Diciasettesimo appuntamento con “L’erbario“, in cui vi raccontiamo alcune curiosità e aneddoti sul tasso (Taxus baccata). Buona lettura!
Taxus baccata: l’identikit
Il tasso è una pianta sempreverde molto longeva e semplice da coltivare, amante delle zone d’ombra, che si può facilmente trovare in Italia e lungo le coste del Mediterraneo. Appartenente all’ordine delle conifere, oggi viene utilizzato prevalentemente per scopi ornamentali, in quanto si presta ad abbellire parchi e giardini, a decorare aiuole e ingressi per le svariate e curiose forme che può assumere la sua chioma.
L’albero del tasso arriva al massimo a 15 metri di altezza, presenta un tronco rugoso e delle foglie aghiformi, molto simili a quelle dell’abete bianco, non pungenti perché molto morbide, e di un colore verde intenso. La corteccia è di un colore rossastro e la chioma si espande a corona leggermente ovale.
I frutti sono costituiti da piccole bacche rosse, dette arilli, di cui gli uccelli sono ghiotti, tanto che contribuiscono a spargere attraverso le feci i semi – non digeribili – lungo le loro vie migratorie e in questo modo si dà vita a nuove piante.
L’arillo è l’unica parte non velenosa del tasso, visto che foglie e semi contengono una sostanza tossica, la taxina, uno dei più potenti e letali veleni al mondo, che determina difficoltà respiratorie, problemi cardiaci, tremori, nausea, vomito; in forti dosi può portare al coma e alla morte.
Gli usi tradizionali
Conosciuto come “Albero della morte“, per via degli effetti appena descritti, nei tempi antichi veniva utilizzato per la creazione di veleni capaci di indurre la morte improvvisa per paralisi cardiaca o respiratoria.
Dagli anni ’90, invece, sorprendentemente, un estratto di questa pianta viene studiato in Medicina e utilizzato con successo in ambito chemioterapico per la cura di alcuni tipi di tumori.
Il tasso è una pianta facilmente rigenerativa, forte e resistente a tagli o danneggiamenti, capace di moltiplicarsi in modo spontaneo con una tecnica chiamata margotta, attraverso cui un solo ramo può estendersi fino al terreno e generare radici, producendo nuovi germogli.
Questa caratteristica lo rende potenzialmente immortale e, in questo contesto, il tasso è associato alla morte considerata trasformazione e passaggio nell’aldilà, o vita eterna.
L’aneddoto
Il veleno del tasso è stato protagonista di molte tragedie di Shakespeare, come l’Amleto, nel quale Claudio versa nell’orecchio del re – suo fratello – il liquido tossico della pianta, oppure al Macbeth, dove le streghe preparano un intruglio a base di “…talee di Tasso colte mentre la Luna è in eclisse“.
La letteratura è in questi casi una conseguenza di fatti accaduti realmente. Il legno del tasso veniva utilizzato anche per costruire armi, soprattutto frecce, che spesso venivano addirittura immerse nel veleno per essere più letali. La leggenda narra fosse proprio una freccia di tasso a ferire a morte Riccardo Cuor di Leone.
Secondo le antiche tradizioni pagane, i tassi erano talmente detestati dal diavolo che venivano piantati ai confini dei cimiteri come siepi per proteggere i defunti da eventuali dispetti del demonio.
Articolo pubblicato su Sardegna Live.
Mi chiamo Alessandra Leo, sono laureata in Scienze della Comunicazione e pubblicista.
Adoro il mondo beauty, in particolare il make-up e la skincare, ma un’altra mia passione è l’esoterismo e tutto ciò che riguarda streghe e magia.