Nopal

Dalla Medicina messicana un rimedio per il colon irritabile

Il nopal (cioè la pala o cladodo del fico d’India) è un rimedio della Medicina messicana che ha attirato su di sé l’interesse della comunità scientifica, in virtù delle sue potenzialità per la salute. Scopriamone gli usi popolari e i benefici per il colon irritabile emersi da recenti ricerche.

Usi popolari del nopal

In Messico, sua terra d’origine, il nopal viene usato come cibo o integratore a seconda dell’età di raccolta: infatti, i cladodi più giovani sono mangiati a insalata o utilizzati per preparare dolci e liquori; invece i cladodi vecchi sono ridotti in polvere e assunti per abbassare il colesterolo e la glicemia, ma anche per curare le ulcere e i dolori reumatici.

Insalata di nopal (cladodi di fichia d'India)
Giovani cladodi di fico d’India a insalata (ph. Javier Lastras).

Nopal e sindrome del colon irritabile

Gli studi condotti in questi ultimi anni hanno fatto venire a galla la potenziale utilità del nopal – più precisamente delle sue fibre – nel trattamento dei sintomi della sindrome del colon irritabile (IBS): una malattia intestinale cronica caratterizzata da fastidio o dolore addominale associato a stipsi (IBS-C), diarrea (IBS-D) o entrambe (IBS-M).

L’importanza delle fibre per il benessere intestinale è ormai assodata: non a caso le linee guida consigliano di assumerne 30 g al giorno attraverso i cereali integrali, i legumi, la frutta e la verdura; tuttavia i loro effetti sull’intestino irritabile sono ancora controversi perché esistono tanti tipi di fibre (ciascuno con le proprie caratteristiche) le cui proporzioni cambiano da un vegetale all’altro, ma anche diversi sottotipi di IBS (C, D, M).

Considerando tutte queste variabili è impossibile prevedere a priori gli effetti dell’assunzione di estratti ricchi di fibre, incluso il nopal, in caso d’IBS; ragion per cui sono necessari degli studi che aiutino a chiarire la questione. Tra questi s’inserisce una ricerca dell’Università di Veracruz, la quale ha studiato gli effetti a breve termine delle fibre di nopal nei pazienti con IBS.

Lo studio dell’Università di Veracruz

Gli autori hanno suddiviso 60 partecipanti con IBS (7 con IBS-C, 5 con IBS-M e 3 con IBS-D) in 4 gruppi da 15. A seconda del gruppo di appartenenza, i pazienti hanno assunto per 7 giorni (prima della colazione e senza variare la propria dieta) una bevanda contenente:

  • 30 g di glucosio (placebo);
  • 10 g di nopal;
  • 20 g di nopal;
  • 30 g di nopal.

Lo scopo era quello di valutare gli effetti del nopal rispetto al placebo per capire se fosse:

  1. in grado di dare sollievo adeguato ai pazienti;
  2. capace di migliorare i sintomi gastrointestinali, la frequenza di evacuazione e la consistenza delle feci;
  3. sicuro e ben tollerato.

Durante i 7 giorni di trattamento, i pazienti hanno annotato i sintomi, la frequenza di evacuazione e la consistenza delle feci – informazioni che si sono aggiunte a quelle raccolte dagli autori il giorno 0 (prima del trattamento) e il giorno 8 (dopo il trattamento).

Lo studio è stato condotto in doppio cieco (né i medici, né i pazienti, conoscevano la sostanza testata) in modo tale che gli effetti fossero attribuibili al nopal e non alla suggestione.


A tal proposito, vi consigliamo di leggere: “Effetto nocebo: come la mente può vanificare le terapie“.


Ma cosa è emerso dalla ricerca?

I risultati del test hanno evidenziato che le fibre di nopal, alla dose di 20-30 g al giorno, sono ben tollerate ed efficaci nel ridurre i sintomi del colon irritabile in tutti i sottotipi della sindrome, indipendentemente da età e sesso; infatti hanno:

  • donato sollievo adeguato ai pazienti;
  • alleviato il dolore addominale e ridotto il numero di giorni in cui era presente (soprattutto il dosaggio da 20 g/die);
  • ridotto gonfiori e rumori addominali (borborigmi);
  • ridotto la costipazione, la sensazione di urgenza e di evacuazione incompleta;
  • migliorato la consistenza delle feci (soprattutto il dosaggio da 30 g/die) sia in caso di IBS con diarrea, sia in caso di IBS con stipsi o misto.

Il dosaggio da 20 g/die si è dimostrato il più appropriato in tutti i sottotipi di IBS, giacché ha portato a:

  • una riduzione di oltre il 50% dei sintomi nel 67% dei pazienti (contro il 60% che avevano assunto 30 g/die di fibre);
  • 1 solo caso di diarrea (che tuttavia non ha richiesto la sospensione del trattamento) contro i 2 nel gruppo che aveva assunto 30 g/die di fibre.

Nessuno dei dosaggi ha influito sulla frequenza di evacuazione.

Come spiegare gli effetti delle fibre di nopal sul colon irritabile?

Gli autori ipotizzano che i benefici e la buona tollerabilità del nopal siano dovuti al giusto equilibrio tra i vari tipi di fibre al suo interno:

  • 37,6% di fibre insolubili, che fanno massa nel colon dando lo stimolo per evacuare;
  • 13,2% di fibre solubili, che lubrificano le feci e ne regolano la consistenza;
  • solo l’1,6% di fibre parzialmente fermentabili, meglio tollerate in termini di gonfiore (il breath test non ha rivelato differenze nella produzione di gas tra prima e dopo il trattamento).

Inoltre ipotizzano che le fibre di nopal aumentino la produzione di sostanze antinfiammatorie, alleviando il dolore addominale, ma sono necessari test più approfonditi che confermino queste potenzialità.

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello sui: “Fichi d’India: valori nutrizionali e ricette“.

Sitografia e bibliografia
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il parere del medico.

Scritto da:

Jessica Zanza

Blogger e giornalista, ho collaborato con L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e curatrice editoriale di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it