Bacco adolescente - Caravaggio

Le rappresentazioni di un dio

Come spesso accade nella mitologia, Bacco era la versione romana del dio greco Dioniso, con le dovute e opportune differenze. Nell’arte, Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Tiziano hanno tutti quanti, in modi differenti, immortalato la divinità, ma vi è forse una rappresentazione che più d’ogni altra, nell’immaginario collettivo, ci restituisce Bacco al cento per cento: la versione di Michelangelo Merisi detto “il Caravaggio”.

1) Il Bacco di Caravaggio

Il dio viene rappresentato come un ragazzo dal viso tondo e in piena salute, la personificazione dell’abbondanza, resa anche da altri elementi quali la frutta, le foglie di vite e ovviamente la coppa di vino, che sono poi i tratti distintivi di Bacco stesso.

Il vino appena versato, se ne vedono infatti le increspature, ci viene quasi offerto dalla divinità, che, in una posa rilassata, sembra volerci invitare nel suo mondo.

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Bacco (1596-1598, Caravaggio, Galleria degli Uffizi).

2) Bacchino malato: l’autoritratto di Caravaggio

Esiste anche una versione meno florida del Bacco di Caravaggio: il Bacchino malato.

L’opera, più che rappresentare il dio, è da considerarsi una sorta di autoritratto, in cui viene messa in mostra l’umanità, il passare del tempo e l’avvicinarsi inesorabile della morte, simboleggiata dagli acini d’uva prossimi a marcire.

"Bacchino malato" 1593-1594, Caravaggio, Galleria Borghese).
Bacchino malato (1593-1594, Caravaggio, Galleria Borghese).

3) Lo strano caso del Bacco di Leonardo

Il Bacco rappresentato da Leonardo Da Vinci è decisamente diverso da quello del Caravaggio e la differenza più sostanziale è che il Bacco di Da Vinci, in realtà, è San Giovanni Battista (o almeno questa era l’intenzione di Leonardo).

Non si hanno nozioni, né reali spiegazioni, sul perché il soggetto del quadro sia stato, per così dire, cambiato. Proprio per rendere più chiaro quale fosse il soggetto ritratto, nella seconda metà del Seicento vennero aggiunte delle foglie di vite e di tirso; infine, alla corte reale di Francia, il quadro assunse il nome ufficiale di Baccus.

L’opera, ad ogni modo, ha poco a che fare col Bacco cui siamo abituati. Leonardo rappresenta un giovane con le gambe accavallate e un bastone in mano, intento a fissarci; tuttavia, tranne che per gli elementi aggiunti in seguito, non vi è nulla che lo indichi come Bacco. Ebbene, ora sapete perché!

"Baccus" (1510-1515, Leonardo, Museo del Louvre).
Baccus (1510-1515, Leonardo, Museo del Louvre).

4) Bacco e Arianna di Tiziano

L’opera di Tiziano è corale, per così dire, e rappresenta un fatto mitologico. Arianna, appena lasciata da Teseo, lo guarda allontanarsi disperata. In quel momento si imbatte nelle Baccanti in processione e Bacco, seduto su un carro, non appena la vede se ne innamora perdutamente, dunque spicca un balzo verso di lei. Tiziano rappresenta il dio nell’atto di saltare.

Nel mito, Bacco (Dioniso) e Arianna si sposarono ed ebbero quattro figli. Un’altra versione del mito vede Arianna non cedere alle lusinghe del dio, per poi gettarsi da una rupe per il dolore di aver perso Teseo.

"Bacco e Arianna" (1520-1523, Tiziano, National Gallery).
Bacco e Arianna (1520-1523, Tiziano, National Gallery).

Forse non tutti sanno che…

Il detto “lasciare in asso” deriva proprio dal mito di Arianna, lasciata a Nasso (e in asso, è il caso di dirlo) da Teseo che, a seguito della morte del Minotauro e dopo averle giurato amore, la fece addormentare e poi fuggì per mare. Per saperne di più vi rimando all’articolo di Cristina: “Questione di fili: dal filo del destino a quello di Arianna“.

5) Il giovane Bacco di Michelangelo

Michelangelo Buonarroti, con la sua proverbiale maestria, raffigurò un giovane Bacco, ebbro di vino che quasi barcolla e incespica. Dietro di lui, il satiro Pan mangia la sua uva, approfittandosi della distrazione. Il calice di vino è sollevato, quasi stesse facendo un brindisi, e la figura è dinamica e rappresenta appieno la giovinezza e probabilmente i suoi eccessi.

La versione greca di Bacco, ovvero Dioniso, aveva fama di essere molto più affascinante del suo alter ego romano, capace di ammaliare i mortali e di distruggerli allo stesso tempo, proprio perché rappresentava l’eccesso, l’ebbrezza e l’estasi.

Bacco (1496-1497, Michelangelo, Museo nazionale del Bargello).
Bacco (1496-1497″, Michelangelo, Museo nazionale del Bargello).

6) Rappresentazioni moderne di Bacco

Sfido chiunque a non conoscere le vicende assurde degli dèi dell’Olimpo raccontate da Hideo Hazuma in “C’era una volta… Pollon“. Nell’anime, il dio del vino è pelato, perennemente ubriaco e decisamente poco affascinante.

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Il dio Bacco in un frame dell’anime C’era una volta… Pollon, tratto dal manga di Hideo Hazuma.

Personalmente sono più ferrata di arte che di vino, sebbene mi piaccia berlo, ma ammetto che Bacco ha un fascino immortale, perché impersonifica colui che va contro le regole e si gode la vita, quello che un po’ tutti vorremmo essere… Forse!

Consigli di lettura

Nel salutarvi, vi consiglio di leggere l’articolo sul mito di Dioniso: il dio dell’estasi e del vino a cura di Cristina.

Scritto da:

Serena Aiello

Ex studentessa ormai (e finalmente) laureata, lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.