Bellezza e cosmesi in Estremo Oriente: Cina e Giappone

Quarto appuntamento con la rubrica “Bellezza e cosmesi nella storia”, dedicato all’Estremo Oriente.

La bellezza in Estremo Oriente

Rimasto per secoli ai confini del mondo conosciuto, l’Estremo Oriente ha sempre suscitato fascino e mistero, essendo fonte di meraviglie di ogni genere: dagli aromi ai fiori, dalle sete alle merci più preziose.

Durante il Medioevo, tutto ciò che si sapeva in Europa del lontano Catai, l’odierna Cina, si basava sulle memorie di Marco Polo, raccolte in un libro intitolato Il Milione. Parlavano di civiltà sconosciute e misteriose, di tesori, di prodotti ricercatissimi dai mercanti occidentali, come aromi e spezie.

Il libro fu copiato a mano per due secoli e dal 1477 ha continuato a essere stampato in molte lingue, tant’è che è conosciuto in tutto il mondo lo stretto rapporto tra profumi, aromi, fiori e cultura orientale.

Secondo un detto cinese, la bellezza si basa su un corpo molto profumato, quindi nelle famiglie più abbienti, ma non solo, si usava dare alle figlie, sin dall’età di due o tre anni, delle bevande aromatiche nella speranza che crescessero belle e profumate.

In Cina

Le tre grandi bellezze della Cina erano Xiang Fei, Yang Kuei-fei e Hsi Shih, famose, oltre che per la bellezza, per il profumo ricco e delicato del loro corpo. La formula della “pozione di bellezza” profumata, fatta di olio essenziale estratto dalle foglie essiccate di patchouli, viene descritta nell’antico libro Mille Rimedi d’Oro.

Un’antica favola cinese decanta le virtù della fragranza di telosma cordata, dai poteri addirittura mistici e capaci di risolvere problemi:

C’era una volta un gruppo di guerrieri che aveva assediato un castello nemico. Al crepuscolo si diffuse nell’aria un profumo dolce che placò i sentimenti aggressivi dei guerrieri. Il mattino seguente i guerrieri abbandonarono il castello e si ritirarono.

In Giappone

Anche il Giappone offre una gran varietà di profumi: il profumo dei fiori di ciliegio in primavera o quelli dei boschi nei pressi dei templi shintoisti o buddisti, come l’aroma dell’incenso (koh in giapponese) protagonista del Koh-do.

Non si può trascurare il profumo del tè verde, la bevanda più diffusa nel Paese che rappresenta una vera e propria istituzione: dolce e amara allo stesso tempo, aromatica e benefica.

Il make up in Estremo Oriente

Una caratteristica particolare della bellezza delle donne orientali era ed è tuttora la chiarezza del volto, ottenuta con una cipria bianca a base di polvere di riso che uniforma e nasconde le imperfezioni.

Le guance venivano accentuate con un colore rosa o rosso e le sopracciglia completamente rasate e ridisegnate per rendere il viso uniforme.

La bocca rossa e ben delineata era in voga soprattutto in Giappone, dove le Geishe, donne di grande cultura che avevano il compito di intrattenere i propri clienti, si dilettavano a danzare, chiacchierare, cantare e recitare.

Le donne delle civiltà orientali avevano inoltre un buon portamento e una perfetta conoscenza dell’arte dei fiori, l’Ikebana. I loro segreti di bellezza suscitano da sempre grande interesse in Occidente: nell’ultimo periodo i rituali e i prodotti che arrivano dall’Asia, soprattutto dalla Corea del Sud e dal Giappone, per la cura della pelle sono diventanti estremamente popolari.

Geisha giapponese
Geisha giapponese. Da notare la bocca rossa e ben delineata, suo tratto distintivo.
Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete il quarto capitolo della rubrica, dedicato alla “Bellezza e cosmesi nel Medioevo“.

Scritto da:

Alessandra Leo

Mi chiamo Alessandra Leo, sono laureata in Scienze della Comunicazione e pubblicista.
Adoro il mondo beauty, in particolare il make-up e la skincare, ma un'altra mia passione è l'esoterismo e tutto ciò che riguarda streghe e magia.