liquirizia radici bastoncini

La guida per un uso consapevole

La liquirizia (per i botanici Glycyrrhiza, dal greco glycos, dolce, e rhiza, radice) è una pianta officinale conosciuta fin dall’antichità. Alcune prescrizioni mediche attestano che gli Assiri e gli Egizi se ne servivano per curare lividi e tumefazioni, mentre i Cinesi la miscelavano alle altre erbe per potenziarle e mascherarne il sapore; nel Medioevo la Scuola medica salernitana la raccomandava in caso di disturbi respiratori, digestivi e cutanei, unendo le conoscenze greco-romane a quelle arabe.1 Queste indicazioni persistono tuttora nella Medicina popolare.2

Parti e sostanze attive

Della liquirizia si usano le radici raccolte tra il terzo e il quarto anno di vita, quando sono più attive, dalle quali si ottengono bastoncini giallastri, dal profumo tenue e il sapore dolce, ricchi di saponine e flavonoidi.

Tra le saponine spicca per importanza la glicirrizina, che negli estratti può raggiungere il 20-25%.4 Si tratta di una miscela di sali di potassio, calcio e magnesio dell’acido glicirrizico, che conferisce alla liquirizia una dolcezza 50 volte superiore a quella del saccarosio (lo zucchero da tavola).3-4 Giunta nell’intestino, la glicirrizina viene scomposta dai batteri in acido 18-β-glicirretinico, che una volta in circolo esplica i suoi effetti.5

Le altre sostanze attive della liquirizia sono i flavonoidi, che le impartiscono anche il colore giallo; includono la liquiritina, l’isoliquiritina, l’isocalcone A, il glabrene, la glabridina, le isplaglabridine A e B.4

Liquirizia: struttura dell'acido glicirrizico
L’acido glicirrizico è formato dall’acido 18-β-glicirretinico (a destra) legato a uno zucchero (a sinistra). I sali dell’acido glicirrizico formano la glicirrizina. Ph. EMA.

Proprietà e potenziali benefici della liquirizia

Le sostanze summenzionate conferiscono alle radici e agli estratti numerose proprietà, invero non tutte clinicamente confermate. Vediamole in dettaglio.

1) Antitussive

Grazie alla glicirrizina, la liquirizia aumenta la salivazione e la frequenza di deglutizione, calmando la tosse imminente. Questo meccanismo è comune ad altre sostanze dolci, come il miele e gli sciroppi.

2) Antimacchia

I flavonoidi della liquirizia attenuano le macchie brune, i segni tipici del fotoinvecchiamento, che si formano a causa della produzione eccessiva e disomogenea della melanina (il pigmento cutaneo). Benché tutti contribuiscano a queste proprietà, i più attivi sono la liquiritina, che dissolve la melanina, e la glabridina, che ne riduce la produzione inibendo l’enzima tirosinasi. Un test in provetta ha dimostrato che gli estratti sono attivi già a basse concentrazioni (21 μg/mL), riducendo del 50% l’attività della tirosinasi.4

3) Anticaduta

Le sperimentazioni sui ratti suggeriscono che la liquirizia possa essere utile in caso di alopecia, la perdita dei capelli, giacché un estratto alcolico al 2% si è dimostrato più efficace del minoxidil 2% (farmaco di riferimento) nel promuovere la ricrescita dei fusti piliferi.6

4) Antiossidanti

I flavonoidi della liquirizia prevengono i danni da radicali liberi risultando 100 volte più potenti della vitamina E,4 ma anche l’acido 18-β-glicirretinico ha effetti antiossidanti, avendo protetto i neuroni dallo stress ossidativo in una simulazione dell’ictus nei topi.7

5) Neuroprotettive

A supporto degli effetti neuroprotettivi dell’acido 18-β-glicirretinico vi sono i risultati di un recente test clinico, che ha coinvolto 75 pazienti colpiti dall’ictus: quelli che hanno assunto 450-900 mg di estratto tre volte al dì, per una settimana, si sono ripresi meglio degli altri che hanno assunto il placebo, data la riduzione significativa dei punteggi NIHSS e MRS dopo tre mesi.

Anche l’isocalcone A della frazione flavonoide sembra avere effetti neuroprotettivi, più precisamente anti-Alzheimer. In particolare, i test preclinici suggeriscono che questa sostanza possa contrastare il morbo agendo su più fronti:

  • riducendo lo stress ossidativo e l’infiammazione;
  • stimolando l’acetilcolina, che sostiene le funzioni cognitive come la memoria;
  • contrastando la formazione delle placche amiloidi e gli ammassi fibrillari di proteina tau iperfosforilata, responsabili della morte delle cellule nervose.9

6) Antiplacca

Gli estratti di liquirizia contrastano i batteri della placca dentale, quali Streptococcus mutans e Porphyromonas gingivalis, perciò potrebbero essere utili nel trattamento della parodontite.

In particolare, da alcuni test clinici è emerso che l’uso di un collutorio al 20% di liquirizia, 2 volte al dì per 15 giorni, ha ridotto il sanguinamento delle gengive e la placca dentale in modo paragonabile alla clorexidina 2% (farmaco di riferimento), mentre masticare le gomme al 10% per 4 settimane ha mantenuto in buono stato i denti e le gengive.10

7) Antinfiammatorie e immunomodulanti

L’acido 18-β-glicirretinico regola le risposte infiammatorie e immunitarie a monte, in modo simile ai cortisonici,4 perciò potrebbe essere utile nel trattamento di malattie come la stomatite aftosa ricorrente, nelle quali vi è il coinvolgimento delle citochine (sostanze infiammatorie) e dei linfociti T (cellule immunitarie).

A tal riguardo, i risultati di uno studio ombrello che ha esaminato 6 test clinici, per un totale di 314 partecipanti, hanno evidenziato che le paste, i gel e i collutori all’1,5% di liquirizia riducono il dolore e i tempi di guarigione delle afte (4-8 giorni) senza reazioni avverse; a questi benefici contribuiscono anche gli effetti antiossidanti e antisettici degli estratti.11

8) Gastroprotettive

Le preparazioni a base di liquirizia sfiammano la mucosa gastrica e ne promuovono la guarigione, benché non si sappia precisamente in che modo: potrebbero essere coinvolti gli effetti antiossidanti dei flavonoidi o l’aumento delle prostaglandine, che nello stomaco hanno effetti protettivi e riepitelizzanti.3-4-5

Radici di liquirizia ridotte in bastoncini vermiformi
Dalle radici di Glycyrrhiza glabra (Fabaceae) si ottengono dei bastoncini dal sapore dolce e il profumo tenue.

Indicazioni e usi della liquirizia

Attualmente* l’Agenzia europea per i medicinali considera le preparazioni a base di liquirizia niente più che rimedi della nonna contro tosse e mal di stomaco; questo perché mancano evidenze cliniche robuste a sostegno delle proprietà viste poc’anzi.2

1) Tosse

La radice di liquirizia (glabra, inflata e/o uralensis) è utile per calmare la tosse associata al raffreddore. Si può usare sotto forma di:

  • infuso, che si prepara versando 150 mL di acqua bollente su 1,5-2 g di radice in polvere. Si lascia riposare per qualche minuto, dopodiché si filtra e si beve. La posologia è di 1 tazza 2 volte al giorno dopo i pasti per 7 giorni;
  • estratto, alla dose di 1,2-1,5 g al giorno per 7 giorni.

2) Mal di stomaco

La liquirizia è utile anche per il mal di stomaco e la cattiva digestione. Anche in questo caso si può assumere sotto forma di infusi o estratti, ma con una differente posologia:

  • 1 tazza, 2-4 volte al giorno dopo i pasti, per massimo 14 giorni;
  • 32 mg di estratto, 2-3 volte al giorno, per massimo 14 giorni.

In entrambi i casi, se i sintomi persistono o peggiorano dopo il trattamento, bisogna rivolgersi al medico.

Liquirizia, bastoncini fatti a pezzi.
Bastoncini fatti a pezzi.

Effetti collaterali della liquirizia

Benché la liquirizia sia un rimedio naturale non è scevra da rischi, infatti:

  • nei soggetti predisposti scatena reazioni allergiche;2
  • in caso di sovradosaggio causa pseudoiperaldosteronismo, una sindrome che si manifesta con pressione alta, gambe gonfie e ipokaliemia (livelli di potassio < 3,5 mEq/L);1-
  • raramente può provocare aritmie, paralisi muscolare e rabodmiolisi (il disfacimento delle fibre muscolari), potenzialmente letali.1

Gli effetti tossici sono dovuti all’acido 18-β-glicirretinico e i suoi metaboliti, che aumentano i livelli di cortisolo nei reni. Quest’ormone, mimando gli effetti di un altro steroide (l’aldosterone, appunto), aumenta la ritenzione di sodio e acqua e l’eliminazione di potassio, causando i sintomi succitati.4

Per limitare il rischio di tossicità, l’OMS raccomanda di non superare i 100 mg giornalieri di glicirrizina.1

Controindicazioni della liquirizia

Alla luce di quanto visto finora, le radici di liquirizia e i loro estratti sono controindicati:

  • in caso di allergie note;
  • nei pazienti ipokaliemici, ipertesi, cardiopatici, con malattie renali o epatiche;
  • in associazione a farmaci che possono causare squilibri elettrolitici, quali diuretici, lassativi e glicosidi cardioattivi;
  • nei minori di 18 anni, in gravidanza e durante l’allattamento, per mancanza di dati sulla sicurezza.2

*Ultimo aggiornamento: 4 febbraio 2024.

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche lo speciale sulla Glycyrrhiza glabra.

Riferimenti bibliografici:
  1. Ceccuzzi, G.; Rapino, A.; Perna, B.; Costanzini, A.; Farinelli, A.; Fiorica, I.; Marziani, B.; Cianci, A.; Rossin, F.; Cesaro, A.E.; et al. Liquorice Toxicity: A Comprehensive Narrative Review. Nutrients 2023, 15, 3866. DOI: 10.3390/nu15183866;
  2. EMA. Final Community herbal monograph on Glycyrrhiza glabra L. and/or Glycyrrhiza inflata Bat. and/or Glycyrrhiza uralensis Fisch, radix – First version, 2012;
  3. Fitoterapia razionale di Schulz,‎ Hansel e Tyler. Casa Editrice Mattioli 1885;
  4. Damle, Monica. “Glycyrrhiza glabra (Liquorice) – A potent medicinal herb“. International journal of herbal medicine 2.2 (2014): 132-136. ISSN 2321-2187 IJHM 2014; 2(2): 132-136;
  5. Shinu, P.; Gupta, G.L.; Sharma, M.; Khan, S.; Goyal, M.; Nair, A.B.; Kumar, M.; Soliman, W.E.; Rahman, A.; Attimarad, M.; et al. Pharmacological Features of 18-β-Glycyrrhetinic Acid: A Pentacyclic Triterpenoid of Therapeutic Potential. Plants 2023, 12, 1086. DOI: 10.3390/plants12051086;
  6. Roy SD, Karmakar PR, Dash S, Chakraborty J, Das B. Hair growth stimulating effect and phytochemical evaluation of hydro-alcoholic extract of Glycyrrhiza glabra, Global J res Med Plants & Indigen Med 2014; 3(2):40-47;
  7. Oztanir, M.N., Ciftci, O., Cetin, A. et al. The beneficial effects of 18β-glycyrrhetinic acid following oxidative and neuronal damage in brain tissue caused by global cerebral ischemia/reperfusion in a C57BL/J6 mouse model. Neurol Sci 35, 1221–1228 (2014). DOI: 10.1007/s10072-014-1685-9;
  8. Parsa Ravanfar, Golnaz Namazi, Mahsa Atigh, Shaghayegh Zafarmand, Azadeh Hamedi, Alireza Salehi, Sadegh Izadi, Afshin Borhani-Haghighi,
    Efficacy of whole extract of licorice in neurological improvement of patients after acute ischemic stroke. Journal of Herbal Medicine, volume 6, issue 1, 2016, pages 12-17, ISSN 2210-8033. DOI: 10.1016/j.hermed.2015.12.001;
  9. Olloquequi, J.; Ettcheto, M.; Cano, A.; Fortuna, A.; Bicker, J.; Sánchez-Lopez, E.; Paz, C.; Ureña, J.; Verdaguer, E.; Auladell, C.; et al. Licochalcone A: A Potential Multitarget Drug for Alzheimer’s Disease Treatment. Int. J. Mol. Sci. 2023, 24, 14177. DOI: 10.3390/ijms241814177;
  10. Khan SF, Shetty B, Fazal I, Khan AM, Mir FM, Moothedath M, Reshma VJ, Muhamood M. Licorice as a herbal extract in periodontal therapy. Drug Target Insights. 2023 Jun 5;17:70-77. DOI: 10.33393/dti.2022.2583. PMID: 37288311; PMCID: PMC10243202;
  11. Dorsareh F, Vahid-Dastjerdi G, Bouyahya A, Zarshenas MM, Rezaie M, Yang WM, Amiri-Ardekani E. Topical Licorice for Aphthous: A Systematic Review of Clinical Trials. Iran J Med Sci. 2023 Sep;48(5):437-447. DOI: 10.30476/IJMS.2022.94467.2576. PMID: 37786470; PMCID: PMC10541548.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it