Guida al gioco di ruolo da tavolo
Se sei stato al Play di Modena il primo weekend di aprile, avrai avuto la possibilità di guardarti intorno e, come ti avevo già anticipato, di entrare in contatto con il gioco di ruolo e la sua community.
Ho menzionato il GDR diverse volte in precedenza, tuttavia non te l’ho mai presentato per davvero. Oggi, però, voglio parlartene come si deve, perché penso che uno stile di gioco così peculiare e dalle tante sfumature abbia bisogno di un appuntamento tutto dedicato per essere capito al meglio.
In questa piccola guida ti introdurrò alla tipologia più famosa, ovvero il gioco di ruolo da tavolo. Vedremo insieme in cosa consiste, a cosa deve la sua grande fama e perché piace a così tante persone.
Prima di iniziare: qualche termine tecnico
Nel corso della guida userò alcuni vocaboli tipici dell’ambiente del gioco di ruolo; ecco quindi un veloce dizionario per fornirti un punto di riferimento.
Sessione
S’intende con sessione la partita giocata nel giorno prefissato.
Campagna
Una campagna è un insieme di sessioni che danno continuità a un’unica grande storia. Se si trova un gruppo di amici abbastanza affiatati la campagna può durare per anni!
Master
Il master è la persona che organizza la sessione. Si occupa, previa consultazione con i giocatori, di scegliere l’ambientazione, imparare le regole necessarie per gestire tutte le meccaniche del mondo di gioco (incontri con nemici, amici, lanci di dadi e tanto altro) e, in generale, di creare una solida architettura per la partita. Il compito più importante del master è però quello di scegliere, cercandola o creandola, la storia giusta, rivelandola pian piano agli ignari giocatori. È a tutti gli effetti il cantastorie.
Party
Si chiama così il gruppo di giocatori che prende parte alla partita.
Sistema di gioco
Il sistema di gioco non è altro che il regolamento su cui si basano i giochi come D&D, Vampiri e molti altri titoli. Include le regole per la costruzione del personaggio, i combattimenti, i punti ferita, l’esperienza e in generale un fluido svolgimento della sessione. Molti titoli hanno il loro sistema di gioco ad hoc, sebbene negli ultimi anni giocatori e case editrici si stiano dando da fare per creare sistemi sempre più versatili e interscambiabili.
Role play
Si indica con role play l’arte del recitare o ruolare, ovvero mettersi nei panni del personaggio che si interpreta per poter agire come farebbe lui durante la sessione di gioco.
La storia del gioco di ruolo in 5 passi
Se volessi raccontarti per filo e per segno tutta la storia del gioco di ruolo mi servirebbero almeno altre due pubblicazioni. Ciò che ti propongo quindi è un veloce riassunto in 5 passi della storia del GDR, giusto per sapere davvero come tutto ha avuto inizio. Se invece desiderassi approfondire, ti rimando all’interessante articolo di Wikipedia a cui ho fatto riferimento.
Molti pensano che Doungeons and Dragons (o D&D, pubblicato in scatola rossa nel 1977) sia il primo GDR mai creato, ma sapevi che in realtà il primo fu Chainmail (1974)?
Ecco cosa è successo:
- Chainmail è un gioco di simulazione di guerra con miniature ambientato in epoca medievale, pubblicato nel 1971 da Gary Gygax e Jeff Perren. Ma Gygax è anche un fan del fantasy e, ispirato dal mondo di Tolkien, aggiunge una serie di regole ed elementi fantasy a Chainmail, compresi incantesimi, miniature e razze;
- quando poi Gygax, alle porte della pubblicazione di Chainmail, invia all’amico e anch’egli appassionato di war games Dave Arneson una copia del suo gioco, Arneson decide di usare per la campagna del suo gioco, Blackmoore, le regole di Chainmail in unione al suo sistema di esperienza, abilità, crescita dei personaggi e dungeons. Decide poi di mostrare a Gygax il risultato di questa unione;
- l’unione del regolamento di Gygax e delle meccaniche di Arneson funziona così bene che lo stesso Gygax, rimastone affascinato, decide di scrivere un regolamento ad hoc che unisca gli elementi introdotti da Arneson e quelli (fantasy e non) già esistenti in Chainmail;
- nel 1974 nasce l’espansione di Chainmail, Rules for Fantastic Medieval Wargames Campaign Playable with Paper and Pencil and Miniature Figures, chiamata ufficialmente Dungeons and Dragons;
- dal 1977 (anno di pubblicazione della prima edizione base di D&D) in poi, il genere fiorisce. Non solo si sviluppano diverse ambientazioni tra cui quelle supereroistiche, fantasy e lovecraftiane, ma gli stessi regolamenti, anche chiamati sistemi di gioco, si diversificano e si riadattano per poter essere usati su più ambientazioni e titoli.
Il GDR oggi
Dagli anni ’80 ad oggi vedono la luce titoli che, per i loro personaggi e ambientazioni, hanno raggiunto una fama quasi pari a quella di Dungeons and Dragons. Se sei stato a un evento come il Play o hai seguito qualche serata GDR nella tua zona, ne avrai certamente sentito parlare, i più famosi sono Pathfinder, Call of Chtulhu e i manuali del Mondo di Tenebra pubblicati dalla White Wolf, tra cui la loro punta di diamante Vampiri: la Masquerade.
Va precisato inoltre che è stata proprio la White Wolf a introdurre, partendo da Vampiri ma non solo, tutta una serie di giochi di ruolo basati più su narrazione e interpretazione che sul puro combattimento. Questo nuovo sistema di gioco è chiamato “storytelling system” ed è ciò che ha portato Vampiri e i suoi cugini dalle ambientazioni così cupe e ricche di mistero ad essere probabilmente il secondo GDR più giocato al mondo.
Grazie poi a siti di crowdfounding come Kickstarter, la scelta di diversi sistemi di gioco e ambientazioni si è ulteriormente ampliata, dando spazio a sistemi oggi ampiamente utilizzati per la loro grande versatilità, come Fate e le sue diverse edizioni.
Come funziona il gioco di ruolo da tavolo
Arrivato a questo punto ti sei certamente fatto un’idea su cosa renda il GDR unico nel suo genere, ma come si mette in piedi da zero una sessione? Vediamolo insieme.
Step 1: trova un master, assembla un party e stabilisci lo scenario della sessione
La prima cosa di cui avrai bisogno oltre a dei compagni di gioco è il master, ovvero il direttore d’orchestra, il cantastorie e soprattutto il santo che si occuperà di redigere la storia, far rispettare le regole e aiutarvi a costruire i personaggi. Sarà anche la persona che vi guiderà nel corso della narrazione, non importa quanto involontariamente facciate prendere alla storia una piega totalmente inaspettata. Una volta trovato il master e un gruppo di fedeli compagni, decidete insieme dove volete giocare. Nel mondo folle e investigativo di Chtulhu? Nei dungeons di Pathfinder o per le strade di Chicago nel mondo oscuro di Vampiri? L’importante è che tutti si divertano!
Step 2: crea la tua scheda personaggio
Una volta concordato il setting con gli altri giocatori è il momento di prendere familiarità con le regole e di costruire, con l’aiuto del master, la tua scheda personaggio.
Il termine parla da sé. Al suo interno inserirai il nome del tuo personaggio neonato, la razza che hai scelto, la classe, le abilità, l’equipaggiamento, i punti esperienza che raccoglierai durante l’avventura, i punti ferita e tutte le varie ed eventuali. Generalmente viene dedicata una piccola sezione alla biografia e, a volte, anche un riquadro per inserirvi il ritratto.
La scheda personaggio sarà il tuo diario di avventura, ti terrà sempre informato nel caso abbia dei dubbi e sarà tuo compito aggiornarla e scriverci tutte le informazioni che riterrai degne di essere ricordate. Proprio per questi motivi ricordati di trattarla con cura e di averla sempre con te!
In alcune occasioni, per snellire il processo, a te e ai tuoi compagni potrebbero venire proposte delle schede con personaggi già preparati. Non farti disorientare: scegli con calma quello con cui hai più sintonia “a pelle”.
Un consiglio. Quando si crea un personaggio si tende a cercare di essere il più dettagliati, complessi e precisi possibili, specialmente quando si creano le biografie. Ti suggerisco invece di non spremerti troppo le meningi in questa fase, segna i tratti principali o se presenti gli eventi chiave nella vita del tuo alter-ego, lasciando il resto non scritto. Il suo carattere emergerà da sé in sessione, permettendoti di svilupparlo a seconda delle situazioni in cui ti troverai.
Step 3: interpreta e divertiti!
Una volta presa dimestichezza con le regole e ultimati i personaggi, il palco è vostro e il viaggio del tuo party può iniziare. Dai sfogo all’immaginazione e lasciati trasportare dagli eventi, tenendo sempre a mente che l’obiettivo del GDR non è quello di vincere una qualche competizione ma di vivere vere e proprie avventure.
L’interpretazione, infatti, è ciò che caratterizza il gioco di ruolo e senza questo fattore rimarrebbe ben poca componente “magica”. Ecco alcuni motivi per cui ruolare non è solo divertente, ma fa bene anche allo spirito:
- aiuta a socializzare. Il gioco in generale incentiva a entrare in contatto con nuove persone, a parlare con loro e a instaurare un legame anche solo di semplice cameratismo, magari stringendo poi nuove amicizie;
- ti fa credere maggiormente in te stesso. Dover recitare una parte, seppur senza fare sceneggiate da teatro, potrebbe aiutare le persone più incerte ad avere più fiducia nelle proprie capacità. Durante un’avventura non c’è niente di meglio che ridere tutti insieme per uno scambio di battute, un successo coi dadi o una situazione comica e creare così dei ricordi sulle decisioni che hai preso insieme al tuo party. Ricorda, nell’ambiente del GDR nessuno viene criticato per come vuole recitare la propria parte;
- ti permette di scoprire nuovi lati di te. A seconda della storia che stai giocando potresti scoprire come reagiresti di fronte a situazioni insolite o problemi etici, portando alla luce un lato della tua personalità che prima forse non conoscevi;
- aiuta chi ha difficoltà a integrarsi. Non mi stancherò mai di dirlo, il GDR ha dei veri e propri benefici sul benessere mentale di chi lo gioca, ma questo non è il contesto più appropriato per parlarne in modo estensivo.
Curiosità: le altre tipologie di GDR
Come ho già accennato prima, il gioco di ruolo da tavolo è solo una delle tipologie di GDR esistenti. In questa guida mi limiterò a presentarteli in poche righe. Esclusa quindi la versione da tavolo, che è il primo e più famoso modo di fare GDR, possiamo contare generalmente altri tre tipi di gioco.
1) Il gioco di ruolo dal vivo o LARP
A dirla tutta, il LARP (ovvero live action role-playing o GRV in italiano) e il gioco di ruolo da tavolo sono nati quasi nello stesso periodo. Già un secolo fa ci si cimentava, infatti, in simulazioni di battaglie storiche per il puro divertimento di ricalcare le orme dei guerrieri di un tempo.
Il LARP è una simulazione in tempo reale e su larga scala, di solito ettari di terreno o grandi castelli allestiti per la campagna alla quale prenderai parte. I giocatori parlano e camminano per la mappa vivendo la vita dei loro alter-ego, recitando quindi una parte e immergendosi totalmente nell’avventura che li aspetta, guidati dai sempre presenti master/organizzatori.
So cosa ti stai immaginando: è vero che nei LARP si può dare battaglia armati di tutto punto (dipende sempre dall’ambientazione) ma nessuno te le suonerà per davvero. Tutte le armi sono fatte in gommapiuma e i giocatori sono là per divertirsi, non per mietere vittime!
Se vuoi sapere se nella tua zona si organizzano LARP puoi controllare il sito web di Larp Italia, un database completo di tutte le associazioni attive sul territorio.
2) Il gioco di ruolo online
Il GDR online è un genere che io stessa ho avuto il piacere di scoprire solo da qualche mese. Data la difficoltà di alcune persone di trovare l’avventura, il party o semplicemente il giorno perfetto per loro, da qualche tempo a questa parte le associazioni si sono operate per riunire gli appassionati del genere e di organizzare sessioni tramite canali online come Discord o Roll20.
Attraverso l’esperienza ho constatato che non solo questo sistema funziona e riunisce persone di tutte le età, ma ogni interazione è costantemente supervisionata affinché sia sempre garantito un ambiente educato e d’inclusione.
Ti consiglio di dare un’occhiata alla community italiana di Racconti da GDR, il cui scopo è proprio quello di garantire divertimento agli appassionati, nessuno escluso.
3) Videogames del genere GDR
Ricalcando spesso nel dettaglio la loro controparte cartacea, l’obiettivo di questo genere di videogames è fornire al giocatore un’avventura più dinamica, visiva e versatile, nel caso in cui si preferisca o si debba giocare da soli. In un videogioco GDR è di norma possibile iniziare scegliendo una razza, una classe con specifiche abilità e, nel corso dell’avventura, accettare missioni da diversi individui volte a potenziare il proprio personaggio e a guadagnare soldi ed equipaggiamenti unici.
Uno dei migliori esempi di videogame GDR (anche detto RPG) è la saga di Baldur’s Gate, uscita nel 1998 e giocata ancora oggi per la sua accuratezza nel ricalcare le meccaniche di Dungeons & Dragons e per la possibilità per il giocatore di rispondere a numerosi personaggi nel modo più vicino alla propria personalità.
Consigli di lettura
Se l’articolo ti è piaciuto, leggi anche quello dedicato al gioco da tavolo: una guida tra sfide e avventure.
Crediti immagine Chainmail al sito ufficiale Dungeons and Dragons
Classe 1995, sono un’inguaribile amante dell’arte laureata in Beni Culturali e reinventata blogger e marketer.
Un po’ taciturna ma grande ascoltatrice e osservatrice, la scrittura è il mio mezzo di espressione prediletto. Probabilmente in un’altra vita sono stata un filosofo, di quelli che cadono nelle buche ammirando il cielo, ovviamente!
Adoro i giochi da tavolo e di ruolo, leggo libri, fumetti e manga e sono una patita di videogames. Quando non sono a casa a godermi una tranquilla serata di relax, sono nei luoghi più verdi e romantici della mia città e dintorni, a respirare l’aria del mare e lasciarmi trasportare dal panorama in innumerevoli viaggi mentali.
Su Inchiostro Virtuale vi parlerò dei giochi da tavolo raccontandovi i generi, gli eventi, le novità e i momenti di ordinaria -e divertente!- follia che costituiscono il mondo del tempo libero e dei passatempi virtuali e non.