A cosa serve il raddoppiamento degli aggettivi in cinese? Quale nuovo significato porta alla frase? Scopriamolo in questo articolo!
Il raddoppiamento degli aggettivi, così come quello dei verbi, è abbastanza comune in cinese. Anche in questo caso il ripetersi della parola porta a nuove sfumature di significato che altrimenti non si avrebbero.
Le due situazioni, però, presentano delle differenze per cui non possono essere affrontate nello stesso modo. In caso di parole bisillabiche, ad esempio, le strutture non combaciano.
A cosa serve, quindi, il raddoppiamento degli aggettivi in cinese? Quando si può usare? Quali differenze ci sono con la reduplicazione dei verbi? Non ci resta che scoprirlo.
Ripasso e approfondimentoCome di consueto, prima di continuare, rubo qualche riga per consigliarvi alcuni miei vecchi articoli – ai quali potete accedere cliccando sui rispettivi link in basso -, magari più utili per chi studia il cinese da poco. In questi ho provato a spiegare le basi della lingua, come la scrittura e la pronuncia, e anche in questo caso ve li introduco a grandi linee con l’ausilio di una parola. Quella di oggi è 勺 (sháo, cucchiaio):
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Raddoppiamento degli aggettivi in cinese
Esattamente come avviene con i verbi, la reduplicazione degli aggettivi non può essere applicata a tutti. In linea generale possiamo raddoppiare principalmente quelli che fanno riferimento a descrizioni fisiche.
Anche in questo caso, prima di capire quale significato acquisiscono gli aggettivi ripetuti, vediamo in quali strutture possono essere inseriti. Come già visto per i verbi, si useranno le lettere A (che rappresenta la prima o l’unica sillaba) e B (la seconda).
Aggettivi monosillabici
- AA
Questa costruzione è particolarmente semplice poiché, essendo monosillabico, sarà sufficiente ripetere l’aggettivo.
Ad esempio:
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Come avrete notato, questa struttura (AA) è identica a quella dei verbi monosillabici; ovviamente possiamo riconoscere i diversi elementi grammaticali a seconda della loro posizione all’interno della frase. Non esiste, invece, la struttura A一A per gli aggettivi
Aggettivi bisillabici
- AABB
Qualora l’aggettivo sia composto da due sillabe, la reduplicazione è meno scontata. Se con i verbi abbiamo visto le costruzioni ABAB e AAB, in questo caso non possiamo usare né l’una né l’altra.
Quando si vogliono ripetere gli aggettivi, infatti, la struttura dovrà essere AABB. In altre parole si ripeteranno le singole sillabe una per volta e non l’intera parola unita.
Ad esempio:
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Quando usare il raddoppiamento degli aggettivi
La ripetizione dell’aggettivo, un po’ come avviene in italiano, ha come obiettivo quello di accentuarne l’entità, sia esso uno stato o un attributo. In altre parole ci permette, ad esempio, di indicare l’intensità più alta di un colore o una maggiore qualità fisica.
Quando non svolgono la funzione di avverbio o predicato – in quest’ultimo caso, di cui non mi occupo in questo articolo, vale quanto già spiegato per i verbi -, gli aggettivi raddoppiati sono sempre seguiti dalla particella 的 (de).
All’interno della frase possono occupare diverse posizioni: Sostantivo + AA / AABB + 的
AA / AABB + 的 + Sostantivo
Verbo + 得 + AA / AABB + 的
In quest’ultimo caso si utilizza la particella 得 (de) che introduce il complemento di grado in cinese. |
Se come anticipato prima l’aggettivo svolge funzione di avverbio, sarà normalmente seguito dalla particella 地 (de).
Per cui avremo: AA / AABB + 地 + Verbo
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Quando non si può raddoppiare
Partendo dal presupposto che, come detto, non tutti gli aggettivi possono essere raddoppiati, vediamo quali altri casi ci impediscono di procedere con la reduplicazione.
NON possiamo raddoppiare l’aggettivo: 1. nella stessa frase con avverbi di grado. La reduplicazione degli aggettivi esprime già un’intensificazione della qualità descritta, per cui un avverbio di grado rappresenterebbe un’inutile ripetizione. 2. in caso di struttura comparativa. In altre parole non possiamo ripetere l’aggettivo nel caso in cui stiamo esprimendo un confronto. |
Il raddoppiamento degli aggettivi in cinese, quindi, segue lo schema AABB e serve per amplificare l’entità dello stato o dell’attributo descritto. Detto questo non mi resta che salutarvi: 再见!
Classe 1986. All’università ho scoperto la lingua cinese ed è stato amore a prima vista, tanto che da allora ho continuato a studiarla da autodidatta.
Nel blog, oltre a parlarvi della cultura cinese, cercherò di rendervi più familiare una delle lingue più incomprensibili per antonomasia.
Potete contattarmi scrivendo a: m.bruno@inchiostrovirtuale.it