progestinico (il ciproterone acetato e il drospirenone sono tra i migliori, considerati i loro effetti antiandrogeni), che riduce il rischio di tumore endometriale associato alla terapia estrogenica. Le donne con disturbi della circolazione non possono assumerla, in quanto aumenta il rischio di tromboembolia venosa.
  3. Antibiotici locali. I gel a base di clindamicina e benzoil perossido curano e prevengono l’acne di origine batterica. L’uso può sbiancare i capelli e sensibilizzare la pelle alle radiazioni.
Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche la guida per una buona pulizia del viso fai da te.

Riferimenti bibliografici:
  1. Thais H. Sakuma; Howard I. Maibach: “Oily skin: an overview”, Skin Pharmacol Physiol (2012) 25 (5): 227–235. DOI: 10.1159/000338978;
  2. Manuale MSD: fisiologia della gravidanza;
  3. ISSalute: anabolizzanti;
  4. Mari Pölkki and Markus J. Rantala: “Smoking affects women’s sex hormone-regulated body form” (2009), Am J Public Health. 2009 August; 99(8): 1350, DOI: 10.2105/AJPH.2009.163485;
  5. Shiels, M.S., Rohrmann, S., Menke, A. et al. Association of cigarette smoking, alcohol consumption, and physical activity with sex steroid hormone levels in US men. Cancer Causes Control 20, 877–886 (2009). doi.org/10.1007/s10552-009-9318-y;
  6. Dawnielle C. Endly, corresponding author and Richard A. Miller: “Oily skin: a review of treatment options”, J Clin Aesthet Dermatol. 2017 Aug; 10(8): 49–55. PMCID: PMC5605215;
  7. Emil A. Tanghetti, Joshua A. Zeichner, Michael Gold, Neil Sadick, Fran E. Cook-Bolden, Leon H. Kircik, Linda Stein Gold, Jonathan Weiss, Stephen K. Tyring, James Q. Del Rosso & Eric Guenin (2023) Improvements in acne and skin oiliness with tazarotene 0.045% lotion in patients with oily skin, Journal of Dermatological Treatment, 34:1, DOI: 10.1080/09546634.2022.2147391.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it