Van Gogh copertina

Una mostra dedicata a Van Gogh

Potete immaginare la mia sorpresa nell’apprendere che, proprio questo mese, verrà allestita una mostra dedicata a Van Gogh, per di più a Monreale, comune della città di Palermo: infatti Van Gogh Multimedia Experience, questo il nome della mostra, sarà inaugurata il 25 novembre e rimarrà aperta fino al 29 aprile 2018. L’evento si propone di raccontare chi fosse Van Gogh attraverso alcune immagini che ritraggono la vita – e soprattutto le opere – in chiave multimediale, strizzando l’occhio a Klimt Experience.

Nonostante la complessità di Van Gogh come uomo, è facile immergersi nelle sue opere e, in ognuna di esse, trovarvi un pezzetto di Vincent. Dunque, scopriamo qualcosa di più su questo grande artista!

Vita e opere di Van Gogh

Vincent Willem nacque nel 1853 a Zundert e il nome non fu scelto a caso: infatti i coniugi Van Gogh, esattamente un anno prima, avevano seppellito il loro primogenito, a cui avevano dato il nome di Vincent Willem Maria.

Come disse il critico d’arte Rainer Metzger: 

Fin dal primo giorno, quindi, la vita di Vincent fu segnata da una triste coincidenza.

Fin dalla più tenera età Vincent provava una profonda tristezza e si sentiva incompreso soprattutto da suo padre, che osteggiava la sua passione per il disegno, l’unica sua valvola di sfogo. A dispetto dell’opinione del genitore, Van Gogh sentiva che l’arte fosse la sua strada, perciò iniziò a cimentarsi nei suoi primi lavori: tutti autoritratti.

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Autoritratto.

Poco dedito allo studio, ben presto iniziò a lavorare presso una casa d’arte specializzata nella riproduzione di stampe. Grazie a questo lavoro, Van Gogh ebbe modo di crescere artisticamente e di viaggiare: infatti si trasferì dapprima a Bruxelles, poi a Londra, dove incontrò la giovane Eugenye, suo primo amore che lo rifiutò, facendolo piombare in una profonda depressione che gli fece lasciare il lavoro.

Eugenye non sarà l’unica donna nella vita di Van Gogh, ma nessun’altra riuscirà a dargli la felicità. L’unica persona che lo capiva era l’adorato fratello Theo, al quale scriveva lunghe lettere in cui raccontava se stesso.

L’arte come salvezza

Ma ancora una volta la pittura lo salvò e da quel momento la sua produzione artistica acquistò importanza. Trasferitosi ad Arles, in Francia, Van Gogh riuscì a trovare – seppur temporaneamente – la serenità; in quel periodo dipinge La casa gialla.

La casa gialla

Il suo rifugio, il posto dove si sente al sicuro e dove sogna, un giorno, di riunire una comunità di artisti per scambiarsi idee e vivere di arte.

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La casa gialla (1888).

Paul Gaugain era un suo grande amico: i due spesso si intrattenevano a parlare d’arte o visitare mostre, scambiandosi impressioni e opinioni. Il loro rapporto, però, s’incrinò considerevolmente quando le condizioni di salute di Van Gogh peggiorarono: infatti Vincent iniziò ad avere allucinazioni, che lo portavano al delirio.

Probabilmente fu a causa di un violento litigio con Gauguin che Van Gogh, in preda al delirio, si tagliò il lobo con un rasoio; in realtà c’è chi sostiene il contrario, cioè che Gauguin l’avesse mutilato, ma non esistono prove al riguardo. Dopo quell’efferato episodio, la precaria salute mentale dell’olandese andò via via peggiorando.

Fu ricoverato in ospedale dove si tentò la diagnosi: schizofrenia, disturbo bipolare ed epilessia, tanto per citare alcuni dei disturbi noti all’epoca; di recente si sono aggiunti anche l’autismo e la dislessia.

Van Gogh uscì dal ricovero per rientrarci poco dopo, a causa di una crisi ancor più violenta che gli fece capire la portata della malattia, tanto da recarsi di sua volontà in una clinica psichiatrica.

Notte stellata

È straordinario come alcune delle sue opere più celebri risalgano a quel periodo: Notte stellata è una di queste.

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Notte stellata (1889).

O ancora, Campo di grano con volo di corvi

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Campo di grano con volo di corvi (1890).

La morte dell’artista

Una volta dimesso dalla clinica si trasferì a Auvers-sur-Oise, dove si dedicò interamente alla pittura, ma la malattia si ripresentò presto e con violenza: il 27 luglio 1890 fu ritrovato nella sua camera d’albergo, sanguinante; ancora vivo confessò di essersi sparato al petto. Dal momento che fu impossibile estrarre il proiettile, venne medicato, fasciato e nulla più.

Morì due giorni dopo, all’arrivo del fratello Theo. Le sue ultime parole furono:

La mia tristezza non avrà mai fine.

Tragicamente, la stessa sorte toccò a Theo. Non superò la morte di Vincent e venne ricoverato in una clinica psichiatrica, consumato dal senso di colpa per non aver salvato l’amato fratello; morì a pochi mesi di distanza da Vincent. Entrambi sono sepolti ad Auvers, l’uno accanto all’altro.

ALT="Van Gogh Vincent e Theo"

Van Gogh: impressionista o espressionista?

Dal punto di vista pittorico, osservando i quadri, ci viene subito da rispondere impressionista. Beh, non è esattamente vero! La tecnica pittorica di Van Gogh viaggia a cavallo tra il post-impressionismo e il pre-espressionismo: insomma, è stato un precursore senza rendersene conto!

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello dedicato a Manet: l’artista tra realismo e impressionismo.

Scritto da:

Serena Aiello

Lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.