Matricaria chamomilla (Asteraceae), ossia la camomilla comune. Foto di Goran Horvat da Pixabay

Un antico rimedio della Medicina popolare

La camomilla (dal greco khamaímēlon, letteralmente “mela nana” per via del profumo, che ricorda quello di alcune mele1) è un’erba le cui virtù erano già note ai tempi di Ippocrate, il padre della Medicina vissuto tra il 460 e il 377 a.C., che la consigliava per facilitare il parto.2 La specie più diffusa è la Matricaria (dal latino matrix, “utero”) chamomilla L., di cui ci apprestiamo ad approfondire le caratteristiche e gli usi nella Medicina popolare europea.

Identikit della Matricaria chamomilla L.

Matricaria chamomilla L. (sin. Matricaria recutita) è una pianta erbacea annuale a portamento cespitoso, cioè formata da numerosi steli addossati gli uni agli altri aventi origine dalla stessa radice, che cresce spontaneamente in campagna e nei terreni incolti. Benché sia nativa dell’Eurasia, al giorno d’oggi viene coltivata pressoché ovunque per scopi officinali.

Gli steli si ergono fino a 50 cm di altezza nella camomilla spontanea, ma possono raggiungere gli 80 cm in quella coltivata, sono glabri e ramificati nella parte superiore; mentre le foglie sono prive di piccioli, alterne e composte da lacinie lineari e filamentose.

A maggio fanno la loro comparsa i capolini, cioè le infiorescenze formate da due tipi di fiori, che s’inseriscono in un ricettacolo conico e cavo: i fiori del disco, interni, sono gialli, tubulosi, ermafroditi e fertili; i fiori del raggio, esterni, sono bianchi, ligulati, femminili e anch’essi fertili. I capolini, che misurano 1-2 cm di diametro, possono essere solitari o raccolti in gruppi (corimbi). I frutti sono piccoli acheni conici, giallo-bruni, che maturano verso la fine dell’estate.

Parti e sostanze attive

I capolini rappresentano la droga della camomilla, ossia la parte attiva, e vengono raccolti quando i fiori ligulati si dispongono in orizzontale rispetto agli steli: ciò corrisponde al tempo balsamico, il periodo in cui sono più ricchi di sostanze attive. Subito dopo la raccolta, che si effettua da maggio, i capolini vengono essiccati a 40°C per preservarne le proprietà. In ottemperanza alla Farmacopea Europea, i capolini essiccati dovrebbero contenere non meno di 4 mg/kg di olio essenziale e non meno dello 0,25% di apigenina totale.3

L’olio essenziale, che conferisce alla camomilla il tipico aroma, è composto da sostanze terpeniche come il camazulene, l’α-bisabololo e i suoi ossidi; invece l’apigenina è il principale componente della frazione polifenolica (abbondante negli estratti), che include anche la luteolina e la quercetina. Numerosi test in provetta e sugli animali hanno evidenziato le attività antiossidanti, antimicrobiche e antinfiammatorie, dell’olio essenziale e degli estratti di camomilla.4

Franz Eugen Köhler, in Köhler's Medizinal-Pflanzen, Public domain, via Wikimedia Commons. Stampa botanica della camomilla comune.
Camomilla comune (Matricaria chamomilla L.). Franz Eugen Köhler, in Köhler’s Medizinal-Pflanzen, Public domain, via Wikimedia Commons.

Usi tradizionali della camomilla

Dai capolini essiccati, interi o polverizzati ed eventualmente setacciati (solo fiori gialli), si preparano infusi utilizzati nel trattamento di:

1) Disturbi gastrointestinali minori

La camomilla è il classico rimedio della nonna contro il mal di pancia. In caso di gonfiore e crampi addominali di lieve entità, aggiungere 150 mL di acqua bollente a 1,5-4 g di fiori essiccati, coperchiare la tazza (onde evitare la dispersione dell’olio essenziale), attendere 5 minuti, filtrare e bere. La posologia è di 3-4 tazze al giorno per non più di 1 settimana.

L’infuso si può bere anche in età pediatrica, purché preparato con quantità inferiori di droga:

  • 1,5-3 g da 6 a 12 anni;
  • 1-1,5 g da 2 a 6 anni;
  • 0,5-1 g da 6 mesi a 2 anni.

2) Sintomi del raffreddore

I suffumigi con la camomilla aiutano a stappare il naso in caso di raffreddore. Basta aggiungere 100 mL di acqua bollente a 3-10 g di fiori essiccati e inalarne i vapori tenendo la testa coperta con un asciugamano, onde evitare che si disperdano. Si possono fare più volte al giorno.

Da 6 a 12 anni, invece, i suffumigi si possono fare 1-2 volte al giorno usando 2-5 g di fiori essiccati per 100 mL di acqua bollente.

3) Infiammazioni orali e faringee

Con la camomilla si possono fare sciacqui e gargarismi utili in caso di afte, gengiviti e mal di gola. Per preparare il collutorio aggiungere 100 mL di acqua bollente a 1-5 g di fiori essiccati, fare raffreddare e filtrare. Questo collutorio fai da te si può usare più volte al giorno.

4) Irritazioni cutanee e anogenitali

Per trattare lievi infiammazioni cutanee, genitali o anali, aggiungere 4,5-5 g di fiori essiccati a 1 L di acqua bollente, fare raffreddare e filtrare. Applicare sulla superficie irritata più volte al giorno.

5) Piccole lesioni della pelle

In caso di scottature solari poco estese, foruncoliti o abrasioni, si possono applicare garze imbevute di camomilla preparata aggiungendo 100 mL di acqua bollente a 3-10 g di fiori essiccati. Gli impacchi si possono fare più volte al giorno.

Effetti indesiderati e controindicazioni della camomilla

La camomilla può causare reazioni di ipersensibilità nei soggetti predisposti, che possono manifestarsi con difficoltà respiratorie, gonfiore di pelle e mucose, collasso cardiocircolatorio e shock anafilattico nei casi più gravi. L’uso è pertanto controindicato nei soggetti con allergie note ai suoi componenti o alle Asteraceae in generale (carciofo, cardo, tarassaco, calendula, cicoria, etc.).

I bagni e gli impacchi con la camomilla sono controindicati in caso di ferite aperte, lesioni molto estese, febbre alta, infezioni severe, disturbi circolatori gravi e insufficienza cardiaca.

Gli infusi sono sicuri nei bambini dai 6 mesi in su, nelle donne in gravidanza o durante l’allattamento.5

Consigli di lettura

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Riferimenti bibliografici:
  1. Treccani, vocabolario online;
  2. Valter Curzi. La camomilla cura 180 malattie, Edizioni Mediterranee, 1980;
  3. La coltivazione di piante officinali: nuove tendenze. Aspetti agronomici e tecniche di coltivazione delle piante officinali a cura di Stefano Bona, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali AGRIPOLIS (PDF);
  4. El Mihyaoui, A.; Esteves da Silva, J.C.G.; Charfi, S.; Candela Castillo, M.E.; Lamarti, A.; Arnao, M.B. Chamomile (Matricaria chamomilla L.): A Review of Ethnomedicinal Use, Phytochemistry and Pharmacological Uses. Life 2022, 12, 479. DOI: 10.3390/life12040479;
  5. Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC). European Union herbal monograph on Matricaria recutita L., flos (PDF). 7 July 2015 EMA/HMPC/55843/2011.
Crediti fotografici

In apertura, foto di Goran Horvat da Pixabay.

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it