
L’iperidrosi è un disturbo che influenza negativamente la qualità della vita di chi ne soffre: genera imbarazzo, stress e fobie sociali, ma può anche favorire le infezioni e infiammazione cutanee. In questa guida vedremo di cosa si tratta, quali cause la scatenano e come trattarla. Seguiteci!
Che cosa è l’iperidrosi?
Circa l’1-3% della popolazione è affetto dall’iperidrosi, un disturbo caratterizzato da sudorazione eccessiva: in parole povere, si suda più di quanto serva per regolare la temperatura corporea. Può manifestarsi senza una causa apparente (iperidrosi primaria) o per una specifica causa (iperidrosi secondaria).
Iperidrosi primaria
Per capire se si tratta d’iperidrosi primaria, bisogna che l’ipersudorazione sia presente almeno da 6 mesi e che sia accompagnata da due o più dei seguenti sintomi:
- sudorazione bilaterale (che colpisce entrambi i lati del corpo) almeno 1 volta alla settimana;
- assenza di sudorazione durante il sonno;
- età d’insorgenza inferiore a 25 anni;
- attività quotidiane scombussolate;
- storia di iperidrosi in famiglia.
Quali sono le zone più colpite dall’iperidrosi primaria?
Si tratta delle zone con una densità maggiore di ghiandole sudoripare, ovvero:
- palmi delle mani;
- piante dei piedi;
- ascelle.
Meno di frequente interessa il viso e il cuoio capelluto.
Quali sono le cause di un’eccessiva sudorazione?
Sebbene l’iperidrosi primaria (o idiopatica) sia avvolta ancora dal mistero, la scienza ha compiuto dei piccoli passi in avanti verso la comprensione delle sue cause. Potrebbe essere coinvolta la genetica, in particolare le anomalie del cromosoma 14q, oppure delle disfunzioni nervose, che renderebbero le ghiandole sudoripare iperattive, secondo una recente ipotesi.
Queste disfunzioni non riguarderebbero il controllo della sudorazione legata alla temperatura, bensì quella associata alle emozioni; a supporto di tale ipotesi, il fatto che il disturbo si manifesta solo da svegli come la sudorazione emotiva e, proprio come quest’ultima, interessa le mani, i piedi e le ascelle.

Iperidrosi secondaria
L’iperidrosi secondaria insorge per una causa ben precisa, identificata attraverso l’intervista al paziente ed eventuali esami di laboratorio. Tra le cause più comuni annoveriamo:
- psicofarmaci, come gli antidepressivi e gli antipsicotici;
- sostanze d’abuso, come l’alcol;
- malattie metaboliche, come l’obesità, il diabete e l’ipertiroidismo;
- malattie neurologiche, come il Parkinson e la sclerosi multipla;
- tumori, come i linfomi e il feocromocitoma;
- malattie congenite, come la Sindrome di Riley-Day;
- traumi, come le lesioni del midollo spinale;
- gravidanza e menopausa.
In questi casi il disturbo insorge tardivamente, sopra i 25 anni, interessa tutto il corpo e non cessa durante il sonno.
Trattamento della sudorazione eccessiva
Ma ora, veniamo all’aspetto pratico: come si cura l’iperidrosi? Per ovvi motivi non ci soffermeremo su quella secondaria, giacché basta individuarne le cause e trattarla di conseguenza, bensì sull’iperidrosi idiopatica.
In base alla severità del disturbo, si possono seguire quattro linee di trattamento:
- sali di alluminio per l’iperidrosi lieve;
- ossibutinina per l’iperidrosi moderata;
- tossina botulinica per l’iperidrosi resistente ai sali di alluminio e all’ossibutinina;
- simpatectomia toracica endoscopica per l’iperidrosi severa resistente anche al botulino.
Passiamole brevemente in rassegna!
Sali di alluminio
I sali di alluminio si usano nelle forme lievi. Hanno effetti antitraspiranti, giacché ostruiscono i dotti ghiandolari impedendo al sudore di fuoriuscire, e antisettici, perciò contrastano i batteri responsabili dei cattivi odori (bromidrosi).
Si applicano sulle zone critiche la notte, prima di andare a dormire, perché le ghiandole sudoripare sono meno attive e i loro effetti durano 3-5 giorni. Non si usano in caso di pelli sensibili.
Per approfondimenti, leggete l’articolo sui “Sali di alluminio nei cosmetici: a cosa servono?“.
Ossibutinina
Se i sali di alluminio non funzionano, il medico può prescrivere off-label l’ossibutinina (off-label significa che è approvata con indicazioni diverse dall’iperidrosi, nella fattispecie per l’incontinenza urinaria).
L’ossibutinina riduce la sudorazione antagonizzando gli effetti dell’acetilcolina (un neurotrasmettitore) sulle ghiandole sudoripare. Si può assumere alla dose di 5-10 mg al giorno, tranne in caso di patologie oculari, muscolari, gastrointestinali o cardiache.
Tossina botulinica
Il botulino è indicato nell’ipersudorazione ascellare resistente, ma si usa anche off-label in quella palmare. Blocca il rilascio di acetilcolina dai nervi, perciò le ghiandole sudoripare non si attivano.
Gli effetti compaiono entro una settimana e durano in media 4 mesi. La tossina è controindicata nei minori di 12 anni, nei soggetti allergici o che soffrono di debolezza muscolare.
Simpatectomia toracica endoscopica
La simpatectomia toracica endoscopica è indicata nell’iperidrosi (soprattutto palmare) grave e refrattaria a tutti gli altri trattamenti. Per farla breve, consiste nel recidere l’innervazione delle ghiandole sudoripare, affinché non possano più essere attivate.
L’intervento è controindicato nei pazienti obesi, psichiatrici o molto giovani, e in alcuni casi può causare la comparsa dell’iperidrosi in zone differenti da quelle originarie (iperidrosi compensatoria).
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il parere del medico.
Bibliografia e sitografia
- Hyperhidrosis (Brackenrich and Fagg, 2017).
- Current and Emerging Medical Therapies for Primary Hyperhidrosis (Grabell and Hebert, 2017).
- Oxybutynin as an alternative treatment for hyperhidrosis (Delort et al., 2017).
- Thoracic sympathectomy for hyperhidrosis: from surgical indications to clinical results (Vannucci and Arajùjo, 2017).
- Turning the tide: a history and review of hyperhidrosis treatment (Lee and Levell, 2014).
- Hyperhidrosis: anatomy, pathophysiology and treatment with emphasis on the role of botulinum toxins (Lakraj et al., 2013).
- Foglietto illustrativo del Botox® dal sito dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Giornalista e blogger con un passato da farmacista.
Sono una delle fondatrici del sito e curo la sezione editoriale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it