Gli orrori della guerra visti con gli occhi degli artisti
“Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell’uomo” (Oriana Fallaci).
La guerra – ahimè! – praticamente è sempre esistita e i due conflitti mondiali, entrambi vissuti dal nostro Paese, sono annoverati a pieno titolo tra i momenti più bui della storia italiana e non solo. Le atrocità della guerra sono state raccontate in libri, film, documentari e anche nell’arte. Numerosi artisti hanno imbracciato le armi: in Italia non possiamo non citare gli esponenti del movimento futurista, Marinetti primo fra tutti, e altrettanti hanno raccontato le battaglie nei loro quadri. Scopriamo insieme alcune di queste testimonianze artistiche.
Guernica, di Pablo Picasso
Se parliamo del binomio arte-guerra non possiamo che iniziare da Guernica, di Pablo Picasso. L’opera è antecedente alla Seconda guerra mondiale: infatti è una denuncia contro il conflitto che si stava consumando in Spagna nel 1937 e Francisco Franco. L’opera è volutamente confusa e l’assenza di colore sta a indicare, appunto, la morte.
Il volto della guerra, di Salvador Dalì
Salvador Dalí ci ha abituati ai suoi quadri che spesso impressionano e questo non fa eccezione. Il dipinto rappresenta un volto quasi scheletrico, con i vermi che lo consumano e orbite prive di occhi, all’interno delle quali vi sono altri volti uguali al primo. Lo stesso nella bocca spalancata in un muto grido di orrore.
Il deportato, di Aldo Carpi
Se pensiamo alla Seconda guerra mondiale, l’associamo tristemente alla deportazione nei campi di concentramento. Una delle opere più significative riguardo a questo tema è Il deportato di Aldo Carpi. Due guardie che tengono in custodia quello che appare quasi come un fantasma, una larva, più che un essere umano. L’opera è visivamente ed emotivamente un vero pugno nello stomaco.
La guerra, di Otto Dix
L’opera di Otto Dix, sebbene rappresenti la Prima guerra mondiale, può adattarsi a ogni conflitto. Composta da quattro quadri, l’opera rappresenta quattro diversi momenti: la prima parte, in cui i soldati si preparano alla battaglia; la seconda, in cui vediamo lo sfacelo del conflitto bellico; la terza, in cui l’ultimo soldato in vita tenta di trascinare via il corpo di un compagno; infine l’ultima, dove i corpi dei soldati sono dentro una cassa.
Questo mio articolo prende spunto dalla commemorazione che si è tenuta il 6 giugno, in ricordo della sbarco in Normandia e proprio in Normandia (e non solo, ovviamente) questo evento viene celebrato ogni anno e si protrae per l’intera estate.
Consigli di lettura
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Lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.