Particella "le" 了: semplice da scrivere ma complicata
Cosa significa la particella “le” 了 in cinese? Quali sono le sue accezioni? E dove si posiziona nella frase? Scopriamolo in questo articolo!

La scrittura dei caratteri rappresenta per molti un aspetto ostico nello studio della lingua cinese. Esiste, però, un carattere semplicissimo da scrivere ma piuttosto complicato, soprattutto i primi tempi, nel capire il suo utilizzo: mi sto riferendo alla particella “le” 了.

Il primo problema risiede nella mancanza di somiglianze dirette con l’italiano o l’inglese; in secondo luogo l’impossibilità di inserirla automaticamente all’interno della frase in quanto la sua presenza è figlia di un ragionamento per nulla scontato per il nostro modo di pensare.

A complicare il tutto è il fatto che questa particella può svolgere più funzioni, le quali portano con sé significati diversi.

Ma quali sono i significati che può assumere la particella “le” 了? Quando possiamo usarla? E dove si posiziona all’interno della frase? Non ci resta che scoprirlo.

Ripasso e approfondimento

Se vi state affacciando al cinese da poco vi consiglio di lasciar perdere, almeno per il momento, la particella 了. Potreste trovare più utili, invece, i vecchi articoli in cui ho cercato di darvi una mano nel parlare, scrivere e capire il cinese. Come sempre ve li ripropongo tramite i link dei quali, con l’ausilio di un carattere, vi illustro a grandi linee il contenuto. Quello di oggi è 人 (rén, persona):

  • caratteri cinesi: il cinese non è composto solo da ideogrammi. 人, ad esempio, è un pittogramma;
  • pittogrammi: la rappresentazione di una persona è data da un individuo che cammina su due gambe;
  • pinyin: la “r” cinese ha una pronuncia tra la “j” francese e la “r” inglese. La finale “en”, invece, è simile all’italiano;
  • toni: il segno sopra “rén” non è un accento, bensì un tono. In questo caso è il secondo, per cui la sua pronuncia deve essere ascendente;
  • tratti: 人 è formato da 2 tratti: 1 discendente a sinistra e 1 discendente a destra;
  • ordine dei tratti: per scrivere i caratteri, anche se semplici come questo, bisogna seguire l’ordine corretto. In questo caso è 丿㇏;
  • radicale: quando ricorre come radicale, 人 fa riferimento a caratteri che hanno a che fare con le persone. Spesso lo si può trovare nella variante 亻 che si posiziona sempre sulla sinistra, come nel carattere 你 (nǐ, tu);
  • classificatori: per classificare 人 possiamo usare 个 (ge) o, in segno di rispetto, 位 (wèi);
  • parole bisillabiche: possiamo trovare 人 in numerose parole bisillabiche, come 人口 (rénkǒu, popolazione) o 工人 (gōngrén, operaio);
  • nazioni in cinese: quando segue il nome di una nazione o di una città, il carattere 人 ne descrive l’abitante (ad esempio, 意大利人, yìdàlìrén, italiano);
  • caratteri tradizionali: la scrittura di 人 è identica con i caratteri tradizionali.

Particella “le” 了

了 aspettuale

La particella 了 aspettuale (o aspettiva) ci segnala che l’azione espressa dal predicato si è completata. Questo non significa, però, che la frase deve essere per forza al passato, in quanto potrebbe essere anche al presente o al futuro.

Rispetto all’italiano, infatti, il cinese non ha alcuna coniugazione verbale, motivo per cui il più delle volte è possibile intuire il tempo solo dal contesto.

Quando ricorre con valore aspettuale, si posiziona subito dopo il predicato. Tenete bene a mente questa informazione poiché, come vedrete, sarà molto utile per distinguere i diversi significati della particella.

Ad esempio:

  • 他昨天我父母 (tā zuótiān jiàn le wǒ fùmǔ, ieri ha incontrato i miei genitori);
  • 晚饭 (wǒ chī le wǎnfàn, ho mangiato la cena).
Quando si può usare

Attenzione, però, la particella “le” aspettuale non può essere inserita sempre e comunque. Se volessimo creare delle frasi finite dicendo, ad esempio, che abbiamo bevuto un caffè, che abbiamo scritto un libro o che abbiamo comprato un paio di scarpe, non potremmo scriverle senza i relativi classificatori.

Questo perché quando l’oggetto è solitamente definito o specifico – o, più semplicemente, quando di solito è introdotto da un classificatore – quest’ultimo non si può omettere.

Ad esempio:

  • 三杯咖啡 (wǒ hē le sān bēi kāfēi, ho bevuto tre caffè);
  • 一本书 (nǐ xiě le yī běn shū, hai scritto un libro);
  • 这双鞋子 (tā mǎi le zhè shuāng xiézi, ha comprato questo paio di scarpe).

Come frasi finite, invece, NON potremmo dire:

  • 我喝了咖啡;
  • 你写了书;
  • 她买了鞋子.

Se non le intendiamo come frasi finite, però, quelle degli ultimi esempi possono diventare corrette. Ciò può avvenire, ad esempio, in caso di azioni collegate o qualora siano condizione necessaria per un evento successivo.

Ad esempio:

  • 咖啡,啤酒,还红酒 (wǒ hē le kāfēi, hē le píjiǔ, hái hē le hóngjiǔ, ho bevuto caffè, birra e vino rosso);
  • 咖啡就去上班 (wǒ hē le kāfēi jiù qù shàngbān, vado a lavoro dopo aver bevuto il caffè).
Quando non si può usare

Oltre al caso già citato esistono altre situazioni in cui non è possibile usare la particella “le” aspettuale. Si tratta dei casi di:

1. Ripetizione del verbo

Ad esempio:

  • 他已经看看这本书 (tā yǐjīng kàn kàn zhè běn shū, ha già dato un’occhiata a questo libro)

e NON:

  • 他已经看看这本书.

2. Azioni ricorrenti

Ad esempio:

  • 每天看一本书 (tā měitiān kàn yī běn shū, legge un libro ogni giorno)

e NON:

  • 他每天看一本书

3. Verbi che non possono essere completati

Tra cui: 是 (shì, essere), 需要 (xūyào, avere bisogno) e 觉得 (juéde, pensare).

Frasi negative

Diversamente dalla regola generale, la negazione delle frasi in cui è presente la particella 了 aspettuale non è 不, bensì 没有 (méiyǒu) o più semplicemente 没 (méi). Nella frase negativa, inoltre, il carattere 了 scompare.

Ad esempio:

  • 没有三杯咖啡 (wǒ méiyǒu hē sān bēi kāfēi, non ho bevuto tre caffè);
  • 三杯咖啡 (wǒ méi hē sān bēi kāfēi, non ho bevuto tre caffè).

Se usassimo 不 al posto di 没 (ricordandoci di togliere 了), la frase sarebbe sì corretta, ma avrebbe un significato diverso:

  • 我不喝三杯咖啡 (wǒ bù hē sān bēi kāfēi, non bevo tre caffè).

NON potremmo dire:

  • 我没喝了三杯咖啡.

了 modale

La particella 了 modale ha la sua funzione di indicare un cambiamento di stato o una nuova situazione precedentemente assente. A differenza di quella aspettuale, però, non si riferisce specificatamente al verbo, bensì al contenuto della frase.

Quando ricorre con valore modale si posiziona sempre alla fine della frase. La difficoltà, quindi, non risiede nella sua collocazione, bensì nel capire se debba essere inserita oppure no, in quanto porta a un ragionamento che l’italiano non richiede.

Prendiamo una frase molto semplice:下雨 (xiàyǔ le). Lo possiamo tradurre come “piove”, “sta piovendo”, ma in nessuno dei due casi possiamo cogliere la sfumatura data da 了.

La sua presenza, infatti, ci fa capire che prima non pioveva, ora sì. Se dicessimo solo 下雨, quindi, diremmo semplicemente che piove ma senza alcun riferimento sul prima e il dopo.

Come per la particella aspettuale, anche in questo caso può riferirsi a un tempo passato, presente o futuro.

Ad esempio, aggiungendo un semplice riferimento temporale, avremo:

  • 昨天下雨 (zuótiān xià yǔ le, ieri ha piovuto);
  • 明天下雨 (míngtiān xià yǔ le, domani pioverà).

Altri esempi:

  • 他学汉语 (tā xué hànyǔ le, lui studia il cinese);
    [prima non studiava il cinese, ora sì];
  • 她的姐姐有三个儿子 (tāde jiějie yǒu sān ge érzi le, sua sorella ha tre figli)
    [ora ha tre figli, prima ne aveva di meno];
  • 我明白 (wǒ míngbai le, ho capito).
    [adesso ho capito, prima no].

Frasi negative

Anche in questo caso la frase negativa si forma con 没/没有 davanti al verbo e omettendo 了.

Ad esempio:

  • 今天下雨 (jīntiān méi xiàyǔ, oggi non ha piovuto);
  • 没有学汉语 (tā méiyǒu xué hànyǔ, lui non ha studiato il cinese).

Come prima, se utilizzassimo 不 cambieremmo il significato delle frasi:

  • 今天不下雨 (jīntiān bù xiàyǔ, oggi non piove);
  • 他不学汉语 (tā bù xué hànyǔ, lui non studia il cinese).

La particella “le” 了, quindi, può essere aspettuale o modale: nel primo caso indica il completamento di un’azione e si posiziona subito dopo il predicato; nel secondo rivela un cambiamento di stato e va posto alla fine della frase. Detto questo non mi resta che salutarvi: 再见

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it