Malattie da calore: crampi muscolari, esaurimento e colpo di calore.

Ottava parte della rubrica Vacanze in salute

Sempre più spesso il caldo record attanaglia le nostre estati e porta con sé dei disturbi, talvolta mortali, che si definiscono “malattie da calore”. Ad esse appartengono sindromi di entità variabile, dai crampi all’esaurimento da calore fino al colpo di calore, da non confondere con l’insolazione (causata dall’esposizione diretta ai raggi UV piuttosto che dal caldo in sé1). In questa guida, ottava parte della rubrica Vacanze in salute, vedremo come riconoscerle, trattarle e prevenirle.

Sintomi delle malattie da calore: crampi, esaurimento e colpo di calore

I disturbi legati al caldo si presentano frequentemente sotto forma di crampi: contrazioni muscolari dolorose, spasmodiche e improvvise, che interessano soprattutto gli arti e l’addome delle persone che sudano copiosamente senza reintegrare le perdite idrosaline.

Un po’ più grave ma non pericoloso per la vita è l’esaurimento da calore, che può manifestarsi con malessere generale, debolezza che non passa con il riposo (astenia), mal di testa, vertigini, nausea e vomito. La temperatura può aumentare (ipertermia), pur mantenendosi sotto i 40°C, così come la sudorazione (diaforesi) e la frequenza cardiaca (tachicardia). Inoltre:

  • la pressione sanguigna può abbassarsi passando dalla posizione sdraiata/seduta a quella eretta (ipotensione ortostatica);
  • si può perdere coscienza quando si sta in piedi a lungo in un ambiente caldo-umido (sincope da calore).

Se non trattata in tempo questa sindrome può progredire al colpo di calore, un evento potenzialmente fatale caratterizzato da temperature superiori a 40°C e sintomi di alterazione mentale, quali confusione e/o comportamento bizzarro, delirio, epilessia fino al coma. Possono comparire altresì:

  • atassia, cioè l’incapacità di controllare i muscoli durante i movimenti, che può essere un sintomo precoce;
  • diaforesi, tachicardia e tachipnea (aumento della frequenza respiratoria) anche da supini.

Perché si manifestano le malattie da calore?

Questi disturbi sopraggiungono quando l’organismo non riesce a dissipare il calore che produce e/o assorbe dall’ambiente esterno. Le ragioni sono tra le più disparate e bisogna ricercarle sia nell’ambiente, sia nelle caratteristiche e abitudini personali. Vediamo di cosa si tratta.

1) Fattori di rischio ambientali

Le malattie da calore sono favorite da temperature maggiori di 35°C, umidità del 60-70%, accesso limitato all’acqua e assenza di ventilazione. Un clima caldo-umido non ventilato e la disidratazione, infatti, contrastano l’evaporazione del sudore, impedendo alla temperatura corporea di mantenersi nel range di normalità (da 36,1°C a 37,2°C per gli adulti).2

2) Fattori di rischio individuali

In presenza dei fattori ambientali summenzionati, le persone che corrono più rischi sono:

  • gli over 65 e gli under 15, perché la loro capacità di regolare la temperatura corporea è ridotta sia per motivi fisiologici (infatti avvertono meno la sete e sudano meno a causa dell’età) sia perché spesso non sono capaci di spostarsi autonomamente verso ambienti freschi e ventilati. Inoltre tra gli anziani sono più diffuse patologie o terapie che inficiano la termoregolazione (vedasi più avanti);
  • gli adulti sani che compiono sforzi intensi e prolungati, quali ad esempio atleti di resistenza e operai, che possono perdere 20 grammi o più di sodio al giorno con il sudore.3 Le protezioni e gli indumenti pesanti aumentano ulteriormente il rischio nei lavoratori;
  • i pazienti affetti da patologie compromettenti i meccanismi termoregolatori (aumento della gittata cardiaca, spinta del sangue verso le estremità, evaporazione del sudore). Tra queste le malattie cardiometaboliche, quindi obesità, diabete, insufficienza cardiaca e infarto, le dermatosi come la psoriasi e la dermatite atopica, ustioni e cicatrici molto estese, i disturbi congeniti come l’anidrosi idiopatica e la displasia ectodermica;
  • i pazienti in trattamento con farmaci che influiscono sul bilancio idrosalino o stimolano il metabolismo basale. Ad esempio, gli psicofarmaci come il litio, gli antipertensivi (diuretici, β-bloccanti, calcio-antagonisti), i farmaci anticolinergici per il Parkinson, i lassativi e gli ormoni tiroidei;
  • gli utilizzatori abituali di alcol, cocaina, amfetamine, ecstasy o acidi, che inducono uno stato ipermetabolico.
Foto di Rosy / Bad Homburg / Germany da Pixabay.

Trattamento delle malattie da calore

Se si sospetta una qualsivoglia malattia da calore, per prima cosa bisogna aiutare la persona interessata a spostarsi al fresco e liberarsi di indumenti e protezioni pesanti; dopodiché bisogna farla sdraiare supina (dunque a pancia in su) e tenerle le gambe sollevate.

Se si tratta di un crampo da calore, si procede con lo stretching, i massaggi per rilassare la muscolatura, il reintegro dell’acqua e dei sali minerali per via orale. Nel caso di atleti e operai, che perdono più elettroliti della media, le soluzioni reidratanti sono preferibili alla semplice acqua.

I bambini, gli anziani e gli adulti non coinvolti in attività logoranti che mostrano i sintomi dell’esaurimento da calore, dovrebbero bere l’acqua a piccoli sorsi, a maggior ragione se sono presenti nausea e vomito.

In caso di sincope da calore, oltre alle misure generali summenzionate, bisogna chiamare i soccorsi. Idem se la persona accusa un colpo di calore (ipotizzabile se la temperatura supera i 40°C e se è presente alterazione mentale) che, se non trattato tempestivamente, porta all’insufficienza cardiorespiratoria, renale ed epatica oltre che nervosa, e alla morte.

Per scongiurare questi eventi nefasti, è necessario abbassare quanto prima la temperatura a 38-39°C. La strategia più efficace è l’immersione in acqua fredda (8-14°C) o molto fredda (2-5°C), cui conseguono tassi di raffreddamento pari a 0,16-0,26°C al minuto e 0,12-0,35°C al minuto (si tenga presente che il tasso di raffreddamento con l’aria condizionata è di 0,03-0,06°C al minuto).4

Seguono la reidratazione endovenosa con fisiologica fredda e l’osservazione del paziente per valutare la funzionalità degli organi.

Consigli per la prevenzione

Dal momento che la prevenzione è la miglior cura, vediamo come difendersi dal caldo in cinque punti:

  1. non uscire nelle ore più calde, dunque dalle 11:00 alle 17:00;
  2. bisogna bere almeno 1,5-2L di acqua nell’arco della giornata a prescindere dalla sete, cattivo indicatore di disidratazione (soprattutto negli over 65 e negli under 15);
  3. è fondamentale che i bambini, gli anziani e altri soggetti fragili, rimangano in ambienti freschi e ventilati nei periodi di caldo intenso (a maggior ragione non bisogna lasciarli in auto sotto il sole);
  4. è importante evitare sforzi intensi e prolungati in ambienti caldo-umidi;
  5. laddove ciò non sia possibile, bisogna bere di frequente e indossare abiti traspiranti.

Coloro costretti a sforzi intensi e prolungati nonostante il caldo, come gli atleti professionisti e gli operai che svolgono lavori faticosi e usuranti, dovrebbero:

  1. moderare il livello di attività, cioè accorciare le ore di allenamento o di lavoro, in base alla temperatura di bulbo umido (che dà indicazioni riguardo agli effetti della temperatura, dell’umidità, del vento e delle radiazioni solari);
  2. sospendere le attività per un giorno se perdono più del 4% del loro peso corporeo con la sudorazione;
  3. valutare l’assunzione di soluzioni reidratanti a base di carboidrati, sali minerali e glutamina, in caso di crampi frequenti nonostante un adeguato apporto d’acqua;5
  4. fare l’acclimatazione per abituarsi alle alte temperature e umidità. Ciò richiede di trascorrere 8-11 giorni nell’ambiente in questione, partendo con poche ore al giorno di esercizio fisico e incrementandone, un po’ alla volta, la durata e l’intensità.
Consigli di lettura

Il caldo intenso mette a dura prova anche la digestione, ecco perché bisogna adeguare la dieta alle alte temperature. Per approfondimenti, vi rimandiamo all’articolo su cosa mangiare in estate.

Riferimenti bibliografici:
  1. colpo di calore e insolazione. ISSsalute, 21 luglio 2020;
  2. SISMED – Società Italiana Scienze Mediche. Temperatura corporea: i valori negli adulti e nei bambini. Ultimo aggiornamento: 27 ottobre 2021;
  3. David Tanen, MD, David Geffen School of Medicine at UCLA. Panoaramica sulle patologie da calore. Ultimo aggiornamento: marzo 2023;
  4. Gauer R, Meyers BK. Heat-Related Illnesses. Am Fam Physician. 2019 Apr 15;99(8):482-489. PMID: 30990296;
  5. Lee JKW, Tan B, Ogden HB, Chapman S, Sawka MN. Exertional heat stroke: nutritional considerations. Exp Physiol. 2022 Oct;107(10):1122-1135. DOI: 10.1113/EP090149. Epub 2022 May 19. PMID: 35521757; PMCID: PMC9790308.
Crediti fotografici

In apertura, foto di dlsd cgl da Pixabay.

L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Scritto da:

Jessica Zanza

Blogger e giornalista, ho collaborato con L'Unione Sarda.
Sono cofondatrice e curatrice editoriale di Inchiostro Virtuale.
Per contattarmi, inviate una mail a: j.zanza@inchiostrovirtuale.it