
Breve storia delle vacanze estive, che hanno radici più lontane di quanto si possa credere.
È nata prima l’A3 o le vacanze estive?
Benché il vero boom delle vacanze estive si sia avuto nella seconda metà del secolo scorso, l’idea della fuga dalla città ha radici antiche. Già nel primo secolo a.C. Roma era una metropoli con un milione di abitanti; pare che già allora, traffico, rumori, immondizia e affollamento (nulla si sa delle buche) erano fonte di stress per i suoi abitanti; così, chi poteva (i più ricchi, ovviamente) trascorreva lunghi periodi dell’anno lontano dall’Urbe.
Il posto migliore per soggiornare quando non si era nella capitale dell’impero erano le ville suburbane, situate solitamente in luoghi ameni, ricchi di fascino, dove ci si ritirava per sfuggire alla vita pubblica e alla politica: il negotium.
Le località preferite erano lungo la costa campana, che garantiva meraviglie paesaggistiche a poca distanza dalla capitale e una grande tradizione culturale. In queste località si praticava l’otium: si dedicava del tempo alle questioni personali o agli affari. I più colti studiavano filosofia, leggevano i classici greci, meditavano o più in generale si dedicavano a se stessi.
Antiche modernità: le terme
Altra mèta molto gettonata erano le terme. Monumentali e sfarzose quelle dedicate ai ricchi, erano però frequentate anche dai plebei, che avevano settori separati accessibili a prezzi popolari.
Costruite inizialmente in prossimità delle fonti di acqua calda, erano costituite da ambienti in successione: calidarium, tiepidarium, frigidarium, che erano riservate ai trattamenti; spesso, però, erano presenti anche le natationes, vasche per il nuoto, e nelle più sfarzose si potevano trovare negozi, teatri e anche biblioteche.
Tra le più importanti di cui possiamo vedere ancora oggi le imponenti rovine vi sono le terme di Caracalla e le terme di Sirmione.

Nei secoli che seguirono i viaggi non s’interruppero, ma si viaggiava per affari, per le guerre (sia per andare a farne che per scapparne), per lavoro e per i commerci (ne sono un esempio i traffici da e per le repubbliche marinare). Per trovare nuovamente i viaggi di piacere dobbiamo arrivare al 1700.
La nascita del turismo
Come dicevamo poco fa, fu ai primi del Settecento che si diffuse tra i giovani dell’élite del nord Europa, prevalentemente inglesi, la moda di svolgere a scopi educativi i grand tour.
La mèta più ambita era l’Italia con la sua cultura, l’arte, i monumenti, il teatro e l’opera. Roma, Venezia e Napoli erano le città più visitate; chi aveva più tempo e soprattutto denaro poteva permettersi di girare più a lungo, scoprendo a fondo le bellezze del bel paese. I più facoltosi proseguivano poi verso la Grecia e la Turchia, arrivando fino al Bosforo.
Il termine Grand Tour, da cui tra l’altro deriva il termine turismo, fu usato per la prima volta dal canonico inglese Richard Lassels, che, nel suo The Voyage of Italy, fece il resoconto dei suoi cinque viaggi in Italia, suggerendo ai giovani lord di effettuare lo stesso viaggio per farsi un’ampia cultura in campo politico, sociale ed economico.
Chiaramente i mezzi di trasporto non erano quelli odierni, perciò questi viaggi potevano durare dagli otto mesi a qualche anno, di solito cinque. Potete quindi immaginare quale disponibilità economica fosse necessaria per intraprenderli.
Storia delle vacanze al mare
In era moderna il mare non era considerato un luogo di vacanza, ma più come soggiorno curativo. I medici dell’Ottocento arrivavano a prescrivere anche il numero, la durata e le condizioni in cui fare il bagno, arrivando persino a diversificare le spiagge secondo la malattia. Le giovani donne emaciate erano ad esempio costrette a fare periodicamente bagni freddi per rinforzarsi.
L’abitudine di andare al mare si diffuse poi a tutti i livelli della società. E già nel 1840 la spiaggia era considerata una fuga dalla vita cittadina.
Questo però accadeva in nord Europa. In Italia (permettetemi questa vena di patriottismo), però, le cose erano un po’ diverse: il saper vivere e l’innata dote per gli affari fece nascere il primo stabilimento balneare; nacque a Viareggio nel 1823 il Bagno Dori (destinato alle donne), mentre l’anno dopo, sempre a Viareggio, aprì il Bagno Nettuno, il primo stabilimento promiscuo.
Dalle vacanze alle ferie
Fino ad ora abbiamo parlato della nobiltà europea o degli artisti che potevano apprendere cultura e arti grazie a qualche magnate; veniamo ora alla gente comune. Le prime ferie pagate le troviamo in Inghilterra nel 1871, quando venne approvato il “Bank Holiday Act”, che garantiva quattro giorni di ferie pagate ai dipendenti delle banche d’Inghilterra, Galles e Irlanda.
Questa però fu un’idea particolare che venne copiata per altre categorie di lavoratori, ma che rientrava nelle elargizioni, non nei diritti.
Il primo stato a promuovere le ferie per tutti i lavoratori fu la Francia nel 1925, ma la legge passò solo nel 1936, anno che fu denominato da Lèo Lagrange “Anno I della felicità” e che garantiva a tutti 15 giorni di ferie pagate e un biglietto del treno popolare.
In Italia venne sancito il diritto al riposo nel 1927 e, solo nel 1948, la Costituzione repubblicana stabilì il concetto di “vacanza obbligatoria”:
“Il lavoratore ha diritto a ferie annuali retribuite e non può rinunziarvi” (art. 36).
Storia delle vacanze moderne
I primi viaggi popolari vennero organizzati ai tempi del fascismo, che promuoveva l’elioterapia. Nel periodo estivo venivano allestiti treni a prezzi popolari, che portavano bambini e adulti delle organizzazioni fasciste verso le località balneari per gite giornaliere.
Fu però con l’industrializzazione nel dopoguerra che si ebbe il vero boom. La diffusione delle automobili e un maggiore benessere fece scoprire al popolo italiano il turismo.

W il bikini!
L’immagine di copertina merita una spiegazione. La foto ritrae un mosaico conservato nella Sala delle dieci ragazze di una villa romana a piazza Armerina, ad Enna in Sicilia, e risale al IV secolo dopo Cristo. Le ragazze lo indossavano non per fare il bagno o prendere il sole, ma per fare esercizio fisico.
Diversi secoli dopo, in epoca vittoriana, prese piede la macchina da bagno quando anche il nascente fenomeno della villeggiatura borghese si accompagnava a una rigida castigatezza nei costumi, non solo da bagno.

Ma quindi è nata prima l’autostrada o le vacanze?
La risposta è, ovviamente, che nacque prima la vacanza. Per avere l’autostrada in Italia dobbiamo attendere il 1923, quando venne costruito il primo tronco dell’autostrada dei Laghi (oggi si divide in A8, verso Varese, e A9 verso Como) che andava da Milano a Gallarate. Il tratto era stato ideato e voluto dal conte di Lomnago, l’Ing. Piero Puricelli, che l’aveva pensata per le sole auto (niente carri, carrozze, biciclette o pedoni), costava 9 centesimi per le moto e 12 per le automobili.

Per la prima ferrovia dobbiamo arretrare di un centinaio d’anni. La Napoli-Portici, infatti, venne inaugurata nel 1839 e ovviamente collegava la città al mare. Ma questa è un’altra storia e, se vorrete, ne parleremo un’altra volta.
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello dedicato alla “Villeggiatura, ossia le vacanze prima degli anni ’80“.

Mi chiamo Cristina, sono nata di giovedì e sono un sagittario!
Mi piace chiacchierare, conoscere persone e sono a mio agio anche a una festa in cui non conosco nessuno. Cerco sempre il lato positivo delle cose e il mio motto è “c’è sempre una soluzione”!
Maniaca della programmazione, non posso vivere senza la mia agenda.
Ho studiato linguaggi dei media e da quasi 20 anni mi occupo di comunicazione per una grande azienda di telefonia.
Nel tempo libero mi piaceva leggere, viaggiare, guardare i film, andare a teatro. Ora invece ho due gemelle di 7 anni che, se da una parte assorbono quasi tutte le mie energie, dall’altra mi hanno donato un nuovo e divertente punto di vista.
Per tutti questi motivi vi parlerò di storie e leggende.