Che cosa sono i caratteri cinesi? Quali sono le differenze con gli ideogrammi? Scopriamolo in questo articolo!
Comunemente si pensa che il cinese sia composto esclusivamente da ideogrammi. Questi, in realtà, sono solo una minima parte – circa il 5% – dei “caratteri cinesi” (汉字, hànzì), il nome con cui si identifica la scrittura.
Anche il significato che viene attribuito abitualmente agli ideogrammi non è del tutto corretto. Solitamente, infatti, si pensa che questi rappresentino il “disegno” di cose reali, come ad esempio una casa o un animale.
Questa errata convinzione mi porta alla mente un episodio in cui era coinvolto Gerry Scotti. In una sua trasmissione, infatti, il noto conduttore, con la partecipazione di una concorrente, cercava di indovinare il significato di vari caratteri cinesi.
Nella foto in questione affermò di aver riconosciuto il significato del carattere 狗 (cane) perché secondo lui, osservando il carattere, erano riconoscibili la testa e le zampette.
Cerchiamo di capire, quindi, qual è la struttura dei caratteri cinesi e che cosa sono in realtà gli ideogrammi.
Caratteri cinesi
Nel 121 d.C. Xǔ Shèn (许慎) scrisse lo Shuōwén Jiězì (说文解字), uno dei primi dizionari cinesi della storia, all’interno del quale venne analizzata per la prima volta la struttura dei caratteri cinesi, che vennero suddivisi in sei categorie. Vediamo quali!
1. Pittogrammi (象形)
I pittogrammi sono rappresentazioni stilizzate di oggetti reali. In pratica è il significato che erroneamente si attribuisce agli ideogrammi:
Ad esempio: 日 sole, 月 luna, 木 albero, 山 montagna, 水 acqua, 火 fuoco. |
2. Ideogrammi (指事)
Gli ideogrammi non fanno riferimento a cose reali, ma sono rappresentazioni di idee e di concetti astratti.
Ad esempio: 一 uno, 二 due, 三 tre, 上 sopra, 下 sotto. |
3. Composti logici (会意)
I composti logici nascono dall’unione di due o più caratteri semplici che insieme indicano un nuovo concetto.
Ad esempio:
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4. Composti fonetici (形声)
Questi caratteri sono la combinazione di un componente radicale e di un componente fonetico. Il primo è quello che ci dà un’idea generale del suo significato, il secondo è quello che orientativamente ci indica il suono.
Ad esempio:
Riprendendo l’esempio di inizio articolo:
In questo caso il pittogramma 犬 ha assunto la forma 犭in quanto ricorre come radicale. |
5. Prestiti fonetici (假借)
Si ha un prestito fonetico quando un carattere già esistente viene utilizzato per indicare una nuova parola con la stessa pronuncia ma con significato completamente diverso.
Ad esempio:
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6. Falsi sinonimi (转注)
Riguardo a questa categoria, la più piccola di tutte, c’è ancora molta incertezza tra gli studiosi.
Xǔ Shèn ne parlò solamente nella prefazione dello Shuōwén Jiězì, facendo l’esempio di 考 kǎo (esaminare) e 老 lǎo (vecchio), due parole distinte che originariamente avevano lo stesso significato (persona anziana) e una pronuncia molto simile.
La scrittura cinese, quindi, è composta dai “caratteri” e non dagli ideogrammi. Questi hanno un significato ben preciso e non possono essere attribuiti alla scrittura nel suo insieme. Detto questo non mi resta che salutarvi: 再见!
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it