Trading on line

Sfido chiunque ad affermare di NON essere incappato in un video, un advertising, una pubblicità qualunque, su un sito web o un social, che proponesse il trading on line quale soluzione di tutti i problemi finanziari.

A me è capitato e, siccome sono molto curiosa, ho deciso di approfondire l’argomento ed ecco qui di seguito cosa ho scoperto.

Cos’è il trading?

Partiamo dalle basi. Il trading non è altro che la compravendita di strumenti finanziari tramite internet, come azioni, obbligazioni, futures, titoli di stato, ecc.

In Italia il servizio è nato ufficialmente solo nel 1999, quando il “Nuovo Regolamento Consob di attuazione del Testo Unico dei mercati finanziari” lo ha regolamentato.

La prima e maggiore distinzione viene fatta tra gli operatori che lavorano in questi mercati:

  • soggetti istituzionali, come banche, fondi d’investimento, hedge fund, che solitamente dispongono di ingenti capitali non propri;
  • soggetti retail, che operano con capitali propri, contenuti o relativamente contenuti, tra cui ci sono i trader privati.

Inutile dire che lo scopo del trading è il guadagno. Due sono le operazioni possibili: acquisto e vendita. La differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita determina il guadagno del trader.

Definizioni nel trading

Fin dall’inizio, raccogliendo informazioni, mi sono scontrata con una serie di termini tecnici che hanno reso difficile la comprensione di questa materia. Tutti sanno cosa sono la borsa, i mercati, le azioni… Alcuni conoscono il significato di NASDAQ, MIBtel (ora, dal 2009, FTSE Italia All-Share), ma se parliamo di stop loss, swap o scalping è necessario un piccolo glossario.

Ecco un elenco delle parole più utilizzate in questo ambiente.

Broker

Si tratta di persona o un ente che organizza le transazioni tra un acquirente e un venditore, guadagnando una commissione quando viene concluso l’affare.

Nello specifico, un “broker” di trading on line è una società finanziaria che mette a disposizione dei propri traders una piattaforma di trading, offrendo la possibilità a chi voglia di poter investire dal web. Si elimina, in questo modo, la figura tradizionale del mediatore, o consulente, finanziario, presente di solito nelle sedi bancarie.

Swap

Lo swap, o tasso overnight, rappresenta la somma corrisposta a fine giornata al broker qualora si desideri mantenere un’operazione aperta fino al giorno successivo.

Solitamente alle ore 23:00 italiane, ora che coincide con la chiusura della borsa di New York, il broker chiude in automatico l’operazione aperta a mercato e la riapre subito dopo.

Scalping

Si tratta dell’attività di apertura e chiusura di posizioni su diversi prodotti finanziari in un breve periodo di tempo. Questo tipo di attività, alla base del forex trading, tende a individuare e sfruttare le micro-oscillazioni dei prezzi nell’arco di 24 ore.

Leva

La leva è lo strumento che permette di aumentare l’esposizione su un mercato finanziario a fronte di un investimento relativamente modesto di capitale. Quando si investe in un prodotto a leva, il broker chiede di versare solo una piccola parte del valore totale della posizione mentre la parte restante del capitale viene messa a disposizione dal broker.

Un esempio: voglio acquistare 1000 azioni della XXX Spa. Se il prezzo corrente è di 1 euro, l’operazione costerebbe 1000 euro. Se il prezzo sale di 30 centesimi per azione, posso chiudere la posizione a 1300 euro (1000 azioni x 1,30 euro) e realizzare così un profitto di 300 euro (ossia il 30%). Se avessi comprato le azioni avrei dovuto impegnare 1000 euro dal mio portafoglio, ma la leva permette di impegnare solo una percentuale del capitale (esempio il 10%, solo 100 euro), realizzando alla fine lo stesso profitto.

Il vantaggio principale della leva è che consente di mantenere più liquidità in portafoglio, dato che si vincola solo una piccola parte del capitale. È senza dubbio un ottimo strumento finanziario per chi non ha ingenti capitali, d’altro canto in questo modo si rinuncia a tutti i vantaggi derivanti dall’effettivo possesso delle azioni. Inoltre è opportuno ricordare che con la leva si amplificano non solo i profitti potenziali, ma anche le perdite.

Forex

Abbreviazione di FOReign EXchange market, che significa mercato di scambio di valuta estera. Il mercato del forex non è altro che il mercato dei cambi valutari, in cui vengono scambiate coppie di valute diverse, ad esempio l’euro e il dollaro, attraverso un tasso di cambio.

Solitamente è il mercato in cui i “novellini” iniziano ad operare. È facilmente comprensibile, si basa su uno scambio diretto e, nonostante sia tra i più variabili e dipendenti da diverse situazioni (tasse, stabilità economica di un governo, il famigerato spread, ecc.), permette investimenti minimi (ma dà anche guadagni altrettanto minimi, N.d.A.).

Spread

Spauracchio degli italiani negli ultimi anni, lo spread, o margine di mercato, non è altro che la differenza tra due prezzi dello stesso prodotto: da un lato, il valore del suo acquisto e dall’altro quello della sua vendita. È una semplice misura statistica che ci aiuta a conoscere il grado di liquidità del prodotto. Più è piccolo il margine di mercato, maggiore è la sua liquidità, cioè la possibilità che l’operazione vada a buon fine.

Nel caso del Forex, gli spread possono essere di due tipi: domanda e offerta. In altre parole, il termine “offerta” indica il prezzo con cui la maggior parte degli agenti di mercato sono disposti ad acquistare determinati beni. La “domanda”, invece, è il valore con cui i proprietari di un determinato bene sono disposti a vendere. Quando questi due valori si avvicinano c’è più probabilità di portare a temine lo scambio.

Take profit e Stop loss

Li metto insieme in quanto sono i due punti essenziali in una qualsiasi operazione di trading. In parole semplici il take profit è il livello che, una volta raggiunto, permette alla piattaforma di chiudere in automatico l’operazione, generando il guadagno.

Lo stop loss è invece il punto oltre il quale abbiamo deciso di fermare l’operazione in quanto, diversamente, si andrebbe in perdita.

Un esempio pratico

Facciamo un esempio banale.

Decido di comprare delle zucche, perché si avvicina Halloween e prevedo che ne potrei vendere a bizzeffe. Quando decido di acquistarle, in realtà, non ho ancora delle zucche in mano, come succede normalmente al mercato ortofrutticolo, ma faccio una semplice prenotazione. Prenoto 10 zucche al costo di 10 euro l’una, impegnando 100 euro. Nello stesso tempo le metto in vendita, fissando il mio “take profit” a 15 euro cadauna e il mio “stop loss” a 9 euro.

A questo punto ho due finali possibili.

Finale 1: arriva il 30 ottobre, vendo tutte le zucche al prezzo che avevo fissato (15 euro) e realizzo il mio guadagno (50 euro in totale). In tutto questo io non mi sono portata a casa nessuna zucca, dunque non ho impegnato garage o cantina, né mezzi per il trasporto.

Finale 2: arriva il 30 ottobre e viene soppressa la festa di Halloween. Nessuno vuole acquistare le mie zucche da decorare e sono costretta a “svenderle” al mercato per fare… ravioli, ma non sono disposta a scendere al di sotto dei 9 euro, perché ho considerato che il mio rischio d’impresa fosse di 10 euro di perdita. Ecco perché, quando il prezzo di mercato raggiunge lo stop loss, l’operazione viene chiusa e il mio portafoglio va in rosso, ma solo di quanto ho deciso io in partenza. E ancora senza alcun movimento di merce “fisica”.

Nel trading tutto questo si traduce con “ho pagato solo i costi di transazione alla banca (come un bonifico, o una normale operazione bancaria) senza assumere un mediatore.

Finisce così?

In realtà ho una terza opzione possibile. E qui entra in gioco il buon senso.

Finale 3: un contadino, che aveva piantato un intero campo di zucche, decide di metterle in vendita in blocco. Il prezzo di uno stock di prodotti è più vantaggioso del mio e, giustamente, alla signora Maria che va al mercato conviene risparmiare. Il mediatore sa che riuscirebbe a piazzare meglio le zucche a 13 euro, che non a 15, dunque decide che la sua “offerta” è di 13. A questo punto la scelta più sensata per non restare con le zucche invendute è di abbassare il mio prezzo di vendita e accontentarmi di un minor guadagno.

Tradotto: chiudo “manualmente” l’operazione di compravendita senza attendere il take profit.

Operazioni e operatori nel trading

A seconda del modo in cui l’operatore fa le sue scelte, si identifica in:

  • trader discrezionale, che prende decisioni operative senza l’ausilio di sistemi automatici, basandosi solamente sulle proprie capacità di analisi;
  • trader semi-discrezionale (o semi-automatico), che coadiuva il processo di analisi con elementi automatici;
  • quant trader (o quantitative trader o trader automatico), le cui strategie si basano su analisi quantitative derivate da computazioni matematiche, spesso poi implementate con algoritmi.

Le operazioni di trading invece si differenziano in base all’arco temporale:

  • scalping, posizioni solitamente aperte e chiuse in un lasso di tempo che può essere di pochi secondi o minuti;
  • day trading, che si differenziano dagli scalper sia per il minor numero di operazioni che per il tempo medio a mercato (per singolo trade), solitamente più ampio;
  • multiday trading (o swing trading), con un orizzonte temporale superiore alle 24 ore;
  • trading di posizione, che contempla un tempo a mercato tendenzialmente superiore ai 30 giorni per singola operazione.

Vizi e virtù del trading

Siamo giunti al nocciolo della questione. Vale la pena oppure no operare nel trading? La risposta è “sì e no”.

Molti siti e “guru” del settore dichiarano che “solo grazie ai loro servizi” si può diventare facilmente così ricchi da poter pensare di fare solo quello nella vita per mantenersi. A rincarare la dose per convincere un eventuale e futuro “investitore” ad utilizzare i loro servizi, utilizzano frasi ad effetto, del tipo:

Tutto quello che le banche non vi dicono sul trading!

Oppure:

Esiste da tempo un modo per realizzare guadagni da casa, utilizzato anche da – inserire nome famoso (e ricco) a piacere.

La realtà è un po’ diversa, in effetti. Bisogna prestare attenzione a queste aziende, che propongono piattaforme che, stando a loro, permettono di automatizzare le operazioni, moltiplicandone così i guadagni, anche senza seguire in prima persona il proprio portafoglio.

Il motivo di questa affermazione è presto detto: nessuno vi regala nulla, a maggior ragione se si tratta di soldi. Avete sì a disposizione una piattaforma che semplifica le operazioni, ma se siete totalmente a digiuno sull’argomento, ed alcune cose non vi vengono “suggerite” dal vostro consulente, è come navigare in mare aperto senza bussola. E senza salvagente.

In conclusione

Qualche minima regola, o consiglio, se preferite.

  1. Scegliete anzitutto un servizio certificato e garantito dalla Consob. Ci sono banche che permettono il trading, offrendo gli stessi servizi di broker sconosciuti e con sede legale… fuori dall’Italia.
  2. Informatevi prima su come funzionano le operazioni e a quale leva operate (per chi inizia è d’obbligo 1:30, ossia investimento richiesto per aprire l’operazione pari al 30% del valore).
  3. Non aspettatevi fiumi di denaro in poco tempo. Il mercato è sempre in movimento, per un’operazione che va bene, un’altra può andare male. Finire in pari o con un guadagno minimo all’inizio è normale.
  4. Utilizzate lo stop loss e non fatevi ingolosire da un take profit troppo alto. Il buon senso è sempre il miglior consigliere.
  5. Attenzione allo swap! Soprattutto nel forex, dove i guadagni sono di qualche euro, tenere l’operazione aperta per più giorni può significare “mangiarsi” l’eventuale guadagno in… spese.

Un’ultima cosa. Il trading non è altro che una… scommessa. Non è un caso se si usa il termine “giocare” in borsa. Come tutti i “giochi”, va fatto con moderazione, soprattutto perchè si possono avere anche perdite, e non solo profitti.


Sperando di non avervi annoiato troppo con questo articolo, un po’ fuori dai soliti schemi, vi do appuntamento al prossimo… viaggio!
Annalisa A.

P.S. I contenuti di questo articolo sono frutto di materiale reperito nel web, esperienza personale e… consigli di un amico consulente esperto di trading.

Scritto da:

Annalisa Ardesi

Giunta qui sicuramente da un mondo parallelo e da un universo temporale alternativo, in questa vita sono una grammar nazi con la sindrome della maestrina, probabilmente nella precedente ero una signorina Rottermeier. Lettrice compulsiva, mi piace mangiare bene, sono appassionata di manga, anime e serie TV e colleziono Lego.
In rete mi identifico col nick Lunedì, perché so essere pesante come il lunedì mattina, ma anche ottimista come il “primo giorno di luce”.
In Inchiostro Virtuale vi porto a spasso, scrivendo, nel mio modo un po’ irriverente, di viaggi, reali o virtuali.
Sono inoltre co-fondatrice, insieme a Jessica e Virginia, nonché responsabile della parte tecnica e grafica del blog.
Mi potete contattare direttamente scrivendo: a.ardesi@inchiostrovirtuale.it