Note personali con Obsidian

Solo da poco ho scoperto Obsidian per la gestione delle note personali.
Lo scorso aprile avevo descritto il mio workflow delle annotazioni, consistente in Notion per le cose più stabili e strutturate e StackEdit per la scrittura di bozze. Entrambe le applicazioni prevedono l’uso del Markdown, linguaggio di scrittura agile e funzionale. Quello che mancava era una gestione automatica della relazione tra le note, per trasformarle in una effettiva base di conoscenza.
StackEdit è infatti abbastanza primitivo, da questo punto di vista, mentre la relazione tra le note di Notion richiede un esplicito intervento, il che vuol dire che spesso e volentieri rimane lettera morta.

Poi, diverse settimane fa, ho cominciato a incappare su Medium.com in diversi articoli sull’applicazione Obsidian. Incuriosito l’ho installata e devo riconoscere che è stata una rivelazione: man mano che aggiungo note personali, basta seguire poche semplici regole per costruire la struttura delle relazioni tra i diversi temi.
Vediamo nel dettaglio cos’è Obsidian, cosa si può ottenere senza uno sforzo eccessivo e come.


Cosa chiedo a un ambiente di gestione delle note personali

Il mio primo requisito è la semplicità di annotazione e di modifica, su più piattaforme.
Vorrei poter prendere un appunto mentre sono in giro (quindi con lo smarphone), magari dettandolo. Poi, a casa, devo poter risistemare quella nota sul pc Linux, oppure sul Mac o, ancora, sul pc Windows.

Il secondo requisito è la ricchezza di funzionalità di scrittura.
Il supporto di Markdown è essenziale, se non nella fase di cattura almeno in quella successiva dello sviluppo dell’idea. Gradita l’integrazione in Markdown di Mermaid, semplice linguaggio per comporre diversi tipi di diagramma.

Terzo requisito: creazione della rete di relazioni tra le note, che sia la più automatica e funzionale possibile. Se non c’è questo punto, le proprie annotazioni diventano un’enciclopedia con le pagine incollate, ed è difficile risalire, nel tempo, a una specifica annotazione.

Note personali con Obsidian: la rete delle relazioni

Cominciamo proprio da quest’ultimo punto, l’elemento che mi mancava con l’accoppiata Notion-StackEdit. Qui di seguito riporto il grafo attuale delle mie note su Obsidian.

note personali con Obsidian: grafo delle relazioni

È possibile aprire una nota con un semplice click sul relativo punto del grafo, così come è possibile raggiungere una specifica nota navigando nella struttura logica in cui è stata inserita.

L’azienda dietro Obsidian

Durante la quarantena per il Covid, Shida Li (lui) ed Erica Xu (lei), insoddisfatti delle app per note disponibili sul mercato, progettarono da zero l’app dei loro desideri. I due, residenti in Canada, avevano fondato in precedenza Dynalist, a cui fa capo anche l’app Obsidian.

Il successo di Obsidian si deve, a mio parere, a una combinazione di fattori:

  • una struttura di prezzo intelligente, con una versione free perfettamente funzionale e capace di attrarre utilizzatori;
  • un’architettura aperta a estensioni come template e plug-in;
  • la creazione di una vasta community di utilizzatori, che hanno sviluppato innumerevoli estensioni;
  • un’azienda leggera, capace di reggere sui ricavi della versione a pagamento.

I dettagli nella sezione About del sito.

Installare Obsidian

Obsidian può essere installato su Windows, Linux, macOS, Android e iOS.

L’applicazione è gratuita, finché le note risiedono sul proprio pc. È richiesto invece un canone per condividere le note tra più dispositivi, farne un backup nel cloud di Obsidian, condividere le note con altri.
In realtà anche con la versione gratuita si possono avere le note in cloud e su più dispositivi, se si associa all’applicazione un account su Dropbox.
Questo è lo schema da realizzare:

architettura free mutlipiattaforma


Il diagramma appena riportato è in una nota, ed è stato ottenuto con questo codice Mermaid:

```mermaid
graph TD
c[crea file.md<br>con Dropbox<br>su Android] --> x[cloud Dropbox]
a[Obsidian<br>su Linux] --> aa[disco locale]
aa --> x
b[Obsidian<br>su macOS] --> bb[disco locale]
bb --> x
d[Obsidian<br>su Windows] -.-> dd[disco locale]
dd -.-> x
```

Ahimè, anche per Dropbox si ha qualche limitazione per le sottoscrizioni gratuite:

  • si possono avere non più di 3 dispositivi connessi allo stesso account, quindi devo tenere almeno uno tra macOS e Windows in stand-by; al momento tocca al mac attendere tempi migliori;
  • su Android non si può avere replica locale dei file; questo non è in realtà un problema, perché il mobile mi serve solo per catturare un appunto, quindi mi basta poter aggiungere un file al cloud Dropbox.

Il workflow è intuitivo:

  • raccolgo idee o direttamente sul pc/mac o in mobilità con Android; utilizzando come tastiera l’app Gboard di Google posso anche dettare la nota che viene trascritta in testo, da salvare con estensione .md;
  • automaticamente mi trovo la nota su qualunque pc o mac accenderò successivamente e ogni modifica successiva sarà riportata nel cloud Dropbox e propagato agli altri pc o mac.

Note personali con Obsidian: la struttura dei file

Negli articoli che ho letto non ho trovato suggerimenti su come strutturare file e cartelle per Obsidian. Per evitare che la parte sinistra della schermata riporti l’elenco di tutte le note (nel tempo sarebbe un incubo), ho scelto questa struttura:

struttura file e cartelle per Obsidian

In dettaglio:

  • per ogni mia area di interesse creo una pagina e una cartella che raccoglierà le relative idee; se un’idea è legata a più aree di interesse, starà nella cartella dell’area con cui ha più attinenza;
    la pagina è sul primo livello del Vault (è la base dati);
    la cartella si trova invece nella macro-cartella note, posizionata sempre sul primo livello del vault;
  • all’interno di note, un’ulteriore cartella raccoglie le tabelle Kanban; l’installazione di un plug-in su Obsidian consente infatti di creare questo tipo di tabella nella versione più semplice possibile, sufficiente comunque allo scopo;
    ecco, ad esempio, la tabella Kanban dell’area Math:
    esempio di tabella kanban
    Via via che le idee diventano risultati, è sufficiente spostare drag and drop il relativo oggetto da una colonna all’altra.

Sempre sul primo livello del vault, ho poi le cartelle:

  • dropnotes, che contiene le note inserite da smartphone, successivamente editate e spostate altrove;
  • immagini, cartella con le immagini esterne inserite nelle varie note;
  • modelli, con i template creati per impostare note di formato ripetitivo (esempio: report di riunioni, recensioni di film o libri; io mi sono approntato il template per le ricette di cucina).

Nell’immagine del grafo delle relazioni posta a inizio di articolo è possibile vedere sulla sinistra il dettaglio della struttura di cartelle e file.

Esport delle note

A differenza di Notion, Obsidian non consente, nella versione free, di esportare una nota come pagina web. L’oggetto da esportare dovrebbe essere infatti esponibile su web, cosa non possibile finché risiede solo sul nostro pc.
Se si è realizzata l’architettura proposta (Obsidian + Dropbox), si può condividere il file Markdown da Dropbox, strada che vedo però poco praticabile.

È comunque possibile esportare ogni singola nota come documento pdf, che si può poi condividere via email, whatsapp o altro.


Cosa mi attendo dalla gestione delle note personali con Obsidian

Essenzialmente un consolidamento delle pensate, appunti, osservazioni che fino a oggi hanno lasciato tracce non solidissime. Qualcosa è nella mia testa, qualcos’altro è su qualche hard disk (quale? in che cartella?), qualcosa nella carta accumulata in casa o in cantina.
E da questo consolidamento sarebbe lecito attendersi una migliore produttività nelle cose di cui mi occupo, che siano la stesura di articoli per Inchiostro Virtuale, l’attività di formazione, giocare con Linux o con la matematica degli interi.

Tra qualche mese sarà possibile vedere se sarà andata effettivamente così.

La foto di apertura è di David Schwarzenberg, da Pixabay.

Scritto da:

Pasquale

Mi chiamo Pasquale Petrosino, radici campane, da alcuni anni sulle rive del lago di Lecco, dopo aver lungamente vissuto a Ivrea.
Ho attraversato 40 anni di tecnologia informatica, da quando progettavo hardware maneggiando i primi microprocessori, la memoria si misurava in kByte, e Ethernet era una novità fresca fresca, fino alla comparsa ed esplosione di Internet.
Tre passioni: la Tecnologia, la Matematica per diletto e le mie tre donne: la piccola Luna, Orsella e Valentina.
Potete contattarmi scrivendo a: p.petrosino@inchiostrovirtuale.it