
Sulla scia del tema dedicato all’infanzia, nell’articolo affrontiamo un problema piuttosto comune tra i bambini: il DAS – Disturbo di Ansia da Separazione, che se non precocemente riconosciuto può ripercuotersi in età adulta. Approfondiamo sintomi, cause e trattamenti.
La quinta edizione del manuale diagnostico e statistico del disturbi mentali (DSM-5) colloca il DAS – Disturbo di Ansia da Separazione tra i disturbi d’ansia,1 definendolo come:
La preoccupazione eccessiva, o inappropriata rispetto all’età, al pensiero di doversi allontanare da casa o dalle figure più importanti.
Di solito si tratta dei genitori, soprattutto la madre, benché possano essere coinvolti i parenti o le baby-sitter. La paura che possa capitar loro qualcosa di brutto durante la lontananza è talmente forte che i piccoli cercano di evitare la separazione e possono addirittura somatizzarla, con manifestazioni fisiche che il medico dovrà escludere come secondarie ad altre malattie.
A causa della forte ansia, quindi, i bambini si rifiuteranno di dormire o stare soli in casa, andare a scuola o partecipare a qualsiasi attività che li tenga lontani dai genitori, con forti ripercussioni sul piano sociale, familiare e cognitivo.
Questi sintomi, che possono insorgere a qualsiasi età, dovrebbero durare almeno quattro settimane e si dividono in psichici, comportamentali e fisici. Vediamoli.
Sintomi psichici
L’ansia è il sintomo cardine del DAS, che si manifesta in prossimità, o al solo pensiero, di separarsi dalle figure importanti. Il bambino teme che possano andarsene per sempre o possa accadere qualcosa di brutto in loro assenza. La preoccupazione può derivare da eventi stressanti, come lutti e divorzi, benché gli studi rivelino che, in questi casi, il rischio aumenti significativamente solo nei bambini di circa 2 anni. Come vedremo più avanti, invece, le cause sono da ricercare altrove in quelli più grandi.
Sintomi comportamentali
Attraverso pianti, capricci e scatti d’ira, il bambino comunica la volontà di non volersi separare e i genitori – pur di non farlo soffrire – lo assecondano, permettendogli di dormire con loro, di assentarsi da scuola e così via, rinforzando purtroppo il disturbo.
Sintomi fisici
Diversi autori riportano la somatizzazione dell’ansia nei bambini, che può manifestarsi con:
- sintomi gastrointestinali, quali nausea, vomito, mal di stomaco, mal di pancia e diarrea;
- respiro corto e fame d’aria;
- tachicardia e aumento della sudorazione;
- vertigini e mal di testa;
- incubi e disturbi alimentari.
Cause del disturbo di ansia da separazione
Il DAS si manifesta nel 4% dei bambini: tutto sommato pochi, considerando che tutti i bimbi sviluppano l’ansia da separazione dai 6 mesi a un anno, per il bisogno innato di essere accuditi fino a quando non potranno gestirsi da sé; dunque si tratta di una condizione fisiologica, che regredisce verso i 3-6 anni.2
Tuttavia, l’ansia da separazione diventa patologica a causa di fattori genetici e ambientali, tra cui l’invadenza dei genitori nella vita filiale, che lo rende dipendente dalle loro cure.
Sembra, inoltre, che alla base del DAS possano esserci la mancanza di affetto e la depressione materna, così come un clima di tensione dovuto a problemi economici o di altro tipo.
Diagnosi del disturbo di ansia da separazione
Nonostante sia piuttosto comune tra i bambini, il DAS non è così semplice da diagnosticare: il confine tra AS fisiologica e il disturbo vero e proprio, infatti, è molto labile.3 Inoltre, l’AS può manifestarsi in episodi che non necessariamente portano alla diagnosi di DAS: in questi casi, l’ansia può essere dovuta a cambiamenti temporanei ed è importante per l’adattamento. Pertanto è chiaro che non basti una singola visita, né il parere di un solo specialista, per identificare il disturbo.
La valutazione
La valutazione prevede sia l’intervista, sia l’osservazione diretta del comportamento, per avere un quadro completo.
I bambini in età scolare possono essere valutati con numerosi questionari: tra i più affidabili l’ADIS-C/P, un’intervista semistrutturata rivolta a figli e genitori, valutati separatamente. Il medico, dopo aver integrato le risposte di entrambe le parti, può ottenere informazioni precise sui sintomi, incluse frequenza, intensità e durata.4
Invece il Preschool Age Psychiatric Assessment (PAPA) è un’intervista semistrutturata rivolta ai genitori con figli di 2-5 anni (età prescolare).
Trattamento del Disturbo di Ansia da Separazione
Alla luce di quanto visto finora, è chiaro che, per gestire al meglio il DAS, sia necessaria la collaborazione tra specialisti, genitori e insegnanti. La psicoterapia (che rappresenta il trattamento elettivo per il disturbo), infatti, è più efficace quando vi è il coinvolgimento dei genitori e di altre figure fondamentali per lo sviluppo del bambino.
Nei casi più severi, le sedute di TCC – Terapia Cognitivo-Comportamentale si possono associare agli psicofarmaci come l’imipramina (purché il bambino non sia cardiopatico) alla dose di 10-25 mg la notte.
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello sul disturbo affettivo stagionale: sintomi, cause e trattamenti.
Riferimenti biliografici:
- C. Carmassi, C. Gesi, E. Massimetti, M.K. Shear, L. Dell’Osso. Separation anxiety disorder in the DSM-5 era. Journal of Psychopathology 2015;21:365-371;
- “Ansia da Sperazione”. Istituto A. T. Beck – Terapia Cognitivo-Comportamentale;
- Battaglia M. Separation anxiety: at the neurobiological crossroads of adaptation and illness. Dialogues Clin Neurosci. 2015 Sep;17(3):277-85. doi: 10.31887/DCNS.2015.17.3/mbattaglia. PMID: 26487808; PMCID: PMC4610612;
- Ehrenreich JT, Santucci LC, Weiner CL. SEPARATION ANXIETY DISORDER IN YOUTH: PHENOMENOLOGY, ASSESSMENT, AND TREATMENT. Psicol Conductual. 2008 Jan 1;16(3):389-412. doi: 10.1901/jaba.2008.16-389. PMID: 19966943; PMCID: PMC2788956;
- Australian Family Physician – Common psychological disorders in childhood (Ciechomski et al., 2004).
Crediti fotografici
Foto di apertura generata da Google Gemini.
L’articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non sostituisce il rapporto medico-paziente.

Pubblicista, ex collaboratrice de L’Unione Sarda.
Sono cofondatrice e caporedattrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi scrivendo a j.zanza@inchiostrovirtuale.it
Ciao Diana, innanzitutto ti ringrazio dei complimenti! Comunque, non sono psicologa né educatrice: per scrivere l’articolo, infatti, ho studiato il materiale disponibile su PubMed, che ho riportato proprio alla fine tra le fonti. Un caro saluto e continua a seguirci!
Ciao, Jessica! 😀
Complimenti per questo nuovo articolo! Davvero approfondito! Utilissimo!
Non sapevo fossi anche psicologa infantile! O forse sei educatrice?
Un abbraccio!
Alla prossima! 😀
Diana P.