Bandiera cinese
Cosa rappresentano lo sfondo rosso e le cinque stelle gialle nella bandiera cinese? Scopriamolo insieme in questo articolo!

Fin da piccolo, seguendo i mondiali di calcio o le olimpiadi, sono sempre rimasto affascinato dalle bandiere di tutto il mondo. La scelta dei colori, la struttura (come il più classico tricolore) o la presenza di simboli ricorrenti (come la croce scandinava o la mezzaluna e stella), forniscono, infatti, una rappresentazione della storia e/o della cultura dei Paesi di riferimento. È interessante, quindi, capire che cosa ci rivela la bandiera cinese.

Da quanto tempo esiste questo vessillo? Che cosa rappresentano le cinque stelle gialle? E perché una è più grande delle altre? Non ci resta che scoprirlo.


Bandiera cinese

Prima di iniziare è necessaria una premessa apparentemente ovvia. Quando parlo di bandiera cinese, senza ulteriori specificazioni, mi riferisco alla bandiera ufficiale, quella contenente le cinque stelle su sfondo rosso. Non rientrano, quindi, i vessilli storici della Repubblica di Cina (RDC) – meglio nota come Taiwan – e delle regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao.

La bandiera della dinastia Qing

La Cina, nel corso dei secoli, ha subito importanti cambiamenti sia dal punto di vista territoriale sia di quello politico. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è fondamentale per capire l’evoluzione della bandiera cinese. Più precisamente dobbiamo tornare indietro ai tempi dei Qing, l’ultima dinastia imperiale regnante nel Paese.

Nel 1862, infatti, la dinastia Qing adottò la prima bandiera ufficiale della Cina. Si trattava di un vessillo giallo triangolare raffigurante il drago azzurro con, in alto a sinistra, un sole rosso.

Vessillo triangolare della dinastia Qing
Bandiera della Cina tra il 1862 e il 1889

Dal 1890, invece, la bandiera, pur mantenendo lo stesso disegno, cambiò la forma nella più classica rettangolare.

Vessillo rettangolare della dinastia Qing
Bandiera della Cina tra il 1889 e il 1912

La bandiera della Repubblica di Cina

Nel 1912, però, in seguito alla rivoluzione Xinhai, cadde l’impero e, per la prima volta nella storia del Paese, si instaurò la Repubblica. Il cambiamento epocale riguardò anche il drappo nazionale.

Dal 1912 al 1928 venne adottata la 五色旗 (wǔ sè qí), la “bandiera a cinque colori”. Questi rappresentavano le cinque etnie più diffuse all’epoca: il rosso per gli han, il giallo per i manciù, il blu per i mongoli, il bianco per gli hui e il nero per i tibetani.

Bandiera a cinque colori
Bandiera della Cina tra il 1912 e il 1928

Nel 1928 la RDC optò per una bandiera più nazionalista. Il rosso era il colore predominante e rappresentava il sangue versato dai rivoluzionari che si sacrificarono per rovesciare l’impero in favore della Repubblica. In alto a sinistra, invece, era presente il “cielo azzurro con un sole bianco”, il simbolo del Kuomintang (KMT), il partito nazionalista cinese.

Al giorno d’oggi però, come detto, la RDC corrisponde all’odierno territorio di Taiwan. Questo perché, in seguito alla guerra civile che ha portato alla nascita della Repubblica popolare cinese (RPC), i nazionalisti si rifugiarono nelle isole al largo del Paese creando uno Stato de facto.

La bandiera della RDC, quindi, è stata abolita nel 1949 nella Cina continentale, ma continua a sventolare nel territorio di Taiwan.

Bandiera della Repubblica di Cina
Bandiera della Repubblica di Cina dal 1928. Nella Repubblica Popolare è stata abolita nel 1949

La bandiera attuale

Nel luglio del 1949 si stava già progettando la cerimonia per la nascita della Repubblica popolare cinese, la Cina che conosciamo oggi. Serviva, però, una nuova bandiera che sostituisse quella nazionalista del KMT.

Per questo motivo, attraverso le pagine di vari giornali nazionali, la Conferenza politica consultiva del popolo cinese indisse un concorso in cui si chiedeva di creare il vessillo per il nuovo Paese. Le condizioni per la sua realizzazione erano le seguenti:

  • presenza di caratteristiche cinesi: le quali potevano essere geografiche, storiche, culturali, ecc.;
  • richiamo al potere: nel senso di un governo democratico popolare, guidato dalla classe lavoratrice e basato sull’alleanza operaio-contadina;
  • forma della bandiera rettangolare con proporzioni 2:3;
  • rosso chiaro (inizialmente era stato indicato il rosso scuro) come colore predominante.

La scelta finale ricadde sul progetto di Zeng Liansong (曾联松). Si trattava della bandiera che conosciamo oggi, ma con la falce e il martello all’interno della stella più grande. Tuttavia quest’ultimo particolare venne rimosso in sede decisionale per via della troppa somiglianza con la bandiera dell’Unione Sovietica.

Zeng Liansong con la bandiera cinese
Zeng Liansong nel 1994 con la bandiera cinese da lui proposta

Ma qual è il suo significato? Il rosso, il colore principale, simboleggia la rivoluzione; le stelle a cinque punte, così disposte, rappresentano, invece, la grande unità del popolo cinese sotto il potere del partito comunista. Il loro colore è giallo poiché, su fondo rosso, è più luminoso e risaltante del bianco.

Secondo l’idea di Zeng Liansong la stella più grande rappresentava il partito comunista cinese. Quelle più piccole, basandosi sulle teorie di Mao contenute nell’opera “Sulla dittatura democratica popolare”, rappresentavano le quattro classi sociali: la classe operaia, la classe contadina, la piccola borghesia urbana e la borghesia nazionale. In altre parole le quattro stelle più piccole simboleggiavano l’intera popolazione cinese.


Cosa vi dicevo? Le bandiere ci rivelano la storia e la cultura di un popolo. E nel caso della bandiera cinese ci ha permesso di scoprire i passaggi più significativi nella storia politica del Paese. Detto questo non mi resta che salutarvi: alla prossima!

Scritto da:

Mauro Bruno

Classe 1986. All'università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it