Origine ed evoluzione di cucina e colleghi
Continuiamo il nostro viaggio nella storia degli elettrodomestici; in questa seconda puntata raccontiamo quando sono nati e come si sono evoluti nei secoli la cucina, l’aspirapolvere e il ferro da stiro (il mio preferito).
Storia della cucina
La cucina (o meglio il piano cottura) non è la prima cosa che viene in mente parlando di elettrodomestici, ma è senza dubbio la più usata.
Non percorrerò la storia dagli albori, altrimenti dovremmo spingerci fino alla Preistoria; perciò atterriamo direttamente nel XVI secolo e lo usiamo da spartiacque. Fu in quel periodo, infatti, che le cucine vennero costruite in muratura e dotate di volte e di camino per il focolare.
Finalmente il fornello veniva posto all’altezza del tavolo, rendendo il lavoro delle cuoche molto più agevole.
Prima di allora il fornello si trovava a terra, la stanza si riempiva velocemente di fumo e fuliggine rendendo l’ambiente malsano e pericoloso; i principi d’incendio furono un grosso problema per molti secoli.
Il forno era comune, spesso si usava quello dei fornai, e la gente a turno vi andava a cuocere le proprie cose.
Questa pratica, iniziata nel Medioevo, si è protratta fin quasi ai giorni nostri. Mio marito racconta che nella casa dei suoi nonni, in un’altura tra le montagne calabresi, c’era la scuola e il forno e il via vai che ne derivava rendeva la collinetta un vero centro cittadino!
Il potager
Nel XVII secolo fa il suo ingresso il potager, la versione moderna di una soluzione già in uso fra i Romani, che comprendeva un piano in muratura con fori e griglie al di sotto dei quali venivano poste delle braci.
Il potager aprì orizzonti inaspettati: divenne possibile gestire l’intensità delle fiamme, permise di cuocere più pietanze contemporaneamente e fu possibile cambiare anche il modo di cucinare; si passò alla preparazione di zuppe e piatti cotti a fuoco lento. Fu in questo periodo che nacquero i primi ricettari e vennero poste le basi per la cucina moderna.
Nel 1735 l’architetto francese François Cuvilliés progettò la stufa Castrol, definita “economica” perché con un solo pezzo di legno si potevano scaldare l’ambiente e l’acqua, si aveva una piastra per cucinare e un forno caldo sempre a disposizione.
Nella seconda metà del ’700 venne introdotto il carbone, molto più efficiente e a prezzi più convenienti.
Verso la cucina moderna
Nel 1836, l’inglese James Sharp brevettò la stufa a gas in lamiera. Queste cucine erano definite “economiche” perché si potevano spegnere quando non servivano e non avevano bisogno di un camino per i fumi.
Agli inizi del Novecento, il fornello cominciò ad assumente l’aspetto moderno ed essenziale che parzialmente conserva ancor oggi, due fornelli con un forno con griglia. I cinque fuochi arrivarono negli anni ’20, mentre negli anni ’30 il forno elettrico iniziò a fare concorrenza al forno a gas.
Nel periodo della Guerra fredda, le forme della cucine diventarono futuristiche e si riempirono di accessori.
Col passare del tempo e il cambiamento delle dimensioni delle case, le cucine assunsero via via un design più essenziale e funzionale, tanto che oggi troviamo piani cottura persino nascosti negli armadietti!
Storia dell’aspirapolvere
Come per altri elettrodomestici, è difficile stabilire la paternità dell’aspirapolvere. Si pensa fu un inventore di Chicago, tale Ives McGaffey, che nella seconda metà del 1800 ideò un elettrodomestico che sfruttava il principio del vuoto per aspirare l’aria esterna e la polvere.
Di certo si sa che il primo brevetto venne rilasciato nel 1876 ad Anna e Melville Bissel.
Per quanto battezzata aspirapolvere, non si può certo dire che l’invenzione di Anna e Meville – per quanto perfettamente funzionante – fosse pratica e comoda da usare: infatti era montata su un carro trainato da un cavallo e i tubi per l’aspirazione dei tappeti venivano fatti passare dalle finestre!
A causa delle sue caratteristiche, l’aspiratore dei Bissel ebbe diffusione limitata.
Un’idea regale
Dovremo quindi attendere l’inizio del 1900, quando il signor Booth, affascinato dal fatto che per pulire i vagoni si usasse uno strumento che aspirava l’aria, riuscì a inventare una versione di aspirapolvere più pratica e maneggevole. Il primo pulitore ad aspirazione elettrico fu brevettato nel 1901, era manovrabile da due persone e debuttò sui tappeti dell’abbazia londinese di Westminster, in vista dell’incoronazione di Edoardo VII.
L’aspirapolvere americano
La svolta avvenne con James Spangler, Ohio, che soffrendo d’asma cercò un modo per non respirare la polvere alzata dal battitappeto al lavoro. Così si fece prendere da un attacco d’arte e con una scatola, un ventilatore, un copricuscino di seta e il manico di una scopa (ma senza abbondante colla vinilica) assemblò il primo, vero, aspirapolvere della storia. O meglio, la prima scopa elettrica!
James brevettò l’invenzione e cercò un sistema per portarla in tutte le case degli americani.
Come ogni buon piazzista sa, le prime vendite si fanno tra i parenti, così anche James decise di mandare il nuovo strumento alla cugina Susan affinché lo provasse. La donna, entusiasta del risultato, lo mostrò al marito William Hoover, piccolo imprenditore di pellame, che preso da manie di grandezza comprò alla moglie non solo l’aspirapolvere, ma anche il brevetto. Da lì a poco ne avviò la produzione: il punto di forza nella distribuzione fu che lasciava il prodotto in prova prima dell’acquisto.
Se l’attacco d’arte di Spangler vi ha entusiasmato, sappiate che la Vorwerk produsse la sua prima scopa elettrica nel 1929, quando si ritrovò un magazzino pieno di motori per grammofoni, la sua produzione principale fino ad allora, che tuttavia erano in declino nelle vendite.
Storia del ferro da stiro
Concludo con il mio elettrodomestico preferito: il ferro da stiro. So che può sembrare strano, ma trovo che stirare sia un’attività estremamente rilassante. Ho il sospetto, però, che le massaie dei tempi antichi non la pensassero esattamente come me. Leggete e poi mi darete la vostra opinione.
Pare che i ferri caldi per eliminare le pieghe dagli abiti venissero usati in Cina sotto la dinastia Han (circa 200 a.C.): si trattava di recipienti di bronzo con manici in legno o, per le famiglie più ricche, in avorio. All’interno venivano sistemate alcune braci bollenti.
I nostri antenati romani, da questo punto di vista, erano decisamente più indietro: si limitavano a scaldare delle pietre e a passarle sui tessuti.
Una lenta evoluzione
Come possiamo vedere, l’idea di base del ferro è già ben definita e nei secoli assistiamo più a una limatura, a un miglioramento di quello già in uso, più che a una vera e propria trasformazione, come accade per altri elettrodomestici.
Nei secoli seguenti troviamo ferri con un piccolo fornello all’interno, mentre nel 1200 vengono prodotti i primi esemplari in ferro battuto e, un secolo dopo, quelli prodotti in metallo fuso, che consentiva di creare forme più funzionali.
I metodi per scaldarli furono vari, alcuni venivano messi in forno o scaldati sulle stufe, altri – seppur aggiornati nella forma – si aprivano per accogliere le braci ardenti. In tutti i casi era quasi impossibile regolare la temperatura: per far sì che i ferri fossero sempre caldi, durante la stiratura ne veniva usato più di uno. Il ferro con cui si stirava veniva “sostituito in corsa”, non appena la temperatura diventava inadeguata; qualcosa tipo il cambio moto quando in MotoGP è necessario cambiare le gomme!
Come se ciò non bastasse, venivano utilizzati ancora sporchi di polvere e fuliggine e il rischio di scottarsi o di bruciare gli abiti era piuttosto elevato.
Tra il 1800 e il 1900 la svolta
Nell’Ottecento, negli Stati Uniti, prese piede una versione a gas. Alla piastra era agganciato un piccolo serbatoio che alimentava il ferro attraverso un tubicino. Purtroppo questa soluzione non si rivelò molto sicura, infatti si verificarono diverse esplosioni, così le massaie preferirono tornare ai modelli precedenti.
La svolta si ebbe ovviamente in epoca moderna con l’avvento dell’elettricità: il primo ferro da stiro con piastra riscaldata grazie all’energia elettrica fu brevettato nel 1891. Aveva la piastra in acciaio e il manico in platica, ma a dirla tutta non era comodo: pesava più di sette chili e non permetteva la regolazione della temperatura.
Per il primo ferro a vapore dobbiamo aspettare il 1926, ma anche questa evoluzione avvenne con una certa calma, infatti fino al 1970 non ebbe molto successo: era pesante, non si poteva regolare la temperatura e tantomeno il vapore, che continuava a fuoriuscire fino a che non finiva l’acqua.
Io e il ferro da stiro
Oggi i ferri si sono evoluti in mille forme: tradizionali a caldaia esterna, verticali e persino wireless, cioè senza cavo d’alimentazione!
Io stiro ancora con un ferro a vapore tradizionale, non ho grandi pretese.
Ah, non vi ho ancora detto perché mi rilasso stirando. Beh, è semplice: nelle tre ore che dedico alla cura dei panni di tutta la famiglia posso guardare indisturbata i miei film preferiti, il che mi fa venire in mente che uso un altro elettrodomestico; ma di questo, se vorrete, ne parleremo un’altra volta!
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche la prima parte: “Elettrodomestici: storia e curiosità“.
Mi chiamo Cristina, sono nata di giovedì e sono un sagittario!
Mi piace chiacchierare, conoscere persone e sono a mio agio anche a una festa in cui non conosco nessuno. Cerco sempre il lato positivo delle cose e il mio motto è “c’è sempre una soluzione”!
Maniaca della programmazione, non posso vivere senza la mia agenda.
Ho studiato linguaggi dei media e da quasi 20 anni mi occupo di comunicazione per una grande azienda di telefonia.
Nel tempo libero mi piaceva leggere, viaggiare, guardare i film, andare a teatro. Ora invece ho due gemelle di 7 anni che, se da una parte assorbono quasi tutte le mie energie, dall’altra mi hanno donato un nuovo e divertente punto di vista.
Per tutti questi motivi vi parlerò di storie e leggende.