Incenso indiamo

Informazioni e dritte per un uso consapevole

L’incenso è una miscela di sostanze o parti di piante, che sprigiona una piacevole fragranza quando brucia.1a
La pratica di arderlo affonda le radici nell’antichità ed è intimamente legata alla religione.
Per esempio, nell’Antico Egitto l’incenso si accendeva per scacciare i demoni ed evocare gli dèi, infatti la fragranza era un attributo divino, ma anche durante i riti funebri, perché si pensava che le esalazioni accompagnassero l’ascesa delle anime in cielo.

I Babilonesi lo bruciavano durante le preghiere e la divinazione degli oracoli, invece i Romani durante i sacrifici e il culto dell’Imperatore e i Greci per proteggersi dai demoni e come offerta cerimoniale.
Nel IV secolo d.C. la Chiesa lo ardeva durante l’eucaristia, a simboleggiare l’ascesa delle preghiere dei fedeli e i meriti dei Santi, mentre oggi è usato perlopiù durante le processioni.

Spostandoci in Oriente, l’incenso rivestiva e riveste tuttora un ruolo di spicco nei riti induisti, buddisti e scintoisti. Viene acceso sia durante i rituali domestici quotidiani, sia durante festival e processioni, come offerta o per onorare avi e dèi. Ancora oggi, in Cina, è possibile visitare la torre buddista in cui gli imperatori offrivano l’incenso e si raccoglievano in preghiera (maggiori dettagli nell’articolo sul Palazzo d’Estate).

Incenso bruciato in Giappone
Foto di 🆓 Use at your Ease 👌🏼 da Pixabay.

Tipologie d’incenso

Diciamo sin da subito che l’incenso si estrae da diversi generi di piante sotto forma di resine, balsami e oli essenziali, che spesso e volentieri sono arsi o inseriti nella formulazione di particolari prodotti in miscela.

Tra le tipologie più importanti annoveriamo:

  • franchincenso1b e mirra1c, che si ottengono da piante del genere Boswellia e dalla Commiphora myrrha, diffuse in Somalia, Arabia e India. Nel Vangelo secondo Matteo, i Re Magi, che provenivano da Oriente, donarono queste due resine e l’oro a Gesù bambino;
  • sandalo, cioè la corteccia e l’olio essenziale del Santalum album, una pianta indiana;
  • benzoino, la resina che si può ricavare da Styrax tonkinensis (benzoino del Siam) o Styrax benzoin (benzoino di Sumatra), diffuse in Indocina e Indonesia;
  • balsamo del Tolù, un’oleoresina estratta da Myroxylon balsamum var. pereirae, diffusa in America centrale;
  • makko, la resina estratta da Machilus thunbergii, una pianta diffusa in Cina, Giappone, Corea e Vietnam;
  • guggul, la gommoresina della Commiphora wightii, diffusa in India e Pakistan;
  • ambra, la resina fossile ricavata dalle conifere, in particolare da Pinus succinifera;
  • labdano, ovvero la resina del Cistus monspeliensis, un arbusto della macchia mediterranea.

All’incenso si aggiungono spezie, erbe aromatiche e piante officinali (cannella, anice, salvia, lavanda, luppolo, rosa e gelsomino), come tali o sotto forma di essenze.

Usi odierni

In apertura abbiamo visto che l’incenso è sempre stato importante nelle religioni di tanti popoli, ma oggi in quali altri ambiti trova impiego?

Sotto forma di bastoncini da ardere, si usa:

  • nella meditazione e nello yoga, in quanto favorirebbe la concentrazione e il rilassamento (almeno secondo i fautori di queste discipline);
  • in aromaterapia, per placare le tensioni e migliorare l’umore;
  • per scacciare gli insetti, nonché per profumare e disinfettare l’aria.

Gli estratti, invece, si usano nella formulazione di cosmetici e fitoterapici grazie alle proprietà antisettiche, antiossidanti e antinfiammatorie, oltre che per la loro piacevole fragranza.2

Avvertenze

Meglio bruciare i bastoncini una volta ogni tanto in locali ampi e ben arieggiati, perché sprigionano sostanze cancerogene come il benzene e il toluene.3

Consigli di lettura

Potete approfondire le proprietà del franchincenso nell’articolo sulla Boswellia.

Riferimenti bibliogarfici:
  1. enciclopedia britannica (a, b e c);
  2. Fitoterapia. Una prospettiva psicobiologica, di Anna Maria Bianchi, edito da Idelson-Gnocchi;
  3. articolo sul Fatto Alimentare.
Crediti fotografici

In apertura, foto da Pixabay.

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi scrivendo a j.zanza@inchiostrovirtuale.it