primavera Van Gogh

La stagione della rinascita vista con gli occhi degli artisti

La primavera è per molti la stagione prediletta, con i suoi colori e odori che pian piano ritornano dopo il letargo dell’inverno. È un po’ un simbolo di rinascita, se ci pensiamo. I fiori sbocciano di nuovo, le piante ritornano a germogliare, gli animali si risvegliano. Certo è che, per chi soffre di allergie al polline come me, la primavera non è tutta rose e fiori, giusto per rimanere in tema.

Fortunatamente, nel mondo dell’arte, la primavera ha un fascino e una bellezza che nulla ha a che fare coi malanni di stagione e che anzi ci lascia incantati. Tanti artisti si sono cimentati nell’omaggiare, ognuno a modo proprio, la stagione dei fiori. Alcuni più di altri ci hanno lasciato dei veri e propri capolavori. Dunque, inauguriamo il tema di questo mese con una carrellata di opere “primaverili”, dove le piante e i fiori la fanno da padrone!

1) Primavera, di Botticelli

Beh, non potevamo che iniziare da lui: Sandro Botticelli. È innegabile che, quando pensiamo alla primavera nell’arte, la prima opera che ci viene in mente è la sua, Primavera appunto. L’opera è datata 1482 ed è attualmente conservata alla Galleria degli Uffizi, a Firenze.

La scena si svolge in un bosco lussureggiante. Il suolo è disseminato di fiori di ogni sorta, tra cui iris, margherite e gelsomini. La protagonista dell’opera, benché non si trovi perfettamente al centro, è Flora, la personificazione della primavera.

La storia raccontata da Botticelli si svolge in più atti, pertanto va letta partendo da destra, dove troviamo il dio del vento, Zefiro, nell’atto di rapire la ninfa Clori, di cui è innamorato.

Clori rimarrà incinta di Zefiro e si trasformerà in Flora, rappresentata immediatamente dopo. Ella impersonifica anche la fertilità e infatti la vediamo cospargere la terra del suo frutto, generando così piante e fiori.

Al centro della scena vi è Venere, dea dell’amore e della bellezza, sopra la cui testa svolazza Cupido. Infine, a completare il tutto vi sono le tre Grazie, intente a danzare, e il dio Mercurio che scaccia via possibili nubi, così da preservare la primavera.

L’opera, commissionata da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino del Magnifico, è ben nota anche per l’impeccabile utilizzo del colore e per la nitidezza dei tratti. I volti dei personaggi sono dipinti con assoluta precisione ed essi spiccano grazie a uno sfondo scuro che ha il potere di metterli in risalto, senza tralasciarne nessuno.

Un’opera ricca di fascino e mistero, alla quale è stato dedicato questo speciale.

Primavera, di Botticelli.
Primavera, di Sandro Botticelli (1482).

2) Ramo di mandorlo fiorito, di Van Gogh

Rispetto al quadro di Botticelli, questo di Van Gogh è decisamente minimal.

Nessuna dea, nessuna ninfa, solo un ramo di mandorlo in fiore, a indicare l’arrivo imminente della primavera. E la vediamo nel cielo terso contro cui si staglia il ramo. Ci sembra di poter sentire l’odore dei fiori appena sbocciati.

L’opera era una della più care a Van Gogh perché pensata e realizzata come regalo per il fratello Theo, al quale era legatissimo. Se la si osserva con attenzione, possiamo intuire l’omaggio di Van Gogh alle stampe giapponesi che tanto lui amava e che voleva emulare. Purtroppo non è mai riuscito nell’intento a causa della malattia che lo ha sconvolto.

Primavera, di Van Gogh.
Ramo di mandorlo fiorito, di Van Gogh (1890).

3) Jeopardy, di Arthur Hacker

L’opera di Hacker non è forse tra le più conosciute, ma a mio avviso è una delle più belle.

L’artista ritrae una giornata di primavera. Le sponde del fiume sono ricoperte di fiori; l’acqua scorre serenamente e trascina lentamente un ombrello bianco, di quelli tipicamente utilizzati dalle dame per proteggersi dal sole.

La proprietaria dell’ombrello è ferma proprio sulla sponda e guarda l’oggetto allontanarsi: sembra indecisa se entrare in acqua o meno. Quasi nascosto tra i fiori e l’erba, un uomo, probabilmente colui che aveva accompagnato la donna in quella passeggiata tra i campi, rimane indietro a guardarla.

La luce e i colori vividi quasi ci fanno sentire la brezza e il tepore del sole primaverile e il giallo dei fiori ci catapulta nel pieno della stagione.

Jeopardy, di Hacker
Jeopardy, di Arthur Hacker (1902).

4) Primavera, di Giovanni Boldini

Un’altra primavera è quella firmata da Giovanni Boldini, un pittore dallo stile tipico della Belle Époque.

L’opera ritrae un uomo e una donna sul prato davanti casa. Lui è comodamente sdraiato sull’erba e lei, seduta compostamente, regge un ombrello per ripararsi dal sole. Un cane bianco è tranquillamente seduto accanto all’uomo e sembra godersi il tepore primaverile.

I colori vividi dei fiori e dell’erba ci fanno immergere in questo tepore e soprattutto la luce del sole, che picchia contro il muro beige della casa, lo sentiamo quasi sulla pelle. Ci viene voglia di raggiungerli e di goderci anche noi il dolce far niente.

Primavera, di Boldini.
Primavera, di Giovanni Boldini (1873).

5) Printemps, di Claude Monet

La primavera di Monet ha un che di magico, che ci cattura.

L’opera ritrae un uomo e una donna, seduti sull’erba e intenti a parlare (o forse semplicemente a guardarsi), godendosi l’aria primaverile e il paesaggio. I rami in fiore si stagliano contro l’azzurro del cielo ed è proprio l’azzurro assieme al verde il colore che prevale. Qualche pennellata di giallo indica la presenza dei fiori. La scena ci appare rilassante, tranquilla. Ci godiamo anche noi il paesaggio.

Non è l’unica opera in cui Monet ha reso omaggio alla primavera e tutte queste appena viste sono solo alcuni esempi. Ce ne sono moltissimi altri, perché la primavera coi suoi fiori e i suoi colori è una fonte d’ispirazione inesauribile. Scegliete il vostro preferito e buona primavera a tutti! Alla prossima.

Primtemps, di Monet.
Printemps, di Claude Monet (1872).
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Scritto da:

Serena Aiello

Ex studentessa ormai (e finalmente) laureata, lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.