Classificazione del disturbo bipolare. Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il disturbo bipolare è una condizione clinica molto diffusa e complessa. Vediamo come si classifica secondo gli attuali criteri DSM e le tipologie più importanti.

Secondo le stime dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità,1 40 milioni di persone nel mondo soffrono di disturbo bipolare: una sindrome conosciuta fin dal 1851 (quando il dottor Falret introdusse il concetto di “folie circulaire”, una malattia in cui si alternano stati di euforia o depressione alternati a normalità2) ma di difficile classificazione, in quanto i criteri cambiano continuamente con i progressi della psichiatria.

Nelle prossime righe vedremo come viene classificata questi disturbo, che sarebbe più opportuno definire “spettro bipolare“, dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5-TR) e le tipologie principali. Prima, però, vi consigliamo di leggere l’articolo “disturbo bipolare: sintomi, cause e terapie” per agevolare la comprensione di quanto segue.

Classificazione del disturbo bipolare

Nel DSM-5-TR3 i disturbi dello spettro bipolare rappresentano una categoria a sé, posizionata – non a caso – tra i disturbi psicotici e quelli depressivi. La categoria include:

  • disturbo bipolare I (il più grave);
  • disturbo bipolare II (rispetto al disturbo bipolare I ha sintomi meno gravi e meno duraturi);
  • ciclotimia (una forma lieve di disturbo bipolare);
  • disturbi bipolari causati da sostanze o medicine;
  • disturbi bipolari causati da altre condizioni;
  • altri disturbi bipolari, che non rientrano tra i precedenti.

L’elenco è piuttosto lungo, pertanto ci soffermeremo solo sulle prime tre forme (quelle principali). Vediamole!

Disturbo bipolare I (DBI)

Almeno 1 episodio di mania – umore persistentemente elevato o irritabile e aumento delle attività, più 3 o 4 sintomi accessori – che duri almeno 7 giorni, ma in caso di ricovero non c’è durata minima. Talvolta gli episodi maniacali hanno caratteristiche miste (coesistenza dei sintomi maniacali e depressivi).

Gli episodi di mania possono essere preceduti o seguiti da uno o più episodi depressivi, ma questi ultimi non sono importanti per la diagnosi di DBI. I sintomi sono gravi al punto da compromettere le relazioni, lo studio o il lavoro; inoltre distorcono la sessualità e la capacità di gestire le finanze.

Disturbo bipolare II (DBII)

Almeno 1 episodio di mania lieve (ipomania) corrente o passato e almeno 1 episodio di depressione maggiore.

Gli episodi di ipomania durano 4-7 giorni, sono caratterizzati da sintomi meno gravi e menomanti della mania e talvolta hanno caratteristiche miste; invece gli episodi depressivi durano almeno 14 giorni e si presentano con umore persistentemente basso o perdita d’interesse e 5 o più sintomi accessori.

Disturbo ciclotimico o ciclotimia

Il disturbo si manifesta con sintomi ipomaniacali e depressivi lievi, non menomanti e presenti almeno la metà del tempo per 2 anni (1 anno nei minorenni) o più. Ai fini della diagnosi non devono manifestarsi episodi di mania, ipomania o depressione.

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello sui farmaci per il disturbo bipolare.

Riferimenti bibliografici:
  1. WHO – World Health Organization. “Mental disorders“, 8 June 2022;
  2. Passos, I.C. et al. (2025). Historical Roots of Bipolar Disorder. In: Passos, I.C., Berk, M., Kapczinski, F. (eds) Bipolar Disorder. Springer, Cham. https://doi.org/10.1007/978-3-031-85519-1_1;
  3. Calabrese JR, Gao K, Sachs G. Diagnosing Mania in the Age of DSM-5. Am J Psychiatry. 2017 Jan 1;174(1):8-10. doi: 10.1176/appi.ajp.2016.16091084.
Crediti fotografici

In apertura, foto di Gerd Altmann da Pixabay.

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
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