Curiosità e aneddoti sul simbolo del Natale per antonomasia
Per molti di noi è impensabile festeggiare il Natale senza un bellissimo abete, decorato con ornamenti scintillanti e circondato da pacchetti luminosi con fiocchi multicolore e coccarde. Ma com’è nata questa usanza che piace a bambini e adulti, così come a credenti e non? Come la maggior parte delle tradizioni natalizie, tra cui la celebrazione del Natale stesso, l’origine dell’albero di Natale può essere fatta risalire sia ad antiche tradizioni pagane, sia religiose.
Leggende e tradizioni pagane
In quanto pianta sempreverde, i Druidi, sacerdoti celti, consideravano l’abete un simbolo di vita e lo onoravano in varie cerimonie. Anche gli antichi Romani, alle calende di gennaio, primo giorno del mese, erano soliti regalarsi un rametto di una pianta sempreverde come augurio di buona fortuna.
I popoli antichi appendevano alle porte e alle finestre rami di piante sempreverdi, come rametti di abete, vischio e agrifoglio (altre famose piante ornamentali natalizie), in quanto erano diffuse le credenze secondo cui avrebbero tenuto lontani streghe, fantasmi, spiriti maligni e malattie, dalla casa e dai suoi abitanti.
Durante l’inverno gli alberi sempreverdi mantenevano il loro colore, perciò erano venerati come simbolo dei mesi più caldi che stavano per arrivare, in segno di buon auspicio.
L’uso di sempreverdi e ghirlande come simboli della vita eterna era un’usanza anche degli antichi popoli della Cina e di Israele. Il culto degli alberi era comune tra gli Europei pagani e riuscì a sopravvivere al Cristianesimo. Nei paesi nordici, si decoravano case e fienili con sempreverdi a Capodanno, per spaventare il diavolo, e si preparavano alberi per offrire riparo agli uccelli durante il periodo invernale.
Origini religiose e cristiane dell’albero di Natale
Successivamente, l’icona dell’abete come rappresentazione della vita eterna venne fatta propria dai Cristiani, che ne resero il simbolo di Cristo. Secondo alcune teorie si tratta dello stesso albero della vita di cui parla la Bibbia, o di quello del bene e del male, che crescevano entrambi nel giardino dell’Eden.
Nei secoli si sono sviluppati altri significati riguardo all’albero di Natale: secondo alcuni studiosi l’abete fu scelto dai Cristiani fra tutti gli alberi sempreverdi per la sua forma triangolare, che rappresenterebbe la santissima trinità.
Come nacque l’albero di Natale come lo conosciamo oggi?
Le vere origini dell’albero di Natale sembrano essere radicate in Germania, durante il Medioevo: nel 1419, una corporazione di Friburgo eresse un albero decorato con mele, cialde di pasta di farina e pan di zenzero. Nelle Fiandre si ritrovano testimonianze di alberi decorati con filo di lana, paglia, mele, noci e salatini.
Le cronache raccontano che il più antico mercatino di Natale si trovasse a Strasburgo, in Alsazia, dove gli alberi di Natale disadorni venivano venduti nel XVII secolo come Weihnachtsbaum, termine tedesco indicante l’albero di Natale.
La domanda di alberi di Natale era così alta che furono approvate apposite leggi per limitare il taglio di rami o alberi di abete: tali ordinanze, in tutta la regione dell’Alsazia, limitavano ogni famiglia ad avere un solo albero di Natale.
Si racconta che Martin Lutero abbia aggiunto per la prima volta candele accese a un albero per abbellirlo: una sera d’inverno, mentre camminava verso casa, fu intimorito dallo splendore delle stelle che scintillavano tra i rami degli alberi sempreverdi. Per riprodurre la scena per la sua famiglia, mise un albero nella stanza principale della casa, decorandone i rami con candele accese.
Il primo vero albero di Natale, così come lo conosciamo noi, fu introdotto sempre in Germania, nel 1611, dalla Duchessa di Brieg, che aveva già fatto adornare il suo castello per festeggiare il Natale, quando si accorse che un angolo di una delle sale dell’edificio era rimasto completamente spoglio. Per questo, ordinò che un abete del giardino del castello fosse trapiantato in un vaso e portato in quella sala.
E la tradizione di mettere i doni attorno?
Con la Regina Vittoria, nell’Inghilterra del 1846, celebrare il Natale portando doni attorno a un abeteè divenuta un’usanza internazionale. La regina e il marito di origine tedesche – Alberto – furono ritratti nell’Illustrated London News in piedi con i loro figli, intorno a un albero di Natale, al Castello di Windsor. L’albero vittoriano era decorato con giocattoli e piccoli doni, candele, caramelle e torte fantasiose appese ai rami con nastri e fili.
Gli immigrati tedeschi avevano portato con sé l’usanza degli alberi di Natale in Gran Bretagna, all’inizio del 1800, ma senza avere grande seguito. Dopo che la regina Vittoria, monarca estremamente popolare e influente, iniziò a celebrare il Natale con gli abeti addobbati e i regali tutti attorno in onore del marito, i laici ne seguirono l’esempio.
In Italia, la prima a addobbare un albero di Natale fu la Regina Margherita, nella seconda metà dell’Ottocento al Quirinale, e da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il Paese. Nel Dopoguerra, gli alberi di Natale hanno conquistato intere generazioni fino a diventare uno dei simboli per eccellenza delle festività natalizie.
Albero di Natale vero o finto?
Poiché, purtroppo, spesso gli abeti coltivati apposta e destinati a diventare alberi di Natale non sono sufficienti, molti vengono tagliati nei boschi, con seri danni per l’ambiente.
Negli anni ’30, negli Stati Uniti, furono creati i primi alberi di Natale artificiali fatti di setole di spazzole. Negli anni ’50 e ’60 si iniziarono a produrre in serie alberi in alluminio e plastica, in PVC. Gli alberi artificiali hanno guadagnato una popolarità sempre maggiore a scapito della tradizione ma col guadagno del rispetto per la natura. Però molti continuano a imperterriti ad aumentare lo scempio del disboscamento degli abeti.
Sarebbe opportuno verificare sempre la provenienza degli alberi che acquistate e proporre soluzioni più creative e sostenibili. Ricordiamoci che il Natale è una festa e in quanto tale può essere celebrata in tantissimi modi, mentre gli alberi servono per l’ecosistema del pianeta e quindi anche per la nostra vita. Rispettiamoli!
Articolo pubblicato su Sardegna Live.
Mi chiamo Alessandra Leo, sono laureata in Scienze della Comunicazione e pubblicista.
Adoro il mondo beauty, in particolare il make-up e la skincare, ma un’altra mia passione è l’esoterismo e tutto ciò che riguarda streghe e magia.