Al resveratrolo vengono attribuite proprietà miracolose, retaggio di una frode scientifica fortunatamente smascherata. Qui ve ne raccontiamo la storia. Ma andiamo per ordine.
Cos’è il resveratrolo?
Il resveratrolo è uno stilbene: una sostanza antiossidante che appartiene alla grande famiglia dei polifenoli. Fu isolato per la prima volta nel 1939 dalle radici del Veratrum grandiflorum, una pianta velenosa utilizzata a scopo curativo in Cina e Giappone. Esiste in due forme – il cis-resveratrolo e il trans-resveratrolo – delle quali la seconda è considerata la più stabile e attiva.
Le fonti
Benché sia considerato tipico dell’uva, in realtà questo polifenolo viene prodotto da più di 70 specie vegetali in risposta a vari stimoli stressanti, quali raggi UV, sostanze dannose e patogeni.
Nell’uva possiamo trovarlo nella buccia, nei semi e nel raspo, in quantità che si riducono con la maturazione; durante la vinificazione il resveratrolo si trasferisce al mosto, di conseguenza anche il vino ne conterrà.
A seguire riportiamo le quantità di resveratrolo – irrisorie – nelle principali fonti alimentari:
- 1 litro di vino rosso: 0,361-1,972 milligrammi;
- 1 kilo di uva rossa: 92-1.604 microgrammi;
- 1 kilo di cioccolato fondente: 350 microgrammi;
- 1 kg di mele: 400 microgrammi;
- 1 litro di birra: birra: 1,34-77 microgrammi.
Alba e tramonto di un mito
Nel corso degli ultimi vent’anni si è parlato molto del resveratrolo e dei suoi potenziali benefici per la salute, dalla prevenzione dei tumori e dell’invecchiamento cerebrale agli effetti protettivi per il cuore, a seguito dalle ricerche condotte dal Dr. Dipak K. Das, direttore del Cardiovascular Research Center dell’Università del Connecticut. A proposito di salute cardiovascolare, gli studi di Das sembravano evidenziare degli effetti protettivi sul cuore paragonabili a quelli dell’acido acetilsalicilico.
Dunque, grazie a queste scoperte, il resveratrolo ha assunto la fama di sostanza protettiva; un vero peccato che la realtà dei fatti sia ben diversa!
La frode del Dr. Dipak K. Das
Nel 2008, una segnalazione anonima pervenuta all’Office of research integrity, riguardante l’operato del Dr. Das, ha fatto sì che venissero a galla le manipolazioni dei dati sul resveratrolo (circa 145) dettate dagli interessi economici dello studioso, il quale possedeva brevetti ed era in affari con varie aziende di integratori; in seguito a questa spiacevole scoperta, l’Università del Connecticut richiese la restituzione degli 890.000$ destinati alle sue ricerche e lo licenziò. D. K. Das morì il 19 settembre del 2013, prima di poter fare causa all’UConn per diffamazione.
Resveratrolo: è tutta una bufala?
A onor del vero, esistono altri studi oltre a quelli del Dr. Das che hanno valutato le potenzialità salutistiche del resveratrolo, ma i loro risultati sono tutt’altro che promettenti.
Fermo restando che il resveratrolo assunto con la dieta è insufficiente per sortire qualsiasi effetto, ciò che lo frega – anche quando viene introdotto con gli integratori, che ne contengono dosi elevate – è la scarsa biodisponibilità (in parole povere, la quantità che entra in circolo).
Dagli studi sui volontari umani è emerso che, sebbene il resveratrolo venga assorbito in grandi quantità (circa il 70%) per via orale, nell’intestino e nel fegato viene convertito in sostanze rapidamente eliminate dall’organismo; di conseguenza, la frazione di resveratrolo che entra effettivamente in circolo è troppo bassa per fare effetto.
Alla luce di tali evidenze, lo sviluppo di formulazioni capaci di aumentare la biodisponibilità del resveratrolo dovrebbe essere il primo passo per una seria valutazione clinica.
Riferimenti bibliografici:
- Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention (2003). Relationship between Mechanisms, Bioavailibility, and Preclinical Chemopreventive Efficacy of Resveratrol: A Conundrum.
- Drug Metabolism and Disposion (2004). HIgh absorption but very low bioavailability of oral resveratrol in humans.
- Oxidative Medicine and Cellular Longevity (2015). Properties of Resveratrol: In Vitro and In Vivo Studies about Metabolism, Bioavailability, and Biological Effects in Animal Models and Humans.
- Advances in Nutrition (2016). Resveratrol: How Much Wine Do You Have to Drink to Stay Healthy?
- Journal of Herbal Medicine (2018). Bioavailability of resveratrol: Possibilities for enhancement.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.
Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it
Mi permetto di segnalare , per completezza e a maggior comprensione da parte dei lettori/consumatori, che quel milligrammo di resveratrolo per litro di vino, anche in funzione della sua bassisssima biodisponibilità quando veicolato con l’alcol del vino, è quantità di principio attivo assolutamente che confermiamo da anni come inefficace a qualunque effetto sull’organismo e che l’effetto tanto reclamizzato del bicchiere che fa bene alla prevenzione di alcune malattie è la fake news, la bufala, più abusata dai media e da alcuni “ricercatori” che hanno evidentemente conflitti d’interesse. Si potrebbe parlare di una qualche apprezzabile attività del resveratrolo qualora fosse consumato in quantità pari a 100 mg – oltre 100 bicchieri di vino – quantità implausibile con la condizione di stato in vita. Bell’articolo, complimenti. Emanuele SCAFATO, Societò Italiana di Alcologia
Buonasera Emanuele, innanzitutto grazie per aver apprezzato l’articolo! Io non mi sono soffermata su questo aspetto perché, in rete, ci sono tantissimi articoli che ne parlano, uno fra tanti quello della FNOMCeO; la ringrazio, comunque, per questa precisazione, che sono sicura verrà apprezzata dai nostri lettori (oltre che da me e dal resto della redazione, s’intende). Ancora grazie e torni a trovarci nel nostro sito!