
Chi non ha mai giocato, almeno una volta nella vita, ad un gioco da tavolo?
La sensazione di adunanza, quel momento di sfida contro tutti e contro se stessi. Vincere, perdere, esultare o chiedere la rivincita, trascorrere intere ore come se si trattasse di un minuto e poi riemergere da quel momento come se il tempo si fosse fermato ad aspettare che finiste di giocare.
Questo è, secondo me, il gioco da tavolo o board game: un’avventura in piena regola, ma anche molto di più. È un’occasione per scoprire qualcosa di più su se stessi, attraverso la scelta di un genere rispetto ad un altro oppure di un gioco rispetto ad un altro ancora.
Dopo anni passati a frequentare le fiere del gioco e a collezionarne sempre di più, ho imparato che dietro ad un RisiKo! o un Dungeons & Dragons si nasconde uno spettro di colori fatto di stili e generi che merita di essere scoperto anche da chi vi si affaccia per la prima volta in assoluto.
Vi racconterò, quindi, questo pazzo mondo fatto di carte, dadi, miniature e schede, in un breve riassunto dalle sue origini a oggi.
Un po’ di storia sul gioco da tavolo
La storia del gioco da tavolo è millenaria e si spande in diverse aree del mondo. Già 5000 anni fa in Mesopotamia i momenti fra amici si trascorrevano lanciando dei bastoncini incisi a guisa di dadi. Più tardi nell’antica Grecia si sarebbero usate delle piccole ossa intagliate fino ad arrivare a Roma, con dei veri e propri dadi a 6 facce in vetro, perla o ottone che oggi farebbero invidia ai collezionisti.
Non solo dadi e bastoncini
Difficile immaginare un faraone che gioca al lancio dei dadi, giusto? Sarebbe più naturale abbinare questo passatempo all’ambientazione di una taverna o una strada, e in effetti queste differenze esistevano davvero.
Spesso gli antenati di giochi moderni come gli scacchi nascevano nelle corti imperiali e nelle case nobiliari, a volte perché lo stesso gioco andava ad intrecciarsi con la religione -e con l’immancabile concetto del nobile come preferito delle divinità-, altre perché la loro costruzione richiedeva più materiali, spesso di grande pregio e raffinatezza.
Ecco alcuni esempi dei primi giochi da tavolo che hanno fatto la storia del genere.
- Il gioco di Ur. Risalente al 2650 a.C. deve il suo nome al ritrovamento del primo set in assoluto presso le tombe reali di Ur in Iraq. Era un gioco riservato ai membri delle famiglie regnanti e fa parte di quella serie di passatempi che andarono ad unirsi gradualmente alle tradizioni religiose. Ad oggi sappiamo solo che si giocava con l’ausilio di una tavola decorata, due set di segnalini e tre dadi a quattro facce.
- Ludus latrunculorum. Antica Roma, tra il 2000 e il 1300 a.C. nell’impero sono in voga due giochi in particolare: il ludus duodecim scriptorum, e il ludus latrunculorum. Giocati entrambi con l’ausilio di tavole in marmo o pietra, si pensa che a loro dobbiamo oggi le versioni moderne del Backgammon e degli scacchi.
- I giochi Mancala. Questi giochi hanno introdotto, intorno al 700 d.C., la dinamica della cattura come la conosciamo oggi. Lo scopo è di conquistare alcune zone del “tavolo da gioco” attraverso la collocazione a turno di piccole pedine.
- The Landlord’s Game e Catan. Nel corso del 1900 i giochi di società conoscono un boom mai visto prima. Nasce il nonno del moderno Monopoli, The Landlord’s Game, seguito nel 1995 da Catan, un gioco di colonizzazione e commercio che diventa famoso per le sue meccaniche innovative.
Arrivati al 1900 i tempi sono maturi e sia in America che in Europa -con la Germania in testa- sono nate le più diverse tipologie di giochi da tavolo, dal Monopoli al Dungeons and Dragons, fino a Carcassonne.
Vario è bello: i generi di board games tra German e American
Dal 1900 ad oggi, specialmente con l’avvento di Internet e l’ingresso nel mercato del crowdfunding e di siti come Kickstarter, il numero di giochi di società è aumentato vertiginosamente fino a toccare nel 2015 un totale di 3429 titoli pubblicati in un anno.
Ad oggi il numero continua a salire grazie all’inventiva di tanti appassionati e questo passatempo ha assunto una tale importanza nel corso dell’ultimo secolo da farsi dedicare numerose fiere internazionali e premi. Un esempio per tutti è il celebre Spiel des Jahres, ovvero “Gioco dell’anno”, organizzato annualmente in Germania dal 1978 e ambito in tutto il mondo.
Ma come orientarsi in questo marasma e scoprire quale fa al caso proprio?
Partiamo dalle basi: esistono due tipologie di giochi da tavolo dette German e American, distinte per le dinamiche e il loro scopo finale. Nel primo caso si ha una partita dettata dalla strategia, mentre nel secondo il gioco è basato soprattutto sulla fortuna.
Capire se siete più tipi da strategia e scelte misurate o, al contrario, preferite l’avventura e la casualità vi aiuterà non poco nella scelta del gioco perfetto.
Il genere German: la pazienza è la virtù dei forti
Niente viene lasciato al caso in questi giochi da tavolo: ogni partecipante raccoglie, sviluppa e fa uso delle proprie risorse per guadagnarsi la vittoria contro gli avversari, in una competizione di pura pazienza e strategia. Altra caratteristica interessante è la loro durata, mai imprevedibile come i giochi in stile Risiko, unita ad un sistema che non richiede l’eliminazione ma predilige la raccolta di punti.
Insomma, il German game – o Eurogame- è un tipo misurato, un affascinante pensatore che non lascia nulla al caso. Non vi deluderà se amate mettere alla prova il vostro intelletto.
Fanno parte del genere Carcassonne, Trivial Pursuit, I Coloni di Catan e Samurai.
American per l’avventura e l’ignoto
Preferite il rischio e l’azione? Allora siete decisamente per il genere American.
Questi giochi da tavolo basano buona parte del proprio funzionamento sul caso. Tiri di dadi, estrazioni e una strategia che, a differenza dei German, può mutare in continuazione in base alla semplice fortuna.
Un gioco American vi prenderà per mano e vi trasporterà in ambientazioni spesso avventurose, raccontate da plance di gioco ricche di pedine, storie e imprevedibili tiri di dadi. Ci saranno anche momenti di pianificazione ovviamente, ma spesso sarà la dea bendata a decidere per voi.
Alcuni esempi della categoria sono Colt Express, eletto gioco dell’anno 2015 e Zombicide, tuttavia anche i giochi di ruolo -o GDR- come Dungeons & Dragons o Vampires: The Masquerade appartengono con fierezza al genere American, facendo dell’immedesimazione nella storia e del tiro di dadi una filosofia di vita.
I party games
Una menzione speciale va a questa categoria diversa da quelle precedenti per il suo scopo primario, ovvero quello di intrattenere e divertire un minimo di 3 fino anche a più di 10 giocatori con partite dalla breve durata -in media dai 20 ai 40 minuti al massimo- .
I party games sono i perfetti compagni per le feste fra amici, i compleanni o un Capodanno passato comodamente in casa. Si tratta spesso di giochi di carte come Si, oscuro Signore!, Bang!, Munchkin o Vudù, pensati per far divertire i partecipanti con meccaniche di gioco semplici e dinamiche.
Per esperienza personale posso assicurarvi che con questo genere anche il meno propenso al gioco del vostro gruppo finirà irrimediabilmente per divertirsi!
Dove giocare? Quando un buon ambiente fa la differenza
Quando si pensa al gioco da tavolo risulta automatico immaginare una bella partita a casa propria o di un amico, insomma, un ambiente accogliente e privato dove si può ridere e scherzare in pace.
In realtà esistono molte altre possibilità ugualmente divertenti che portano il board game al livello successivo, proponendo spazi di gioco condivisi e mettendo a vostra disposizione un’ampia gamma di nuovi prodotti tutti da scoprire e provare spesso in modo totalmente -o quasi- gratuito.
Sto parlando delle fiere del gioco e del fumetto come il Play a Modena, uno dei maggiori raduni annuali dedicati esclusivamente a questo settore. L’evento conta per ogni edizione più di 1500 tavoli da gioco messi a disposizione di chiunque voglia provare o anche, come si dice in gergo, “play testare” in anteprima i giochi esposti da associazioni, venditori privati e negozi vari.
Esistono poi diverse associazioni che si occupano di creare eventi dedicati al gioco da tavolo in tutta Italia, aperte a grandi e piccoli e adatte per iniziare persone di tutte le età a questo mondo. Il maggiore esponente della categoria in Italia è La Tana dei Goblin, un’associazione ludica che conta 30 e più sedi affiliate in tutta Italia da nord a sud.
Ho già avuto la possibilità di trascorrere qualche ora insieme “ai goblin” durante le giornate passate al GiocoMix, la fiera più importante della Sardegna, e devo dire che è stata una bellissima esperienza. La maggior parte dei giochi che possiedo infatti, sono stati prima testati ai loro raduni insieme ai sempre entusiasti e competenti ragazzi dell’associazione, una possibilità questa non da poco.
Inoltre, associazioni come queste fissano periodicamente delle giornate di incontro nelle città in cui operano, in modo da rafforzare ed espandere la comunità di giocatori e dare la possibilità a chi non può frequentare i grandi eventi di divertirsi comunque vicino a casa propria.
Sia i ragazzi della Tana dei Goblin che le altre associazioni sono reperibili tramite il loro sito web o i canali social e saranno felici di informarvi sulle loro prossime tappe presso le maggiori fiere d’Italia o di indicarvi la loro prossima giornata di incontro nella vostra regione.
Se questo non dovesse bastare, ormai gli stessi negozi di fumetti e attività affini organizzano periodicamente eventi di questo genere, mettendosi a disposizione del pubblico con serate dedicate a tornei e a vere e proprie “scuole” di gioco.
In conclusione, perché giocare ai giochi da tavolo?
Esistono diversi studi che spiegano come il gioco da tavolo possa giovare sia dal punto di vista della socializzazione, sia per quanto concerne il mettere alla prova mente e spirito.
Ma volendo aggiungere un parere tutto personale, basato su diversi anni di partite perse e vinte, di combattimenti contro draghi e vampiri, esplosioni impreviste di gattini e gare per la costruzione di poderi sempre più grandi, posso dire che il gioco da tavolo regala una prospettiva completamente nuova del semplice “passare del tempo con gli amici”.
Perché “amico” diventa quella persona -estranea o meno- che vuole unirsi alla partita con un sorriso e la voglia di mettersi alla prova. Perché non c’è cosa più divertente del provare giochi mai visti prima con il proprio gruppo e imparare le regole tutti insieme sbagliando, ridendo, vincendo o perdendo. Si creano ricordi e legami mentre ci si avventura con leggerezza in una dimensione tutta da scoprire.
Non ci sono veri conflitti ma solo sana competizione. Il gioco da tavolo unisce e riunisce le persone, le avvicina fra loro e le mette nelle situazioni più curiose per abbattere quel muro di individualità e riservatezza che spesso ci impedisce di lasciarci andare e farci due risate in compagnia.
Giocare quindi per sperimentare, mettersi alla prova, sognare e soprattutto farlo in compagnia.

Classe 1995, sono un’inguaribile amante dell’arte laureata in Beni Culturali e reinventata blogger e marketer.
Un po’ taciturna ma grande ascoltatrice e osservatrice, la scrittura è il mio mezzo di espressione prediletto. Probabilmente in un’altra vita sono stata un filosofo, di quelli che cadono nelle buche ammirando il cielo, ovviamente!
Adoro i giochi da tavolo e di ruolo, leggo libri, fumetti e manga e sono una patita di videogames. Quando non sono a casa a godermi una tranquilla serata di relax, sono nei luoghi più verdi e romantici della mia città e dintorni, a respirare l’aria del mare e lasciarmi trasportare dal panorama in innumerevoli viaggi mentali.
Su Inchiostro Virtuale vi parlerò dei giochi da tavolo raccontandovi i generi, gli eventi, le novità e i momenti di ordinaria -e divertente!- follia che costituiscono il mondo del tempo libero e dei passatempi virtuali e non.