Qual è la differenza tra caratteri semplificati e tradizionali? Quali si usano in Cina? Scopriamolo in questo articolo!
Quando ci si approccia col cinese è importante sapere quale lingua si sta imparando. Con ciò mi riferisco innanzitutto alla scrittura: ad esempio, si stanno studiando i caratteri semplificati o quelli tradizionali?
Nel corso di questo articolo vedremo qual è la differenza tra le due, ma potete iniziare a farvi un’idea con un semplice esempio: usando quelli tradizionali, il carattere semplificato 义 (yì, giustizia) si scriverebbe 義.
Anche per quanto riguarda la pronuncia dei singoli caratteri non deve esserci confusione: quella di Pechino, infatti, è ben diversa da quella cantonese. Insomma, si può dire che esistono tanti cinesi diversi tra loro.
A questo punto la domanda è scontata: quale cinese stiamo studiando?
Caratteri semplificati e tradizionali
La pronuncia
Per conoscere la pronuncia dei caratteri, come detto, è necessario sapere di quale lingua ci interessa. In Cina infatti, attualmente, si parlano circa 280 tra lingue e dialetti. Possiamo però distinguere 7 gruppi linguistici principali.
Gruppo dialettale | Popolazione stimata | % |
Mandarino (官话) | 679.250.000 | 71,5 |
Wu (吴语) | 80.750.000 | 8,5 |
Yue (粤语) o Cantonese | 47.500.000 | 5 |
Xiang (湘语) | 45.600.000 | 4,8 |
Min (闽语) | 38.950.000 | 4,1 |
Hakka (客家语) | 35.130.000 | 3,7 |
Gan (赣语) | 22.800.000 | 2,4 |
Quando si parla di lingua cinese senza ulteriori precisazioni, però, si fa riferimento al cinese standard (普通话, pǔtōnghuà), la lingua ufficiale. È comunemente nota come “cinese mandarino” in quanto la sua pronuncia è basata sul dialetto di Pechino, una variante proprio del mandarino.
Il rapporto delle minoranze con il cinese ufficiale non è sempre ottimale, in quanto temono che la propria lingua locale possa sparire. In più di un’occasione, infatti, si sono registrati cortei di protesta in seguito alle politiche del governo cinese atte a potenziare la diffusione del cinese standard in tutto il territorio.
La scrittura
Escludendo le minoranze linguistiche che utilizzano altri sistemi di scrittura, possiamo distinguere due principali tipi di trascrizione dei caratteri cinesi: semplificati o tradizionali.
I caratteri semplificati – che vengono utilizzati nella Cina continentale e a Singapore – sono stati ricavati da quelli tradizionali, usati ancora oggi a Hong Kong, Taiwan e Macao. Sono più semplici da scrivere e imparare in quanto sono formati da un numero inferiore di tratti.
Non dobbiamo pensare, però, che i caratteri tradizionali siano l’espressione scritta della Cina più antica. Così come avviene per qualsiasi altra lingua, infatti, il cinese si è evoluto nel corso dei secoli.
Il processo di semplificazione ha avuto inizio in tempi relativamente recenti. I primi dibattiti relativi alla possibilità di semplificare i caratteri per favorire l’alfabetizzazione iniziarono all’inizio del secolo scorso, ma fu solo con Mao Zedong, nel 1956 e nel 1964, che queste idee vennero realizzate.
Questi anni spiegano i motivi per cui i tre territori sopracitati hanno continuato a utilizzare i caratteri tradizionali. Ai tempi delle riforme, infatti, Hong Kong e Macao erano rispettivamente colonie britanniche e portoghesi; Taiwan, invece, ha da sempre un rapporto controverso con la Cina continentale.
In queste regioni la scrittura tradizionale è di uso comune ancora oggi poiché il governo cinese non ha mai posto alcun divieto in merito al suo utilizzo.
La semplificazione
Non tutti i caratteri tradizionali sono stati semplificati, pertanto le due scritture non sono totalmente diverse.
Ad esempio, queste frasi sono identiche indifferentemente da quale sia il tipo di caratteri utilizzato:
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Tuttavia è impossibile saper leggere entrambe le scritture conoscendone, però, solo una. Alcune parole sono certamente intuibili, ma spesso ci si trova in presenza di caratteri completamente diversi.
A tal proposito, vediamo come è avvenuta la loro semplificazione.
1. Semplificazione strutturale del carattere
Questo metodo è quello che ha portato maggiori differenze tra i due tipi di scrittura. I caratteri, tra gli altri, hanno assunto forme corsive, hanno subito l’eliminazione di radicali e componenti o sono stati riscritti direttamente ex novo.
Ad esempio:
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2. Derivazione basata sul componente del carattere semplificato
In questo caso la semplificazione ha riguardato un singolo componente, la quale si è ripercossa in tutti i caratteri che lo contenevano. Il componente non era necessariamente un radicale e non era necessariamente un carattere singolo.
Ad esempio:
食 → 饣
頁 → 页
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3. Eliminazione di varianti dello stesso carattere
Un carattere ha delle varianti quando, a parità di tipo di scrittura e di suono, può essere scritto in maniera alternativa. La semplificazione è avvenuta mantenendo tendenzialmente il carattere con meno tratti; l’altro è stato eliminato e reso obsoleto.
Per fare un parallelismo con l’italiano, è come se la parola “giuoco” venisse abolita in favore della più breve e moderna “gioco”.
Ad esempio:
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4. Adozione di nuove forme standardizzate di caratteri
Molto simile alla modifica del singolo componente, questo metodo prevedeva che il componente non subisse una semplificazione fine a se stessa, ma che venisse sostituito da una sua variante volgare già esistente.
Ad esempio:
袁 → 元
囚 → 日
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Favorevoli e contrari
Così come la lingua, anche il tipo di scrittura fornisce senso di appartenenza in chi la utilizza, creando una dualità tra favorevoli e contrari.
I fautori del cinese semplificato enfatizzano, tra le altre, l’evoluzione naturale della lingua, la facilità di alfabetizzazione e la rapidità di scrittura.
Una delle argomentazioni più curiose dei difensori della scrittura tradizionale riguarda il carattere 愛 (ài, amore) che nella sua versione semplificata 爱 perde il componente “cuore” 心. Ciò altererebbe l’etimologia della parola e rappresenterebbe un attacco ai valori positivi del confucianesimo.
Caratteri cinesi nelle altre lingue
Siete appassionati di anime e manga e in quei racconti vi sembra di aver già osservato i caratteri cinesi? Non avete visto male: i caratteri, infatti, sono stati adottati anche in altre lingue quali il giapponese, il coreano e il vietnamita.
Quelli che per i cinesi sono gli 汉字 (hànzì), per i giapponesi sono i 漢字 (kanji). Rimanendo in tema di semplificazioni, in cinese 漢字 non è nient’altro che la scrittura tradizionale di 汉字. Ma nel Paese del Sol levante utilizzano i caratteri semplificati o tradizionali?
Principalmente vengono utilizzati quelli tradizionali, anche se con diverse eccezioni. Di seguito vi fornirò qualche esempio, in modo che possiate farvi un’idea migliore.
N.B. I caratteri cinesi sono riportati in rosso, quelli giapponesi in blu.
1. Utilizzo dei caratteri tradizionali. Ad esempio il carattere “est”:
2. Utilizzo dei caratteri semplificati. Ad esempio il carattere “studiare”:
3. Utilizzo di caratteri con significato diverso. Ad esempio:
4. Caratteri inesistenti in cinese. Ad esempio il carattere “drago”:
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Quale cinese bisogna imparare?
A meno che non abbiate in programma di trasferirvi a Hong Kong, la lingua da imparare è certamente quella standard. È la lingua ufficiale, è quella più diffusa ed è quella che imparereste in qualsiasi corso frontale.
Le ragioni sono le stesse per quanto riguarda la scelta della scrittura semplificata, alle quali si aggiungono la facilità di scrittura e di memorizzazione, soprattutto se siete ancora alle prime armi.
Infine, qualora siate interessati ai caratteri cinesi per lo studio del giapponese, quelli che più vi interessano sono quelli tradizionali, seppur con le dovute precauzioni.
I caratteri semplificati, quindi, sono quelli utilizzati nella Cina continentale; quelli tradizionali, invece, vengono usati ancora oggi a Taiwan e nelle ex colonie europee. Detto questo non mi resta che salutarvi: alla prossima!
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it