
Si chiama esketamina, è il primo farmaco di una nuova classe di antidepressivi ed è stato approvato il 5 marzo 2019 dalla FDA – Food and Drug Administration, per il trattamento della depressione resistente alle terapie, che interessa ⅓ dei pazienti in cura.
Chimicamente parlando, l’esketamina è una delle forme di ketamina: un farmaco approvato nel 1970 come anestetico e noto per gli effetti allucinogeni (infatti appartiene alle droghe dissociative, che la percezione di sé e dell’ambiente circostante). Tuttavia gli studiosi si accorsero che il farmaco aveva anche effetti antidepressivi, che si manifestavano nel giro di poche ore, anziché settimane o mesi come nel caso dei farmaci già in uso. Ciò spinse le ricerche sull’esketamina (la forma più attiva) fino ad arrivare agli studi clinici di fase 3, che ne hanno valutato e dimostrato l’efficacia sia in fase acuta, per migliorare l’umore, sia in fase di mantenimento, contro le ricadute e recidive.
Come agisce l’esketamina?
Il meccanismo è diverso da quello degli altri antidepressivi: infatti l’esketamina aumenta i livelli di BDNF (il fattore neurotrofico cerebrale), importante per lo sviluppo, la proliferazione e la sopravvivenza dei neuroni, migliorando così le capacità di adattamento del cervello.1 Questo meccanismo spiegherebbe la rapida comparsa degli effetti antidepressivi e la loro durata nel tempo.
Reazioni avverse e controindicazioni
L’uso dell’esketamina non è esente da rischi, infatti tra le reazioni avverse più comuni vengono riportate:
- nausea e vomito;
- stordimento e vertigini;
- aumento della pressione sanguigna, con variazioni fino a +40 mm di mercurio;
- sedazione e dissociazione, responsabili del potenziale d’abuso del farmaco.
Onde evitare l’uso improprio, il farmaco viene somministrato nelle cliniche o negli studi medici certificati con la supervisione di un operatore sanitario, che dovrà monitorare le condizioni di salute nelle due ore seguenti; inoltre, il paziente non potrà guidare l’auto o usare macchinari pesanti fino al giorno dopo, per via della sedazione indotta dal farmaco.
Alla luce di quanto emerso dagli studi, la FDA ha approvato l’associazione dell’esketamina in spray nasale con un antidepressivo orale – alla dose di 56 mg, 2 volte alla settimana per 4 settimane, in fase di attacco, e di 56 mg ogni 1-2 settimane, nella fase di mantenimento – nei pazienti depressi che abbiano provato senza successo almeno altri due farmaci.
Aggiornamento
L’esketamina è stata approvata anche in Italia per il trattamento del disturbo depressivo maggiore resistente. L’uso è indicato negli adulti, in associazione a un antidepressivo SSRI o SNRI, che non abbiano risposto ad almeno due diversi trattamenti antidepressivi.2
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Riferimenti bibliografici:
- Duman RS, Li N. A neurotrophic hypothesis of depression: role of synaptogenesis in the actions of NMDA receptor antagonists. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci. 2012 Sep 5;367(1601):2475-84. DOI: 10.1098/rstb.2011.0357. PMID: 22826346; PMCID: PMC3405673:
- AIFA. Riclassificazione del medicinale per uso umano «Spravato», ai sensi dell’art. 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 334/2022). (22A02925) (GU Serie Generale n.115 del 18-05-2022).
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L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
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