Darko Grncarov

La bella storia di Darko Grncarov, riuscito a emergere nel tennis nonostante la natura non gli abbia di certo dato una mano

Quando la natura non ti fornisce mezzi idonei per affermarti sportivamente, fattori come la testa ed il cuore possono permetterti di emergere. Queste parole potrebbero essere il manifesto di Darko Grncarov, giovane tennista macedone classe ‘97, che la natura voleva relegare al più a semplice dopolavorista e che invece, grazie a qualità che non si possono insegnare, è riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo nel mondo del tennis. Andiamo con ordine, riportando in ordine cronologico la storia così come ce l’ha raccontata Darko.

Partiamo dalle origini

Il ragazzo, nato a Strumica, ha praticato sin dall’età di quattro anni il nobile sport con la racchetta, riuscendo a ergersi come prospetto più interessante del suo piccolo Paese (da poco rinominato Repubblica della Macedonia del Nord) che certamente non può vantare una grande tradizione tennistica. Darko ha un gioco molto particolare, che lui stesso descrive così:

“Ho iniziato a giocare il dritto a due mani in fase difensiva, ma poi è diventato una delle mie armi principali. Per questo, uso con meno frequenza il dritto tradizionale, che pure è un buon colpo”. Aggiunge inoltre di essere in grado di toccare i 220 km/h con il servizio. Il giocatore sembra avere armi interessanti dalla propria.

Non si dedica molto ai tornei junior, anzi: l’unica partita di categoria alla quale prende parte la perde 6-0 6-0. Mancanza di stimoli per un torneo giovanile o approccio sbagliato che sia, a Darko sembra importare poco. È troppo impegnato ad inventarsi qualcosa di nuovo, per potersi affermare nel mondo in cui ha sempre sognato di arrivare, per poter preoccuparsi di un piccolo incidente di percorso. Il suo obiettivo è quello di farsi trovare pronto quando arriverà il momento di confrontarsi con tennisti veri, fatti e finiti.

L’esordio mancato e il terribile problema di salute

Il momento arriva finalmente nel 2017, con la possibilità di giocare le qualificazioni di un torneo minore a Sharm el-Sheikh, quando ha quasi vent’anni, quando di solito i giocatori più promettenti possono contare su ben altri risultati e solamente i più testardi e sognatori cercano di convincere il mondo di valere qualcosa anche loro. Chissà quanto tempo il buon Darko ha pensato a questo passaggio! Eppure, come dicevamo in apertura, ogni tanto la natura non ti permette di realizzare i tuoi sogni sportivi. Non solo: talvolta fa di tutto per ostacolarti, come ci insegna Grncarov.

Poco prima di prendere il volo che lo avrebbe portato a destinazione, infatti, gli esplode un vaso sanguigno nel cervello, provocando un ictus. Darko racconta di essersi svegliato il giorno dopo, in preda ad un dolore alla testa lancinante, poi di nuovo il buio, questa volta lungo sei mesi.

Darko si risveglia confuso e, dettaglio non di poco conto, sordo dall’orecchio destro. Gli viene detto che non potrà più giocare a tennis e che per ristabilirsi del tutto avrebbe potuto impiegare anche sette anni. Il racconto sembrerebbe chiudersi qui, ma la storia è di qualità e prosegue come neanche nelle migliori finzioni cinematografiche: Darko, dopo aver avuto un incontro con un esperto di ictus in Canada che gli prescrive qualche farmaco e qualche esercizio, riprende ad allenarsi. Il suo sogno è più grande di tutto, persino dei fatti che la dura realtà gli ha presentato.

Nel luglio del 2017 arriva la fama per il ragazzo di Strumica che, tramite il suo account Twitter – certificato, perché una promessa tennistica macedone non capita tutti i giorni – racconta la sua storia: gli allenamenti, il mancato esordio e l’ictus. Soprattutto dice una cosa: tempo un anno di riabilitazione e sarebbe stato pronto per esordire veramente nel circuito maggiore.

Darko

La storia di Darko Grncarov diventa virale

Il racconto di Darko viene accolto dal mondo del tennis in maniera euforica: nonostante la giovane età, il ragazzo può ritenersi sin da sùbito un esempio per quasi tutti i professionisti. I follower aumentano a dismisura, giornali di rilievo nazionale ed internazionale (Metro UK, la radio della BBC) lo intervistano per avere i dettagli della sua storia, che è quella esposta fino ad ora. Alcuni nomi di rilievo del mondo del tennis spendono parole di sostegno nei suoi confronti, su tutti James Blake, ex giocatore di assoluto valore, che via Twitter esprime il suo desiderio di poterlo vedere nel circuito maggiore. L’account ufficiale del torneo ATP di Los Cabos lo elogia pubblicamente in un tweet. Addirittura Serena Williams, molto sensibile a questo tipo di vicende, inizia a seguirlo sullo stesso social (si mormora di un messaggio privato di incoraggiamento della campionessa al giovane macedone).

La sua popolarità schizza alle stelle quando si schiera contro le posizioni omofobe di Margaret Court e quelle complottiste e razziste del giocatore Tennys Sandgren, mostrando nelle sue idee lo stesso coraggio raccontato nel combattere le conseguenze dell’ictus. Addirittura scrive che l’Adidas gli ha proposto un contratto di sponsorizzazione; qualche torneo inizia a mettere da parte qualche wild card per lui. Continua a lavorare e lo dimostra postando dei video su Instagram, mettendo al corrente i suoi follower di essersi allenato con alcuni giocatori affermati come il francese Simon. Neanche la morte della madre (che fa sapere essere avvenuta in quei giorni) sembra fermarlo; ne rallenta il ritorno, questo sì, ma fermarlo mai. Anche perché con questo supporto Darko Grncarov può guardare con soddisfazione e speranza al futuro.

L’inchiesta di Ben Rothenberg

Se pensate che la parte migliore di questa storia sia già arrivata, vi dovrete ricredere, perché il macedone è un uomo dalle mille sorprese.  Fra i vari giornalisti che cercano di avere maggiori dettagli della vita di Darko c’è Ben Rothenberg, evidentemente rimasto molto colpito dal racconto del macedone. Più che colpito forse incredulo; sì, perché Rothenberg fa fatica a credere a quella vicenda così incredibile, allora decide di indagare su ogni cosa detta da Darko Grncarov.

Il risultato dellinchiesta (risalente ad un anno fa) è il seguente: le Federazioni tennistiche nazionali ed internazionali non hanno notizie di Darko, non c’è nessun certificato che parli di ictus, il tennista che si allena nei video postati su Instagram non è lui, Simon dice di non averlo mai conosciuto, non si hanno notizie della morte della madre, dal torneo di Sharm el-Sheikh (al quale avrebbe dovuto partecipare prima dell’ictus) non fanno avere nessuna informazione sul giocatore e soprattutto che, per avere un account social certificato, basta farne richiesta e sapersi vendere bene. In altre parole Darko ha inventato tutto.

 

Epilogo di una storia che ha dell’incredibile

Ad un anno di distanza da questa storia (che gli appassionati conosceranno bene) si potrebbe pensare che il macedone si sia cancellato dai social per far perdere le tracce di sé, cosa che in effetti accadde al momento della scoperta del misfatto (come si può leggere dagli articoli di quei giorni). Eppure se cercate oggi Darko Grncarov sui social potrete vedere nuovamente i suoi account attivi (quello di Instagram è privato) e come si erga a guru prodigo di messaggi positivi: credere in se stessi, difendere i più deboli, amare gli animali. Il tutto condiviso ed approvato da un certo numero di persone che hanno iniziato a seguirlo in tempi non sospetti (oppure sì?) e non hanno dato peso al grande inganno di Darko, che con la sua dettagliata descrizione è arrivato ad avere un seguito altrimenti irraggiungibile per un modestissimo tennista come lui.

Ancora una volta viene accettata una menzogna, probabilmente non reputando neanche il racconto del tutto falso perché oramai ci piace credere a qualunque vicenda incontri il nostro favore a prescindere dalla sua veridicità. D’altronde, cos’è una bugia se non una bella storia che qualcuno rovina con la verità?

Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaicuto, leggete anche quello dedicato ad Andreas Seppi.

Scritto da:

Lorenzo Picardi

Avvocato e pubblicista, non giudicatemi male. Per deformazione professionale seguo qualunque fatto d'attualità. Non sono malato di sport, mi limito a scandire i periodi dell'anno in base agli eventi sportivi. Ogni tanto provo a fare il nerd, con risultati alterni.
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