Non è Carnevale senza i parafrittus
In occasione del Carnevale ho deciso di scrivere un articolo un po’ diverso dal solito: infatti, stavolta faccio uno strappo alla regola parlandovi dei parafrittus o fatti fritti. Si tratta di dolci tipici della Sardegna, che – per via della strisciolina chiara che ricorda il saio dei frati – vengono chiamati anche “frati fritti”.
Sono senza dubbio i miei dolci carnavaleschi preferiti, non solo per il sapore – simile a quello di altri dolci fritti come le zeppole – ma anche perché mi ricordano la mia infanzia; mia madre li ha sempre preparati (e io mangiati) e quando ero piccola non c’era festicciola in cui non fossero presenti.
Grazie alla ricetta della mia famiglia, anche voi potrete prepararli e assaggiarli. Vediamola!
La mia ricetta dei fatti fritti
Spesso accade che esistano più varianti della stessa specialità culinaria e i fatti fritti non fanno eccezione: infatti la ricetta presenta delle differenze da una zona all’altra della Sardegna, da un paese all’altro e persino da una famiglia all’altra. Lungi da me, dunque, il voler disquisire su quale sia la ricetta originale fra le tante, correndo il rischio di far torto a qualcuno; perciò mi limiterò a darvi la ricetta di mia madre (io sono una frana con i dolci!) nella speranza che possiate trovarla di vostro gradimento.
Ingredienti
Per preparare una trentina di parafrittus sono necessari:
- 1 kg di farina 00;
- 4 uova;
- 200 g di burro;
- 240 mL di latte;
- zucchero bianco (120 g per l’impasto più quello da spolverizzare dopo la frittura);
- 70 g di lievito di birra;
- 2 bustine di vanillina;
- scorze di 2 arance e di 1 limone;
- 2 cucchiai di limoncello:
- olio di semi di arachidi per la frittura.
Procedimento
Ora che avete tutto l’occorrente, vediamo come preparare l’impasto dei parafrittus:
- innanzitutto grattugiate la scorza degli agrumi e mettetela da parte;
- dopodiché fate intiepidire il latte e mischiatelo con il lievito;
- in una terrina unite le uova allo zucchero e lavorateli con le fruste classiche;
- poi aggiungete la vanillina, il burro fuso e il latte, e continuate a lavorare con le fruste;
- a questo punto aggiungete poco a poco la farina e lavorate l’impasto con le fruste a spirale;
- quando l’impasto inizia a essere omogeneo, aggiungete le scorze, il limoncello e continuate a lavorarlo fino a renderlo perfettamente uniforme;
- fate lievitare l’impasto per 2 ore, in un luogo tiepido e riparato come il forno;
- ricavate delle palline dall’impasto e stringetele tra l’indice e il pollice: in questo modo otterrete un foro che dovete cercare di allargare con molta delicatezza;
- disponete i parafrittus ancora crudi in una teglia con carta da forno e fateli lievitare per altre 2 ore.
Terminata la seconda lievitazione, si può procedere con la frittura:
- riempite un tegame basso per 3/4 di olio di semi di arachidi e fatelo riscaldare a fiamma media (l’olio non deve essere troppo caldo, altrimenti i parafrittus bruciano all’esterno restando crudi all’interno);
- immergete i parafrittus nell’olio non troppo caldo due alla volta e girateli quando saranno gonfi a sufficienza;
- lasciateli cuocere fino a far dorare entrambi i lati;
- a questo punto togliete i dolci dall’olio, lasciateli scolare in carta da cucina, spolverizzateli con lo zucchero e adagiateli in un vassoio.
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello sulle zippulas: la ricetta delle zeppole di Carnevale.
Giornalista pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
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